Berlusconi: e ora subito al voto
Apr 19th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Il discorso del presidente Silvio Berlusconi - Udine, 18 aprile 2013
Care amiche, cari amici,
grazie di essere qui! Grazie di essere qui così in tanti per il nostro candidato al governo della vostra Regione e anche ad accogliere me, con questa simpatia e con questo entusiasmo.
Ma cominciamo da qui, cominciamo subito dal Friuli.
Oggi non sono voluto mancare per nessuna ragione, anche se, come sapete, è una giornata importante per tutto il nostro Paese, non solo per il Friuli. Ci verrò tra poco.
1) Io sono qui oggi per tre ragioni. La prima: la vostra Regione deve continuare ad avere un buongoverno, un governo amico dei cittadini e delle imprese, un governo nemico del fisco e della burocrazia! Forza Renzo, sei stato un ottimo Governatore in questi anni, e da domenica potrai continuare il tuo buon lavoro!
2) La seconda ragione: mentre si sta chiudendo questa campagna elettorale regionale, voglio dirvi di stare pronti e di tenere il motore acceso, perché può iniziarne subito un’altra campagna nazionale, stavolta per vincere alla grande sia alla Camera che al Senato! Ecco, il vostro entusiasmo mi conferma in un convincimento: o c’è subito un governo forte per l’Italia, oppure è meglio ridare immediatamente la parola agli italiani e andare a votare a giugno.
3) La terza ragione è ringraziarvi per quello che è successo a febbraio, quando, pur partendo molto indietro nei sondaggi, abbiamo compiuto un recupero eccezionale anche qui in Friuli Venezia Giulia, e abbiamo mancato il successo pieno al Senato per appena 3.300 voti. Pensate, un numero davvero esiguo. E non escludo che questo margine sia anche dovuto all’antica professionalità della sinistra nello scrutinio delle schede.
Ma oggi i sondaggi nazionali (e per la vostra Regione, in caso di elezioni politiche, valgono dati analoghi), sono molto positivi: ci assegnano 5 punti in più rispetto a febbraio come Popolo della Libertà (dal 21 al 26%), facendoci ritornare ad essere il primo partito italiano. Ci assegnano 5 punti in più come coalizione (dal 29 al 34%), e ben 4 punti di vantaggio rispetto alla coalizione della sinistra…
In tutta Italia, non solo qui, c’è un clima che non avvertivo dalle nostre più grandi vittorie, forse addirittura dal 1994…Lo ripeto ancora, e desidero fare un po’ di conti insieme a voi. A febbraio ci sono mancati 3.300 voti. Bene. Voglio lanciare da qui un appello a chi si è astenuto, ma anche a chi, in buona fede, ha scelto di votare diversamente, sottraendo voti a noi moderati, a noi liberali.
Mi rivolgo ai 10.000 friulani e giuliani che a febbraio hanno votato per la lista di Oscar Giannino, e che certamente condividono la nostra impostazione liberale in economia, lontana dai tassatori e dai tartassatori! Ora sapete che quel voto è stato disperso, non è servito a nulla e che le vostre buone ragioni non sono rappresentate in Parlamento. Possiamo farlo noi, a Udine come a Roma! Non buttate via il vostro voto, domenica votate per il Popolo della Libertà!
Mi rivolgo agli 82.600 friulani e giuliani che a febbraio hanno votato per Monti e per il centro, e che oggi possono verificare che quel centro ha fallito, che ha avuto come risultato quello di avere privato i moderati, il centro destra, della vittoria. Con quei voti oggi avremmo noi la maggioranza alla Camera, al Senato, avremmo eletto uno dei nostri alla Presidenza della Repubblica, avremmo già dato all’Italia un governo liberale.
Già in tantissimi, dentro l’Udc e nelle altre componenti della lista di Monti, hanno potuto verificare che Monti pensa solo a sé stesso. E infatti già qui in Regione, l’Udc ha scelto di stare con noi, e questa scelta va salutata con grande soddisfazione.
E agli elettori di Monti e del centro, dico: stiamo insieme, non dividiamoci mai più, perché dividendoci facciamo l’interesse della sinistra, facciamo prevalere la sinistra. A Udine come a Roma, come nel resto d’Italia la sinistra è una minoranza e può affermarsi solo se noi moderati, se noi liberali, commettiamo l’errore di stare divisi. E quindi, ripeto, agli elettori che a febbraio hanno votato per il centro, domenica, tornate a votare, e votate per il Popolo della Libertà e per Renzo Tondo Governatore!
