La situazione è grave, serve responsabilità

Apr 9th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

Il presidente Napolitano, elogiando il coraggio che dimostrò Enrico Berlinguer nel lontano 1976 aprendo alla Dc, ha lanciato un monito preciso a chi ha orecchie per intendere. Certo, negli anni ‘70 l’Italia era sotto il fuoco del terrorismo rosso ma, proprio come oggi, la crisi economica era gravissima e “la situazione finanziaria era fuori controllo“. Serviva “una visione della politica come responsabilità“, e il Pci di allora seppe tirarla fuori. Napolitano ha parlato delle vicende politiche di quasi 40 anni fa, ma il suo pensiero si riferiva chiaramente anche allo stallo politico di oggi, determinato - questo lo aggiungiamo noi - alla caparbietà di Bersani che di larghe intese non vuol neppure sentir parlare. Un atteggiamento che alimenta i rischi dell’antipolitica, malattia mortale della vita democratica che attraverso “un fanatismo moralizzatore” mette in pericolo la stessa tenuta delle istituzioni.

Il Capo dello Stato, ovviamente, non ha specificato a chi si riferiva. Ma tutti gli osservatori hanno letto le sue parole come un riferimento alle manifestazioni più estreme della falange grillina, entrata in Parlamento con la missione salvifica di purificare la politica senza conoscere nemmeno l’abc del diritto costituzionale e dei regolamenti parlamentari. Oggi il Movimento 5 stelle forse occuperà le Camere per far partire le commissioni parlamentari senza sapere che se non si costituisce un governo, e non si sa chi è maggioranza e chi opposizione, i lavori non possono iniziare. Ma il messaggio vero di Napolitano è probabilmente un altro. Se ieri ci fosse stato Bersani nella sala Zuccari del Senato, gli sarebbero fischiate le orecchie.

Il segretario del Pd resta, infatti, testardamente fermo sul no ad ogni ipotesi di governissimo. E il suo vice, Enrico Letta, che pure è iscritto all’albo delle colombe, si è subito affrettato, intervenendo a Otto e mezzo, a interpretare le parole del presidente come se fossero riferite unicamente alle larghe intese del 1976, e non alla situazione di oggi. Dunque, per il momento il Pd resta arroccato su uno stallo incomprensibile e irresponsabile, nonostante le aperture di quanti, a partire da Franceschini, avevano lanciato chiari segnali di apertura a un’intesa con il Pdl, aprendo spazi a una collaborazione di governo.

Oggi ci sarà la riunione dei gruppi parlamentari del Pd, ma c’è da scommettere che nessuno uscirà allo scoperto contro il segretario. Tutti attendono l’incontro tra Bersani e Berlusconi in programma per metà settimana. Intanto il tempo passa sulle spalle del Paese e riprendono fiato pasdaran come Corradino Mineo che è addirittura arrivato a incolpare di tutto Napolitano che avrebbe “la gravissima responsabilità” di non aver voluto dare un incarico pieno a Bersani, nonostante non avesse numeri certi in Parlamento. La realtà, come confessano in molti, è che tutti ormai hanno un occhio alla scelta del Capo dello Stato e un altro all’imminente congresso, dove si deciderà il prossimo leader del partito. Un avvitamento che non promette nulla di buono, nonostante la prova di responsabilità data in dosi industriali dal Pdl.

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