“Non cadremo in provocazioni”
Mag 9th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
Pdl all’attacco dopo la sentenza Mediaset, ma Palazzo Chigi resta al riparo della bufera. “Non cadremo in provocazioni”, certifica Fabrizio Cicchitto.
“Come volevasi dimostrare - afferma l’esponente Pdl - arriva con straordinaria puntualità un nuovo attacco giudiziario contro Berlusconi con evidenti obiettivi politici”.
“Si tratta – sottolinea - di una azione che dà il senso di come la vita politica italiana sia dominata da una perversa anomalia. Mentre esprimiamo la più netta condanna di questo ennesimo intervento politico di settori della magistratura non cadremo nella provocazione insita in tutto ciò e cioè non faremo ricadere sul governo le conseguenze di ciò che sta avvenendo sul piano politico giudiziario”.
Simone Baldelli – “La sentenza di oggi più che un colpo a Silvio Berlusconi, rappresenta un colpo alla credibilità della giustizia italiana. Un colpo di cui sono stati facili profeti tutti coloro che da tempo sostengono che al tribunale di Milano ci sia un clima pregiudizialmente ostile a Silvio Berlusconi. Questa ostilità e le sue conseguenze dovrebbero essere motivo di seria riflessione e di grande preoccupazione per garantisti e democratici appartenenti ad ogni schieramento politico”.
Anna Maria Bernini – “Questa condanna è politica ed è frutto di una persecuzione giudiziaria ad personam che dura ormai da vent’anni. Il cittadino Silvio Berlusconi sarebbe dovuto uscire illeso e riabilitato da un processo tutto basato su accuse illogiche. Si tratta di una sentenza che danneggia il Paese, umilia gli italiani e in particolare quei 10 milioni che hanno votato Berlusconi. E questo nel momento in cui Berlusconi e il Pdl stanno contribuendo ad alleviare gli effetti della crisi e restituire alle famiglie e alle imprese la fiducia nel futuro in un clima di pacificazione nazionale”.
Sandro Bondi – “La sentenza del tribunale di Milano conferma che finché non verrà portata compimento una profonda e radicale riforma della giustizia penale e civile l’Italia sarà sempre un Paese in emergenza: con istituzioni paralizzate da un conflitto permanente; con una economia afflitta da una cronica incertezza a causa di una giustizia arbitraria e imprevedibile; e infine con i diritti dei cittadini alla mercé di una interpretazione soggettiva della legge”.
Renato Brunetta - “Accanimento disgustoso. La sentenza contro Silvio Berlusconi è politica, anzi antipolitica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese. L’ingiustizia è così ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilità.La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata”.
Annagrazia Calabria – “Nel nuovo clima di coesione e pacificazione nazionale tra le forze politiche che si sta instaurando a fatica, non si sentiva davvero il bisogno di questa ennesima prova di odio persecutorio da parte dei giudici nei confronti del Presidente Berlusconi. Eppure, volendo essere più realisti del re, i magistrati hanno insistito nel confermare una condanna surreale e una pena accessoria ancor più assurda e incomprensibile, se non nell’ottica di chi non desisterà dal tentativo di eliminare dalla scena politica per via giudiziaria colui che resta imbattibile per via democratica”.
Daniele Capezzone - “Oggi tutte le persone ragionevoli, al di là di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade - è letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa…”.
Elisabetta Alberti Casellati - “Per Berlusconi la tregua e la ‘pacificazione’ politica evidentemente non valgono. Ancora una volta il principio che la legge è uguale per tutti trova una eccezione ad personam”.
Enrico Costa - “Come volevasi dimostrare a Milano siamo passati dal rito ambrosiano al rito ‘antiberlusconiano’. Purtroppo, questo atteggiamento di una parte della magistratura fa male al Paese e punta a provocare una reazione che procuri il cedimento di quel fragile equilibrio che, grazie all’azione di Silvio Berlusconi, si è individuato. Con l’obiettivo di sottomettere il potere legislativo e quello esecutivo a quello giudiziario”.
Luca D’Alessandro - “In questi giorni che vedono le forze politiche faticosamente impegnate in una fase di pacificazione e di coesione nazionale, e che cercano di mettere da parte dissapori e scontri passati nell’interesse del Paese e degli italiani, il palazzo di giustizia di Milano appare sempre più come quel giapponese armato fino ai denti, guerrafondaio e inconsapevole della fine della guerra, che cerca con ogni mezzo di spazzare via il nemico di sempre. Si dice che in guerra e in amore sia tutto permesso ma la sentenza di condanna a 4 anni contro Silvio Berlusconi, accusato di aver evaso 3 milioni di euro di tasse su 567 effettivamente versati all’erario, dimostra che una parte della magistratura sente di poter osare ancora di più, violando le regole, il principio d’imparzialità e di terzietà, il rispetto dei diritti di difesa, arrivando a negare ciò che a imputati per reati ben più gravi viene sempre allegramente concesso. Quello appena concluso è un processo politico e la condanna a Berlusconi è solo politica, una condanna che deve farci reagire con forza perché folle, ingiusta e basata solo sul principio dell’eliminazione dell’avversario per via giudiziaria”
Giancarlo Galan - “La sentenza d’appello non mi stupisce, mi colpisce. La storia giudiziaria di Berlusconi è allucinante, probabilmente scatenerà la fantasia dei migliori sceneggiatori cinematografici. A tanto, neppure l’immaginazione più creativa sarebbe potuta arrivare e, purtroppo, temo non sia ancora finita”.
