Dai “Mestieranti” ai “Maneggioni”

Mar 13th, 2013 | Di cc | Categoria: Sport

Cara vecchia, adorata Campania! In quanti guai mi cacci! Mentre a Torino, la Primavera del nuovo corso, il triplete, (Viareggio Cup è saltata, colpa i calci di rigore ndr) inizia la preparazione per affrontare allo Juventus Stadium, i bianconeri, nella finale per la Coppa Italia Primavera, lo staff dei dirigenti chiamati da Aurelio a ripensare il nuovo settore giovanile, studieranno, poi, nei mesi a venire,  lo sfoltimento della rosa ed i rinnovi contrattuali degli elementi confermati da Saurini, assisto ai ludi della cortesia. 

Cara vecchia Campania, quante me ne combini! Ma quanta colpa ha la gente minuta, spicciola, il tifoso, l’appassionato, il giocatore in se per se? E quanta altra invece il dirigente? Colui che dovrebbe condurre e non conduce, colui che dovrebbe fissare il tema e non fissa? E in certi luoghi, dove pure dovrebbe nascere lo sport, che odori si percepiscono? Sono centri di sport o sentine puzzolenti?

Maneggioni, perfidi, ben protetti, spiano e speculano. Su tutto e con un cinismo, e una disonestà che può portarli, prima o dopo, anche a Poggioreale. Il lavoro instancabile delle Procure di Napoli, Bari e Cremona insieme e con quelle di Torino e Milano, è orientato proprio su costoro. Maneggione (o accattone) però non è l’ex giocatore che per sbarcare il suo difficile lunario, gira ed osserva; maneggione non è il tecnico rimasto senza posto e quindi adattatosi a scoprire talenti; questi fanno parte del mondo dello sport, vi appartengono di diritto; devono restarci. Maneggione è colui che coltiva le simpatie del presidente – fesso, spacciandogli per vere mille menzogne, falsando la realtà; maneggione però finisce con lo essere anche il presidente che si fida troppo di lui!

C’entra in questo discorso anche la Lega? Serie A, Serie B, Professionisti, la Lega Pro (ex serie C), l’Interregionale (oggi Serie D), la Dilettanti ed i suoi tantissimi Comitati Regionali, Provinciali e Locali, che sia? Per carità! Ma se questi organismi non operano selezioni, se non aiutano, ad esempio, i tecnici ed i giocatori locali ad essere utilizzati, se si prestano al caos che esiste, si fanno corresponsabili dello andazzo e allora conviene intervenire.

In Campania c’è odore di bruciato ma non nelle società, non nei giocatori, non in alcuni dirigenti, non nei veri talent scout, o nei manager seri, ma in un “giretto” ormai individuato e quindi quasi in fuori gioco.

In Campania accade quello che accade in qualsiasi parte d’Italia, compresa la Toscana e la Lombardia, con rispetto parlando; ma quel che accade qui subisce modifiche, stravisamenti, piccole, delicate ma importanti violenze. Il pinco che parla con palla, è fatto comune: ma da noi la speculazione è diventata legale.

E non vado a parare dalle parti del moralismo, ma dalle parti dello sport che va difeso. Dalle parti del calcio che sta andando a puttana, per colpa innanzitutto di alcuni dei suoi dirigenti più noti.  Molti di loro, infatti, sono trascinati davanti ai Tribunali di Napoli, Roma e Torino, scandalizzando e facendo gridare con le loro autorevoli voci Oliviero Beha, Marco Travaglio, Aldo Agroppi e, dulcis in fundo, Zednek Zeman.

Cara vecchia Campania, dici che faccio del moralismo spicciolo? Manco a pensarlo. Cerco di dire la verità, convinto come sono che solo le troppe verità taciute fino a oggi, ci hanno sconciato come sappiamo e vediamo. Dici che non cambia niente? Non è vero. Tante cose ho visto cambiare in 39 anni e passa di giornalismo, al servizio appunto del vero.

Ma non bisogna cedere. Questo è il segreto. Bisogna saper lottare e vincere. Non vince da tempo Erminio Rullo, classe 1984, tanti anni di serie A ed oggi fermo.

Il mercato del calcio meridionale è prima che una mia invenzione una necessità sociale immediata. Lo hanno detto anche a De Laurentiis e a De Laurentiis, spero, gli venga il prurito di volerlo organizzare lui!  Nei bellissimi Alberghi del Lungomare, così tanto cari proprio a don Aurelio. Tante sono le locations. Lo spero.

I fratelli Cannavaro prima, i fratelli Insigne, oggi e con loro Ciccio Lodi, Floro Flores, Aniello Cutolo, Marco Borriello, Ciro Immobile, Criscito, Quagliarella e tanti altri mi fanno sperare che, adesso, tutti scoprano il calcio di casa. Perfino, il vulcanico Aurelio…. E non credo, spero per lui, sia disposto a far esplodere altre guerre. Non gioverebbe, del resto, al suo tramonto di uomo di azione. Si ritroverebbe solo. E, noi tutti, invece, intendiamo rispettare il suo tramonto. De Laurentiis ha dimostrato nei primi anni del suo ritorno a Napoli di essere davvero bravo ma appartiene a quella categoria di campani (è di Torre Annunziata ndc) che si ritiene decisamente più furba di tutti. Se si ostina, come sembra che stia facendo, cadrà miseramente, come sono caduti tanti prima di lui (Fiore, Ferlaino, Corbelli, Naldi, Gaucci, Moggi, Giraudo etc.).

Una nuova classe di dirigenti sportivi è pronta. Vi fanno parte……………………………: apriamo le porte ma diciamo loro di continuare ad avanzare nello sport non più con le astuzie e gli inghippi ma con l’intelligenza. Lo sport non è una gara tra furbi ma tra gente sana. E, poi, noi non aduliamo ma con onestà critichiamo. Che capiscano costoro che saranno rispettati se sapranno rispettare. Che vinceranno se sapranno lottare. La cara, vecchia Campania, il Sud tutto, hanno bisogno di un pizzico di amore e di onestà con lo sport.

Vogliamo concederlo?

Concedetemi un saluto, prima di chiudere questo pezzo, alle Curve A e B, a don Aniello Manganiello ed  ai giovani campioni del Napoli, cioè Cavani, Insigne, Hamsik e Inler, con i difetti e le bizze della loro giovane età.

 

NANDO TROISE

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