Un governo di pacificazione nazionale
Apr 25th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
L’incarico a Enrico Letta significa, sul piano politico, che si stanno realizzando le premesse di una pacificazione nazionale. E un simile risultato non va affatto sottovalutato. Certo, come ha sottolineato il presidente Napolitano, è importante che l’Italia riesca a darsi un governo dopo più di 60 giorni dalle elezioni. E’ importante che il governo prenda subito i provvedimenti necessari per il rilancio dell’economia e la riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma non meno importante sarà constatare che la nascita del governo Letta può segnare la fine del conflitto permanente tra le due forze politiche più rappresentative in Italia, e quindi il riconoscimento reciproco, tra destra e sinistra, della piena legittimità democratica e istituzionale.
In fondo, è proprio questo uno degli obiettivi indicati da Napolitano nel discorso di insediamento alla Camera, quando ha ricordato che fare politica non significa distruggere l’avversario e considerare in modo spregiativo (“inciucio”) ogni ipotesi di intesa; anzi, fare politica significa – nel senso più alto e nobile – discutere a viso aperto con tutti, anche con gli avversari, e trovare un compromesso quando le circostanze lo richiedano.
Dette da Napolitano, considerazioni di questo tenore sono apparse ad alcuni commentatori un segno di grande saggezza. Non appare superfluo ricordare però che si tratta delle stesse valutazioni di buon senso che il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, va ripetendo dal giorno dopo le elezioni del 24-25 febbraio. Fin dal primo momento, Berlusconi disse che dal voto erano uscite tre forze paritarie, e poiché una di queste si era sfilata, era evidente che la responsabilità del governo ricadeva sulle due forze più rappresentative in Italia, il Pd e il Pdl. Non solo. Benché il Pd avesse vinto con uno scarto minimo, appena dello 0,3 per cento, Berlusconi si disse pronto ad appoggiare un governo di larghe intese, a guida Pd, purché la scelta del presidente della Repubblica fosse condivisa e puntasse su un presidente di garanzia per tutti, come un atto di pacificazione.
Bersani ha ignorato per due mesi questa disponibilità, ha preferito puntare in modo testardo su un’impossibile alleanza con i grillini, ed è andato a schiantarsi. Ora, dopo l’incarico a Enrico Letta, e dopo che il presidente Napolitano ha indicato chiaramente che l’alleanza politica che lo dovrà sostenere è quella tra Pd, Pdl e Scelta Civica (appoggio che le tre forze politiche gli hanno garantito durante le consultazioni), nessuno è più autorizzato a mettere in campo una “convento ad escludendum” di qualsiasi tipo verso il Pdl e verso Berlusconi. Il riconoscimento politico reciproco e la pacificazione possono camminare di pari passo, e portare a un rinnovamento vero e profondo dell’Italia, da attuare con tutte le riforme condivise, a cominciare da quelle costituzionali. Il primo passo, che è sempre il più difficile, è stato compiuto. Ma il cammino vero, più impegnativo, si vedrà solo nelle prossime settimane. Altrimenti, rimane solo il ritorno alle urne.
Berlusconi: sono preoccupato, ma ottimista
“Enrico Letta? E’ poco importante chi guidera’ questo governo che tiene insieme chi insieme non ci vuol stare. La cosa importante e’ che il governo ci sia e che ci sia un Parlamento che possa approvare quei provvedimenti di cui abbiamo assolutamente bisogno per uscire dalla crisi recessiva e riprendere la via dello sviluppo”. Queste le parole di Silvio Berlusconi a Tgcom24.
“Abbiamo preparato otto disegni di legge e diamo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di farli approvare - aggiunge -. Sono molto preoccupato ma, essendo ottimista di natura, continuo ad essere fiducioso e a combattere”.