I giovani e la politica: quale futuro?

Mag 6th, 2013 | Di cc | Categoria: Spazio ai Ragazzi

Dopo il capolinea raggiunto dal Partito democratico, dopo la rielezione di Giorgio Napolitano che non è affatto il simbolo di un cambiamento del Paese, piuttosto è emblema dell’accordo trasversale tra le forze politiche, come reagiscono i giovani?In molte parti di Italia i giovani protestano (per esempio occupando le sedi del PD) e sono quelli più delusi da quanto è accaduto dopo le elezioni politiche dello scorso febbraio. Tanta voglia e speranza di cambiamento, di facce e di idee nuove, e ora…. Quasi tutto sembra tornato come prima.

Ma i giovani somigliano molto agli adulti per quanto riguarda il rapporto con la politica e le istituzioni. Soprattutto essi dimostrano di avere pochissima fiducia nei  rappresentanti politici che loro stessi eleggono. Una fiducia che pian piano ha lasciato spazio alla diffidenza e all’insoddisfazione. I giovani sono, come afferma il sociologo Ilvo Diamanti su La Repubblica, «l’amplificatore del ri-sentimento politico della società italiana». Però, a differenza di adulti e anziani, non si rassegnano. Si distaccano dalla politica ma partecipano attivamente alla vita del quartiere e della città per cercare di cambiare ciò che non va partendo dal basso. Insomma, i giovani italiani non saranno iscritti ai partiti politici ma credono che si possa fare politica in un altro modo. Per esempio, sono i più presenti alle manifestazioni pubbliche di protesta e sono i più bravi a dare il via al tamtam sulla rete attraverso i social network. Uno su tutti: facebook. Si lasciano coinvolgere e attirare da iniziative politiche, sociali, solidali e ambientali molto più facilmente dei loro zii e dei loro nonni. Molti di loro credono che sia un’opportunità di crescita dedicare il tempo libero al volontariato anziché perdersi davanti alla tv o al computer. Molti di loro credono nel valore della democrazia diretta perché vogliono partecipare alla vita politica senza la mediazione di terzi come i partiti politici. Eppure tra le generazioni non c’è frattura o scontro. Perché? I giovani sono convinti che per trovare un lavoro che corrisponda alle proprie aspirazioni e ai propri sogni sia necessario andare altrove. All’estero, dove la meritocrazia detta legge. Cosa si può fare per convincere i giovani a restare? Innanzitutto, bisogna iniziare ad ascoltarli e lasciare loro gli spazi di potere. Sì, gli adulti dovrebbero ascoltare i loro desideri e loro idee e ripartire da lì per costruire un mondo diverso, un’Italia migliore.

 

Chiara Selleri

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