Maurizio Gasparri - “Contro Berlusconi una sentenza frutto di pregiudizi, priva di ragioni, lesiva della verità e della vita democratica. Nessuno si illuda di alterare a colpi di sentenze politiche la realtà dell’Italia. È una vicenda folle e inaccettabile che non fermerà l’azione di Silvio Berlusconi, al quale ora come sempre daremo convinto e totale sostegno insieme a milioni di italiani che non possono accettare l’uso politico della giustizia”.
Mariastella Gelmini - “Come volevasi dimostrare, ecco che la sentenza della corte d’appello di Milano arriva con tempismo eccezionale per cercare di screditare il leader del primo partito italiano del centrodestra proprio nel momento in cui il Pd sta mostrando tutta la sua debolezza. Ad essere in pericolo è soprattutto la libertà degli italiani. Questo uso politico della giustizia inopportuno e violento non servirà a cancellare la forza del consenso di milioni di elettori . Purtroppo prosegue la guerra dei vent’anni,cioè un attacco vergognoso, scellerato e intollerabile politico, al patrimonio e all’immagine di Silvio Berlusconi”.
Francesco Giro – “Un obbrobrio giudiziario, un altro attacco politico di chi usa la giustizia per colpire Berlusconi e il suo movimento di libertà al solo scopo di ridurre in uno stato di minorità i 10 milioni di elettori che hanno scelto con il loro voto il centrodestra italiano”.
Antonio Leone – “La conferma della condanna di Berlusconi per frode fiscale nel processo sui diritti televisivi è l’ennesimo colpo di mano della Procura di Milano, in prima linea nella parossistica persecuzione giudiziaria ai danni dell’ex premier. Dopo dieci anni di indagini e sei di processo, continua l’accanimento contro Berlusconi, che all’epoca dei presunti reati non aveva cariche societarie. I giudici di Milano dovranno spiegare come è stata confermata l’assoluzione del presidente di Mediaset Confalonieri per un reato fiscale legato alla società che eventualmente lo avrebbe compiuto e condannato Berlusconi che nella stessa società non aveva più ruoli decisionali. Questa sentenza è l’ultimo passo di un processo di demolizione personale e politica di Berlusconi, secondo una programmazione scientifica e cinica che certamente, come già in tutte le precedenti occasioni, sarà smantellato dalla Cassazione”.
Maurizio Lupi – “Io ho una responsabilità di governo, ma la responsabilità in primo luogo ce l’ha il presidente Berlusconi per testimoniare la nostra idea di politica e cioè o la politica si mette al servizio dei cittadini o non si cambierà mai. Non sarà una sentenza ingiusta a fare traballare il governo, casomai sarà l’incapacità di non realizzare il programma per il quale questo governo è nato”.
Riccardo Mazzoni – “Vogliono eliminare Berlusconi dalla vita politica. È questa l’unica motivazione logica di una sentenza che non sta proprio in piedi dal punto di vista giudiziario. Altro che primato della legge, come ha subito pontificato qualche testa d’ariete del giacobinismo. Qui siamo al sovvertimento della giustizia attraverso collettivi politici in toga che tentano di commissariare la democrazia. Ma non passeranno, non li faremo passare”.
Alessandra Mussolini – “Siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo giudiziario. Non credo che ormai vi siano più dubbi circa il fatto che a Milano non risiede più la giustizia ma solo un plotone di esecuzione che ha come unico obiettivo la eliminazione di Silvio Berlusconi come uomo, come imprenditore e come politico. Gli Italiani per bene sanno bene dove sia la verità e non credo sia più sufficiente l’indignazione”.
Stefania Prestigiacomo – “Il governo non è a rischio ma è a rischio la libertà dei cittadini in un Paese in cui la magistratura si dimostra un potere politico. Siamo di fronte ad una sentenza tutta politica che cerca di minare il voto e il progetto politico del leader del più grande partito di centrodestra. Una sola certezza: non ci riusciranno”.
Laura Ravetto – “La notizia di oggi sarebbe stata l’assoluzione di Berlusconi. Quella della sua condanna è una non notizia”.
Licia Ronzulli – “C’è tanta amarezza nel costatare che quando c’è di mezzo Silvio Berlusconi alcuni giudici non si fanno guidare dai fatti processuali ma dai loro pregiudizi e l’esito di condanna, quindi, era ampiamente prevedibile’. A Berlusconi va tutta la mia solidarietà per una sentenza ingiusta che lo colpisce in maniera premeditata: in nessun altro tribunale di qualsiasi altro Paese europeo si sarebbe mai verificata una cosa del genere”.
Barbara Saltamartini – “La smania di protagonismo di certa magistratura insieme all’accecante ostilità verso il leader del centrodestra, Berlusconi, ha portato alla condanna assurda in appello nel processo Mediaset. Sono state calpestate tutte le regole per arrivare oggi a questo risultato, pur non avendo, evidentemente, Silvio Berlusconi nessuna responsabilità”.
Daniela Santanchè – “Si tratta di una sentenza vergognosa e scellerata, indegna di un Paese civile. Ieri qualcuno voleva impedire a Berlusconi di governare e pretendeva di sovvertire la volontà popolare degli italiani per via giudiziaria, oggi qualcuno sta operando per fare saltare il governo Letta e l’ipotesi di pacificazione nazionale. Parte della magistratura sta incendiando il Paese e provocando focolai di odio. È allucinante dovere constatare che in un Paese democratico e civile si continui una vera e propria persecuzione ai danni del leader del maggior partito di centrodestra facendo uno spregiudicato uso politico della giustizia. Questa volta, nella fase politica nuova che stiamo vivendo, mi aspetto che almeno gli esponenti garantisti del Pd escano fuori dalla coltre di omertà e per una volta liberamente esprimano una opinione degna del loro pensiero”.
Renato Schifani - “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso”.