Povere Università italiane!  Polemiche continue sulla qualità dell’insegnamento . sui criteri di scelta dei docenti , sul rapporto qualità prezzo . E’ otra la volta della classifica del QS - Leading global career and education network, - che colloca la prima università italiana , quella di Bologna , al 78° posto , seguita dalla Sapienza di Roma all’85° e dal Politecnico di Milano al 125°E’ una classifica che tiene conto non solo del rapporto tra i costi e la qualità dell’insegnamento ma anche delle prospettive occupazionali dopo la laurea . Ma i rettori italiani , pur a conoscenza di queste valutazioni negative che si succedono periodicamente , non fanno nulla per cambiare . Si limitano a lamentarsi della diminuzione dei finanziamenti da parte dello stato , ma continuano a fingere di non rendersi conto che non sono i finanziamenti a pioggia quelli che servono . L’Università italiana è quella che ha i ricercatori con l’età media più elevata , che vengono stipendiati se fanno o non fanno ricerca , che fanno carriera solo se il cattedratico vuole e se, principalmente , hanno con il cattedratico rapporti di parentela o peggio . La fuga dei cervelli , con l’impoverimento della qualità , dipende anche da questo . Ma le riforme annunciate dal Ministro  tardano a decollare anche e soprattutto per le resistenze della Conferenza nazionale dei Rettori , che vogliono che venga mantenuto il controllo sui concorsi , che permettono il proliferare di corsi di laurea ridicoli o inutili , che permettono l’esistenza di cattedre con  meno di dieci studenti . Riuscirà il Governo , e per esso il ministro Gelmini , ad incidere sul bubbone universitario ? I segnali , al momento , sono scoraggianti . (Michele Elio Fusco)