E poi mi rivolgo anche ai 171.000 friulani e giuliani che il 24-25 febbraio hanno votato per Beppe Grillo. Parliamoci chiaro. Capisco bene le ragioni profonde del vostro voto: è stato un atto di protesta, un grido di dolore contro la cattiva politica e contro chi ha sporcato le istituzioni. Lo capisco, capisco i vostri sentimenti. Ma ora avete verificato in che mani è finito il vostro voto. E avete capito perché in campagna elettorale parlasse solo Grillo, che era terrorizzato dall’idea che i suoi candidati andassero in tv. Ora li avete visti e sentiti, e capite bene perché li avevano imbavagliati. Avete visto che personaggi sono? Con che improntitudine, con che incompetenza. Ve la ricordare la Corrida di Corrado? Sono dei dilettanti allo sbaraglio! No, un grande Paese non merita questo. Il loro comportamento assurdo in Parlamento, il linguaggio, gli insulti, la volgarità. L’Italia non si merita queste sceneggiate…
E qui da voi, in Friuli, Grillo sta facendo la stessa cosa: si è piazzato qui da tre giorni per fare da “badante” ai suoi candidati, e parla solo lui, gli altri stanno zitti e buoni in un angolo. Ma vi domando: chi è il candidato alla Presidenza? E’ Grillo o è il solito dilettante allo sbaraglio?
Anche a questi elettori, che hanno votato Grillo e che ora si stanno giustamente pentendo, io dico: siamo noi che possiamo rappresentare e realizzare il vostro desiderio di cambiamento. Domenica non scegliete per il Friuli una comparsa, un ventriloquo, un figurante di cui fino a ieri non conoscevate neppure l’esistenza: scegliete una persona vera, in carne ed ossa, con la testa ben piantata sulle spalle, con una solida esperienza da imprenditore e da uomo di governo, scegliete il vostro, il nostro Renzo Tondo, date il vostro consenso al Popolo della Libertà. Date la vostra fiducia e la vostra approvazione anche a me, a chi ha combattuto e combatte per la vostra libertà da vent’anni!
Allora Da qui, da Udine lancio un appello a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia:
· scegliete il Popolo della Libertà;
· scegliete il nostro Renzo Tondo come Governatore della Vostra Regione;
· scegliete il nostro Adriano Ioan come Sindaco di Udine;
· scegliete come Presidente della Provincia un uomo della Lega, un nostro alleato corretto e leale, che è Pietro Fontanini.
A proposito di Grillo, fatemi dire ancora una cosa…Non resisto, ce l’ho qui…Ma vi sembra normale quello che hanno fatto con il loro sondaggio su Internet per il Quirinale? Da quella lotteria è uscita fuori come primo candidato alla Presidenza della Repubblica la Gabanelli, la signora di Report che vuole mandare tutti in galera: qualcuno ha detto che a quel punto, con la Gabanelli al Colle, la Repubblica italiana avrebbe dovuto dipingere sulla nostra bandiera un nuovo simbolo: le manette. Sto scherzando. Ma ho sudato freddo pensando che, con la Gabanelli al Colle, qualcuno potesse mettere al suo posto Prodi a Report su Rai 3…
Allora, dei grillini abbiamo già detto abbastanza, Non parlo neppure della candidata di sinistra, la Serracchiani, che sta lì, che hanno messo in vetrina, in passerella, per coprire le vecchie facce e la vecchia burocrazia della sinistra che non cambia mai, e che vuole riprendersi le leve del comando regionale…
Mi raccomando. In queste ore, da qui fino all’ultimo minuto di apertura dei seggi, avete un compito preciso: in casa, al lavoro, al bar, al telefono…Quello di spiegare bene a chi è ancora indeciso la situazione, affinché tutti vadano a votare. Non andare a votare è il più grande regalo che si può fare alla sinistra.
