GLI IRRESPONSABILI

Apr 16th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

Quale aggettivo trovare per una classe politica intenta a crogiolarsi nei propri teoremi di principio senza accorgersi che il paese è in coma?

Mentre l’intera nazione chiede, esige, un governo pronto a dare stabilità e risposte concrete ai problemi ci troviamo al cospetto di irresponsabili che pur di difendere il proprio status sono disposti a distruggere ogni speranza.

Adesso è il nome del futuro Presidente della Repubblica il problema che rischia di impedire quell’intesa tra i maggiori schieramenti che eviterebbe la rovina di nuove elezioni.

Sì, perché in questo momento una tornata elettorale porterebbe solo a un nuovo stallo seppur con posizioni presumibilmente ribaltate.

Tutto ciò mentre la gente fatica, ma fatica sul serio, a sopravvivere.

Cosa importa agli irresponsabili tutto ciò?

Contano invece le battaglie intestine di partito, la difesa del potere personale, l’arroganza e la testardaggine di dimostrare di non aver sbagliato anche se i risultati sono evidenti.

Basta! È il grido che giunge dalla strada. Una voce che si fa sempre più forte e che rischia di diventare un urlo violento. Il gioco si fa pesante. Dopo la disperazione potrebbe non restare altro che la reazione violenta.

Quando il potere politico non riesce a dare risposte è questa la strada che spesso, troppo spesso, s’imbocca. Il nostro Paese ne sa qualcosa e sono ferite che ancora bruciano sulla pelle di un intero popolo.

Chi si è reso conto del momento ha offerto la propria disponibilità a trattare e sedersi allo stesso tavolo di chi sino al giorno prima è stato un nemico più che rivale, questo sia a destra che a sinistra. Rimangono invece arroccati sulle proprie posizioni personaggi che forse si erano già spesi per scenari ormai tramontati e irrealizzabili.

La gente italica è disposta a comprendere anche l’incomprensibile, a sobbarcarsi situazioni che in ogni altra parte del mondo sarebbero inaccettabili, ma non è stupida né tantomeno disposta a sacrificare i propri affetti. E oggi stiamo arrivando proprio a questo.

Dopo la guerra si diceva che non vi era famiglia che non piangeva un disperso, oggi non c’è famiglia che non viva il dramma della disoccupazione, di un giovane alla ricerca disperata di un lavoro, di qualcuno che ha perso la propria dignità di essere umano, di un’impresa che chiude i battenti soffocata dalla crisi e da uno Stato che pretende senza dare.

No, la gente ormai è ben poco disposta ad accettare nuovi saggi o altre perdite di tempo. Anche chi aveva cavalcato la protesta andando, come risultato, ben oltre le sue stesse aspettative ha palesato tutta la propria incapacità politica. Non basta saper gridare e arringare, occorre essere in grado anche di costruire.

Napolitano ha cercato in ogni modo di trovar tempo affinché la logica avesse il sopravvento, purtroppo l’obiettivo è stato mancato.

Ora dobbiamo solo sperare che, prima di arrivare all’elezione del Capo dello Stato, qualcuno abbia un sussulto di realismo e comprenda l’esigenza di confrontarsi con chi rappresenta, comunque e in ogni caso, la metà del paese.

E’ una speranza a cui è necessario aggrapparsi.

 

Edoardo Barra

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento