Ecco i sondaggi. Il centro destra vincerebbe le elezioni
Mar 21st, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Se si rivotasse oggi il centrodestra vincerebbe le elezioni ribaltando il risultato del 24-25 febbraio, quando la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani prevalse di strettissima misura (120 mila voti alla Camera). Lo dicono concordemente tre istituti di sondaggi: Scenaripolitici.com, Ipr e Euromedia Research.
Ecco i numeri. Centrodestra: 31,4 per cento per Scenaripolitici, 31 per Ipr, 30 per cento per Euromedia. Centrosinistra: 31,1 per Scenaripolitici, 28,9 per Ipr, 28,8 per Euromedia. Movimento 5 Stelle: 25,0 per Scenaripolitici, 24,5 per Ipr, 28,5 per Euromedia. Scelta Civica: 8,5 per Scenaripolitici, 8,0 per Ipr, 8,0 per Euromedia.
Ricordiamo i risultati delle elezioni di un mese fa, relativi alla Camera dove è in vigore il premio di maggioranza su scala nazionale: il centrosinistra guidato da Bersani ottenne il 29,5 per cento; il centrodestra di Berlusconi il 29,1; il Movimento 5 Stelle di Grillo il 25,5; la Coalizione di centro guidata da Monti (Lista Civica si presentò come formazione unica al Senato) il 10,5 per cento.
Dunque il centrodestra di Berlusconi salirebbe di 2,3 punti per Scenaripolitici.com, di 1,9 punti per Ipr, di 0,9 per Euromedia. Il centrosinistra di Bersani aumenterebbe a sua volta (ma non al punto da scavalcare il centrodestra) di 0,6 punti per Scenaripolitici, calerebbe sempre di 0,6 per Ipr e di 0,7 punti per Euromedia.
Il Movimento di Grillo perderebbe mezzo punto per Scenaripolitici, un punto per Ipr, mentre guadagnerebbe tre punti per Euromedia piazzandosi in questo caso a un’incollatura dal centrosinistra.
Quanto al raggruppamento montiano, è dato il calo da tutti gli istituti. Di due punti per Scenaripolitici, di due punti e mezzo per Ipr ed Euromedia.
Si tratta ovviamente di sondaggi: ma di tre istituti diversi, e proprio di quelli che si avvicinarono di più, un mese fa, al risultato elettorale. Del resto questi numeri rispecchiano ampiamente sia ciò che è avvenuto in questi giorni, sia gli umori dell’opinione pubblica. E cioè: il risultato ottenuto dalla sinistra a febbraio si è rivelato una vittoria di Pirro, Bersani non si è ripreso è non è riuscito né a ipotizzare un governo né ad abbozzare uno straccio di programma sulle vere priorità del Paese, quelle economiche. Ha soltanto inseguito i grillini, senza risultato. Ha cercato di rastrellare potere, riuscendoci in parte con l’elezione dei presidenti delle Camere (ma Pietro Grasso a dispetto delle intenzioni bersaniane può essere considerato un personaggio di garanzia, e fu nominato alla direzione nazionale antimafia dal nostro governo), e mira a prendersi pure il Quirinale.
Il centrodestra ha al contrario agito responsabilmente, dichiarando fin da subito, con Berlusconi e con Alfano, che il quadro uscito dalle urne richiedeva innanzi tutto di dare all’Italia un governo, in secondo luogo una responsabilità condivisa per il bene del Paese. Ed il Paese lo ha capito. I grillini hanno incassato i dividendi della sfrenata corte di Bersani, mentre non sono stati in grado di avanzare una proposta concreta per governare l’Italia, tanto più sul terreno economico. Quanto a Monti, il suo declino è proseguito nel dopo-elezioni, soprattutto con la mossa incauta di abboccare alla candidatura al Senato fattagli balenare da Bersani, ricevendo un secco no da Giorgio Napolitano.
Ecco perché possiamo considerare questi sondaggi attendibili. Ecco perché il ritorno alle elezioni spaventano la sinistra. Ed ecco perché la logica e il bene dell’Italia vuole che si dia ascolto a quanto chiediamo: il Paese ha bisogno di un governo e di istituzioni che, in una forma o nell’altra, prevedano la responsabilità ed il coinvolgimento di tutti.