Le ragioni nazionali del voto sono chiare, e ci tornerò più avanti. Tutti capiscono che lunedì sera saranno i telegiornali nazionali, e martedì mattina i giornali nazionali, a guardare al risultato friulano come a un termometro della situazione politica complessiva. Se avremo un bel successo, sarà non solo un risultato importante per la vostra Regione che continuerà ad essere bene amministrata, ma sarà anche per tutti noi un successo nazionale davvero importante, un fatto politico di rilevanza nazionale.
Per la vostra Regione sapete bene quali sono le motivazioni fondamentali per il vostro voto. Il Friuli Venezia Giulia ha una tradizione di autonomia, che fa parte anche dell’identità di ciascuno di voi. Il problema è come noi, da un lato, e la sinistra dall’altro, interpretiamo questa autonomia.
Per loro, per la sinistra, l’autonomia è l’autonomia delle spese allegre, e delle tasse locali alte. E’ la loro logica statalista, trasferita a livello locale… Per loro, la macchina pubblica deve essere un pachiderma pesante, burocratico e quindi costoso.
Il loro trinomio è sempre: spesa alta, tasse alte, debito alto, cioè più spesa, più tasse, più debito.
Per Renzo e per noi liberali, vale il contrario. L’autonomia deve essere l’autonomia della spesa da ridurre, delle tasse da ridurre, del debito da ridurre, delle infrastrutture da realizzare, dei servizi da assicurare con una buona integrazione tra pubblico e privato. La macchina regionale e locale non deve essere pesante e burocratizzata, ma agile ed efficiente. E l’autonomia tributaria deve servire a finanziare tutte le funzioni regionali. È la rivoluzione che Renzo ha già messo in cammino, e che sarà completata nei prossimi anni.
Noi vogliamo dare attuazione a quell’autonomia fiscale che il mio Governo ha previsto per le Regioni di confine, con il federalismo fiscale, ossia una fiscalità di vantaggio, favorevole per l’economia locale che i burocrati romani stanno bloccando.
Sono tutte cose che voi avete giustamente nella testa e nel cuore. Tutti ricordiamo il dramma del terremoto del Friuli del 1976, e da qui è venuto l’esempio al Paese e al mondo di cosa il vostro popolo è stato capace di fare: ricostruire e creare sviluppo. Lo Stato deve capire che deve lasciarvi fare ciò di cui siete capaci. Autonomia, autonomia, autonomia.
Non sono parole, sono fatti concreti.
Il nostro governo della Regione,
· ha già ridotto il debito del 50%,
· ha ridotto le spese per le funzioni regionali del 20%,
· ha tagliato del 20% il numero dei consiglieri regionali.
Via l’Imu, riduzione di Irpef e Irap
Siamo stati i primi in Italia a farlo.
E ora, grazie a questi provvedimenti, possiamo andare all’attacco sulle tasse. Con Renzo, gli obiettivi fissati sono questi.
Primo. Azzerare l’Imu sulla prima casa e ridurla sui fabbricati produttivi. Volete anche voi azzerare l’Imu? Sì o no? Si!
Secondo. Ridurre le addizionali Irpef, le accise sui carburanti, le imposte sulla nautica? Li volete questi tagli? Sì o no? Sì!
Terzo. Ridurre drasticamente la più ingiusta delle tasse sulle imprese, l’Irap, che colpisce proprio le imprese che assumono e danno lavoro. Volete anche voi il taglio dell’Irap? Sì o no? Si!
E allora, se volete tutto questo, dovete darvi da fare per convincere almeno tre elettori indecisi a testa!
Ma il programma di Renzo e del Pdl prevede tanti altri obiettivi importanti. Voglio accennarvene solo alcuni, quelli che a mio parere davvero fanno la differenza, oltre alla lotta alle tasse e alla burocrazia:
1. la concessioni di importanti vantaggi fiscali per i lavori di ammodernamento energetico e di messa in sicurezza delle abitazioni. E’ un modo per dare più valore a quel pilastro del nostro futuro che è la casa;
2. la messa a disposizione di aiuti alle aziende italiane che operano sui mercati esteri, e qui ne avete tante, anche medio-piccole, che sono delle vere e proprie “multinazionali tascabili!”
3. e poi infrastrutture, e ancora infrastrutture, come la realizzazione della terza corsia autostradale, e anche infrastrutture immateriali e telematiche, come il completamento della rete informatica a banda larga.
