CAMPANIA I MANAGER IN ASSEMBLEA FANNO IL PUNTO TRA CRISI, LICENZIAMENTI E QUALCHE SEGNALE POSITIVO
Mag 31st, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca di NapoliI 400 manager associati a Manageritalia Napoli tengono questa seral’Assemblea annuale per fare il punto sulla difficile congiuntura, sull’attività svolta nel 2012 e su quella per l’anno in corso.
Alcuni numeri sulla situazione occupazionale dei dirigenti privati in Italia, Campania e Napoli:
- Nel 2012 13.300 dirigenti del settore privato licenziati/usciti per accordo consensuale in Italia, 264 in Campania, di cui più di 165 a Napoli.
- Dal 2008 al 2012 56.300 dirigenti del settore privato licenziati/usciti per accordo consensuale in Italia, 854 in Campania e 647 a Napoli.
- 123.401 i dirigenti del settore privato attivi in Italia a fine 2011 (un migliaio in meno si stima a fine 2012), di cui 2.417 in Campania (20 in meno circa a fine 2012) e 1.577 a Napoli (12 in meno circa a fine 2012).
- Tra il 2009 e il 2011, a fronte di un calo dei dirigenti privati in Italia dell’1% (+15,4% donne e -3,3% uomini), in Campania c’è stato un forte calo (-3,7%), che si sostanzia con una buona crescita delle donne (+19,9%) e un forte calo degli uomini (-5,6%).
- I dirigenti del settore privato, in Italia già scarsi (0,9% per dipendente contro 3% di Francia e Germania)
- I dirigenti del settore privato hanno una scarsissima presenza in Campania (0,26%) e a Napoli (0,31%), ancor più che se pensiamo che la media nazionale è 0,84% e molto più elevata in Lombardia (1,6%) e ancor più a Milano (2,56%) dove sono vicini alle nazioni più avanzate.
- Le donne dirigenti sono 16.989 in Italia (13,9% del totale) di cui 223 (9,2%) in Campania e 138 (8,8%) a Napoli, che non è comunque la città con la maggior percentuale di donne manager nella regione sopravanzata in questo da Benevento (18,6%) e Salerno (12,7%).
<<L’economia della regione e della città - dice Rossella Bonaiti, presidente Manageritalia Napoli - già deboli strutturalmente stanno mostrando ulteriormente la corda dopo questi interminabili anni di crisi. Sappiamo tutti della moria di imprese piccole, ma anche medie. Abbiamo bisogno che le tante e virtuose realtà imprenditoriali medio piccole e piccole trovino modalità per competere efficacemente grazie ad una vera e solida gestione manageriale e alla capacità di agire insieme in rete o comunque collaborando per aggredire i mercati nazionali e globali.
Quello che stiamo facendo è potenziare i nostri servizi per l’affiancamento dei manager nel loro sviluppo professionale, per affrontare al meglio le situazioni sempre più sfidanti in azienda e per affiancarli nella ricerca di un nuovo incarico. Come noto e come succede a tutti i lavoratori la crisi ha ampliato la disoccupazione e la difficoltà di ritrovare un lavoro. Questo vale anche e forse ancor più per i dirigenti. Agiamo in vari modi. Supportando i manager a livello contrattuale in uscita e in entrata, nella definizione dei nuovi incarichi sempre più spesso fuori regione e/o all’estero. Poi con Managerattivo, un programma volto ad accompagnare il manager nel ricollocamento con percorsi di assessment e formazione e facilitando l’incontro con aziende, soprattutto Pmi, che vogliano con l’apporto di esperienza manageriale migliorare la loro capacità di stare sul mercato e crescere.
Un’iniziativa concreta e importante per dare corpo e sostanza a segnali che, seppur deboli, vengono dal tessuto imprenditoriale della regione con l’aumento delle Pmi che per affrontare la crisi e/o cogliere opportunità capiscono di dover sviluppare e/o aumentare la loro capacità di gestione manageriale e presenza di competenze ad hoc. I casi positivi ci sono. C’è il manager uscito da una multinazionale è andato in una media impresa per aiutarla a competere al meglio, ci sono aziende con manager giovani e a volte donne al comando che stanno battendo la crisi. Però, bisogna far sì che questi casi diventino sempre di più. E per questo possono aiutare gli incentivi del Ministero del Lavoro appena partiti che destinano un bonus da 28mila a 5mila euro alle aziende che inseriscono dirigenti o quadri al momento disoccupati con contratto da dirigente o con una collaborazione a progetto. Insomma, la massima flessibilità e un forte risparmi sul lavoro per aiutare le pmi a dotarsi di risorse manageriali oggi indispensabili per competere e crescere.
Il nostro impegno non si ferma qui. Proprio oggi, come associazione vogliamo essere sempre più presenti e concreti per interagire al meglio con le istituzioni e con il tessuto economico e sociale, perché dai manager può e deve venire un contributo importante alla ripresa e allo sviluppo dentro e fuori le aziende. Questi ed altri temi saranno al centro dei lavori della nostra assemblea dove supportati da numeri vedremo di fare il bilancio di quanto fatto, ma anche di dare corpo e anima ai progetti per il futuro>>.
I MANAGER IN CAMPANIA: UN’ARABA FENICE!
L’economia della Campania presenta una serie di pecche che proprio in tempi di crisi si accentuano e frenano lo sviluppo. Una, forse la principale, sta proprio nella scarsa presenza manageriale, dovuta anche e soprattutto alla piccola dimensione delle imprese, molto spesso guidate in tutto e per tutto dall’imprenditore. Un gap che ormai in un’economia sempre più globale e competitiva pesa sempre più.
Questa realtà emerge con forza dai dati. Tra i dirigenti del settore privato la Campania è per numerosità a mezza classifica con i suoi 2.417 dirigenti su 124mila (2% del totale). Un deficit ancor più lampante se misurato rispetto al numero di dirigenti ogni cento dipendenti. La media nazionale (tabella 4) è 0,84, quindi meno di un dirigente ogni cento dipendenti (a fronte di Francia e Germania che ne hanno 3 ogni 100) e la Lombardia ne ha 1,6%, il Lazio 1,36%, il Piemonte 0,96%, il Veneto 0,59% e la Campania 0,26%. A questo proposito, a livello provinciale (tabella 10) ci sono indubbie differenze. Infatti, ai primi posti abbiamo Napoli con 1.577 dirigenti (0,31% il rapporto dirigenti dipendenti), seguita da Salerno 332 (0,18%) e Caserta 267 (0,20%) e all’ultimo posto Benevento, 102 dirigenti (0,23%).
A livello di settore i dirigenti in Campania sono superiori alla media nazionale (tabella 2) nei trasporti (12,6% contro 5,9%) e nelle costruzioni (5,9% contro 3,3%).
Un altro gap è rintracciabile nella presenza femminile: 13,9% la media nazionale, solo 9,2% in Campania con Napoli (8,8%) e Benevento (18,6%) e Salerno (12,7%) le province più rosa. A livello d’età (tabella 3) non ci sono particolari differenze, con un’età media in regione (50,4) poco superiore a quella nazionale (48,8).
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