Tra l’altro, sia voi che io abbiamo buona memoria. Nel 2008, alla vigilia dell’election day che univa Regionali e Politiche, Renzo ed io siglammo un patto che è stato integralmente rispettato. Ecco qua i punti, tutti legati a questioni cruciali su cui Illy non era riuscito a ottenere risposte serie da Prodi:
1. Per la terza la terza corsia dell’autostrada A4, era necessario il riconoscimento dello stato di emergenza e l’affidamento dei poteri commissariali al Presidente della Regione. FATTO. I lavori sono iniziati, e la Regione si è accollata l’onere di un’opera strategica per il Paese e l’Europa.
2. Legge per la costituzione dell’Euroregione Friuli Venezia Giulia-Veneto-Carinzia (che si allargherà a Slovenia, Istria, Fiume). FATTA. Lo Statuto è stato siglato a Venezia, e l’Euroregione gestirà i fondi europei.
3. Rafforzamento del ruolo internazionale del Friuli Venezia Giulia: il Governo Berlusconi ha organizzato vertici internazionali importanti a Trieste e a Villa Manin in Friuli. FATTO.
4. Trasferimento dei decimi IRPEF dei Pensionati alla Regione come stabilito dalla Corte Costituzionale (seppur limitato da un patto di solidarietà Stato-Regione). FATTO.
5. Riconoscimento nella legge 42 sul Federalismo Fiscale di una “fiscalità di sviluppo” per le Regioni di confine fra cui il Friuli Venezia Giulia, che “soffre” della concorrenza fiscale di Slovenia e Austria. FATTO.
6. Introduzione nello Statuto di Autonomia del Friuli Venezia Giulia delle competenze in materia di federalismo fiscale che consentiranno alla Regione piena autonomia IRAP, imposte locali, graduazione delle aliquote fiscali e detrazioni d’imposta oltre alla deduzione della base imponibile. Anche queste promessa è stata mantenuta.
Insomma, il governo Berlusconi ha dimostrato di credere davvero nell’autonomia del Friuli Venezia Giulia. Purtroppo poi, con il governo Monti, la musica è cambiata:
- I cosiddetti tecnici hanno introdotto unilateralmente gravi tagli ai trasferimenti garantiti da una norma costituzionale;
- Hanno bloccato di fatto sul tavolo Stato-Regione l’attuazione delle norme in materia di federalismo fiscale;
- Hanno messo in discussione con ogni mezzo, su pressione del PD, i poteri commissariali per la terza corsia anche se alla fine, incalzati dal PDL, hanno dovuto rinnovarli per altri due anni.
Come vedete, le cose fatte e quelle in programma sono cose epocali e strategiche per la vostra regione.
Meno tasse, meno burocrazia, più infrastrutture. Solo così possiamo evitare il fenomeno, che ci fa male al cuore, delle nostre imprese che si trasferiscono all’estero (anche qui vicino: come in Austria, o in Slovenia, o in Croazia) proprio perché lì sono “accolte” e da una burocrazia amica, e da un fisco amico, e possono godere di infrastrutture competitive che riducono i loro costi.
Credo di poter dire e di avervi dimostrato che i modernizzatori, gli innovatori, siamo noi. E’ solo con noi che si possono ottenere risultati concreti.
Con la sinistra tornerebbe la logica delle tasse sempre più alte su famiglie e sulle imprese, la logica delle battaglie contro le opere infrastrutturali (perché a sinistra il partito del “no”, il partito del “non fare”, è sempre in maggioranza), e in ultima analisi il risultato sarebbe:
- più tasse, più spesa, più debito.
- più imprese costrette a spostarsi all’estero.
- meno posti di lavoro.
E allora occorre darsi da fare! Dobbiamo darci da fare! Dobbiamo mettere in atto una vera e propria caccia agli indecisi! Siete autorizzati anche a telefonare alle vostre vecchie fidanzate! E le signore non protestino: perché anche loro sono autorizzate a ricontattare i loro antichi fidanzati. Par condicio, come è giusto che sia! Per la libertà si deve fare questo ed altro!
Veniamo alla situazione nazionale.
Questa mattina noi avremmo voluto eleggere subito, un uomo equilibrato, ragionevole, corretto alla carica di Presidente della Repubblica, un candidato che avevamo scelto tra i nomi che ci sono stati presentati dal Partito Democratico.
Il compito del Capo dello Stato è quello di unire il Paese, di rappresentare tutti, di essere per tutti garante della Costituzione e delle leggi. Per questo avevamo fatto una intesa con PD e Scelta Civica per una candidatura condivisa.
Abbiamo dovuto constatare che le divisioni e le guerre interne alla sinistra stanno paralizzando il Pd, rendendo difficile perfino l’elezione di un loro esponente dopo che ancora non è stato possibile dare vita a un governo.
Non abbiamo ancora uno straccio di governo
Oggi è il 18 aprile. Si è votato il 24 e il 25 febbraio. Sono passati 52 giorni, e non abbiamo ancora uno straccio di Governo.
Vi sembra una cosa possibile? Vi sembra accettabile che un Paese come il nostro debba subire questa paralisi?
Noi, già il giorno dopo il voto, siamo stati chiarissimi. Abbiamo dichiarato di essere disponibili ad entrare, a far parte di un governo di coalizione.
Lo ripeto ancora una volta, in modo che nessuno possa fingere di non aver capito: le strade sono due. O la sinistra accetta di dialogare con noi, di formare con noi il nuovo governo, rispettando la direzione di marcia liberale del nostro programma, oppure l’interesse del Paese e la gravità della situazione esigono che si torni subito al voto.
E bisogna farlo già a giugno, senza perdite di tempo che ci porterebbero all’autunno prossimo, o alla primavera 2014, o a chissà quando.
Il Paese, le imprese, le famiglie non possono aspettare.
Siamo tutti, a ragione, molto preoccupati.
Monti ha inseguito la Merkel sulla linea di una cieca austerità, e ci ha messo anche del suo, con una valanga di tasse che ci ha fatto precipitare in una gravissima crisi recessiva:
- i conti pubblici sono sfasciati, e forse servirà una nuova manovra;
- il debito pubblico sfonda ogni settimana tutti i record precedenti;
- ci sono decine e decine di imprese al giorno che chiudono;
- siamo arrivati a 3 milioni di disoccupati; un milione di licenziati soltanto nel 2012;
- la disoccupazione giovanile è al 37,8%, ed è una cosa che fa male al cuore
- sette milioni di italiani stanno entrando nell’area della povertà.
E quindi c’è bisogno, subito, di un governo liberale, forte e duraturo che possa approvare con urgenza quei provvedimenti urgenti e indispensabili per far ripartire i consumi, la produzione, le assunzioni, tutta l’economia.
Ve li ricordo sinteticamenti questi provvedimenti: so che già li conoscete, perché li abbiamo discussi diffusamente durante la campagna elettorale. Ora li abbiamo condensati in otto disegni di legge che stiamo presentando in Parlamento. Siamo convinti che, se approvati subito, potranno avere un impatto positivo e immediato sull’economia reale.
Uno: Via l’IMU e restituzione di quella già pagata!
Due: Basta con questa Equitalia!
Tre: zero tasse e zero contributi a chi assume giovani e disoccupati.
Quattro: via la camicia di forza della burocrazia alle imprese. Basta autorizzazioni ex ante, sì ai controlli successivi, ex-post.
Cinque: tagli ai costi della politica e ai costi della macchina dello Stato.
Sei: meno tasse sulle famiglie e sulle imprese.
Sette: grande riforma della giustizia civile e penale.
Otto: elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini e cambiamento della architettura istituzionale dello Stato per rendere davvero governabile il Paese.
Personalmente, mi auguro che questa sia l’ultima volta in cui il Capo dello Stato viene eletto con le attuali regole. E’ ormai un fatto sotto gli occhi di tutti che l’Italia è uno dei pochissimi Paesi occidentali in cui il Capo dello Stato viene scelto con queste procedure
Noi proponiamo (e nella scorsa legislatura siamo riusciti a far approvare questa riforma solo al Senato, purtroppo), che si passi all’elezione popolare diretta del Capo dello Stato, come accade in America o in Francia, per citare due esempi.
C’è una ragione storica alla base di tutto questo. I padri costituenti, nel ’46-’48, scrissero la Costituzione repubblicana avendo alle spalle l’ombra lunga della dittatura fascista, e la paura di un Governo troppo forte, di un “decisore” troppo potente, e così si orientarono su un sistema iperparlamentarista. Nel corso dei decenni, si è così radicato un sistema contraddittorio, un pericoloso mix di instabilità dei governi (che duravano in media un anno) e di stabilità della partitocrazia. Insomma, per un verso, debolezza e “vuoto” istituzionale; e, per altro verso, il “pieno” dei partiti.
Questa tendenza alla “non decisione” ha prodotto effetti devastanti:
- -un iter legislativo infinito e spossante,
- -regolamenti parlamentari fatti per bloccare, anziché per accelerare,
- -la quasi impossibilità per il Governo (serve l’avallo del Capo dello Stato, che ha dunque potere di veto) di ricorrere alla decretazione d’urgenza,
- -la debolezza di un Primo Ministro che può a mala pena redigere l’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, ma per il resto, rispetto ai Ministri, è solo un “primus inter pares”: pensate che non li può neppure rimuovere.
Noi dobbiamo convincere i signori della sinistra a mettere mano profondamente all’architettura dello Stato: altrimenti dovremo tenerci il vero (il più grave, il più scandaloso) “costo della politica”, e cioè la “non decisione” o comunque la “difficoltà di decidere”. Mentre gli altri Paesi hanno modelli istituzionali che consentono al Capo del Governo di decidere, e di decidere tempestivamente, qui questa possibilità è oggi negata. Anche questo non ci rende competitivi. E anche questo crea la disaffezione e la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni.
Voglio ringraziarvi ancora per essere qui. Abbiamo tante buone ragioni nella mente, e tanta speranza nel cuore, nonostante il buio in cui siamo immersi, nonostante l’irresponsabilità dei nostri avversari, nonostante tutto il male e le cose negative che vorrebbero buttarci addosso.
Voglio anche qui, da Udine, ricordare i tanti friulani e giuliani nel mondo che, emigrando, hanno creato ricchezza per la loro terra e per la terra di chi li ha ospitati, diffondendo nel mondo, con il loro esempio, una immagine positiva dell’Italia, l’esatto contrario degli uomini e delle donne della sinistra, che vanno per l’Europa a parlare male del proprio Paese e del proprio Governo quando non sono loro a governare…
Renzo, vieni qui con me! Forza, che siamo alla volata finale!!
Per concludere, vi rivolgo alcune domande, per vedere se siamo in sintonia:
Lo volete un grillino alla guida della Vostra Regione? Si o No? No!
Lo volete un dilettante allo sbaraglio alla guida della Vostra Regione? Si o no? No!
La volete la Serracchiani con tutto il suo codazzo di vecchi burocrati comunisti? Sì o no? No!
Lo volete Renzo Tondo, per continuare sulla strada giusta, per ridurre le tasse e la burocrazia? Si o no? Sì!
E volete che dal Friuli venga la scossa per vincere in tutta Italia, sia alla Camera sia al Senato? Si o no? Sì!
Siamo d’accordo su tutto, siamo in totale sintonia, non ci fa paura nessuno, siamo fortissimi!
Caro Renzo, nessuno riuscirà a toglierci la nostra positività, la nostra carica, la nostra passione, la nostra voglia di credere nel futuro, e soprattutto le nostre idee e le nostre proposte per cambiare in meglio il Paese che amiamo.
Ancora grazie a tutti per essere qui.
E dato che siete venuti qui, dimostrando entusiasmo e passione Vi nomino tutti missionari di verità e di libertà da adesso fino alla chiusura dei seggi. Non ho portato il mio spadone della libertà. Ma lo batto lo stesso, metaforicamente, sulla spalla di ciascuno di voi, sulla spalla destra, non la sinistra, perché sulla sinistra non ci riuscirei. Siete nominati tutti missionari di verità e di libertà.
E ora, mi raccomando, andate e moltiplicatevi! Convincete tutti, i vostri familiari, i vostri parenti, i vostri amici, i vostri conoscenti, tutti quelli che ancora non hanno le idee chiare, che sono ancora indecisi. Fatelo sino all’ultimo minuto, poi ci rivedremo per festeggiare!
E presidiate, mi raccomando, ogni sezione elettorale per difendere i nostri voti dalle insidie degli scrutatori professionisti della sinistra.
Vi voglio bene, e so che voi volete bene a Renzo e anche a me.
Viva il Friuli Venezia Giulia,
Viva l’Italia,
Viva il nostro Renzo,
Viva il Popolo della Libertà!