Teatro:“Le ore della mia giornata” di Ciro Marino con Tina Femiano
Mar 7th, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e CulturaIn scena alla Sala Ichos (via Principe di Sannicandro 32a – San Giovanni a Teduccio, Napoli) dal 7 al 10 marzo 2013, (da giovedì a sabato alle 21, domenica alle 19) “Le ore della mia giornata” di Ciro Marino con Tina Femiano, adattamento e regia di Carmen Femiano, sonorizzazione e musiche di Max Carola, luci di Ciro Di Matteo, scenografia di Peppe Zinno.
LA STORIA
La giornata di Maria Stornaiuolo inizia molto presto la mattina. La prima ora della sua giornata se ne va tra lavatrici, panni da stirare, stendere, la cucina, i letti e tutto il resto appresso. Gran parte della giornata, Maria non la passa con la sua famiglia. Maria lavora in una fabbrica di maglieria dei Cinesi a San Giuseppe Vesuviano. A San Giuseppe Vesuviano, i bambini cinesi parlano solo il dialetto sangiuseppese, di Italiano non conoscono nemmeno una parola. A San Giuseppe Vesuviano, i bambini cinesi li allevano le donne del paese.
Perché gli operai cinesi lavorano, lavorano sempre e non hanno tempo di allevarli. I bambini tornano in fabbrica dai genitori, solo la sera per dormire e qualche volta giocano un po’ lì, tra le macchine da cucire e i rocchetti di cotone. Sono le sei del pomeriggio e Maria Stornaiuolo è molto stanca. La dodicesima ora della sua giornata e sempre la più lenta a passare, perché è l’ultima prima di tornare a casa. È sempre così. Ma non oggi. Oggi Gesù Cristo ha deciso che le cose devono andare in un altro modo.
Una cornice minimale, non solo in senso figurato, racchiude il quadro astratto di una vita composta di fili, che s’intrecciano e si separano, e rappresentano il quotidiano pane di un’operaia e della sua famiglia, ma anche quel quotidiano che si trasforma in una “gabbia” che, persa di vista, diviene mortale. Una sonorizzazione continua quasi subliminale, in quadrifonia, crea un profondo campo sonoro in cui è immersa la musica, un ibrido cino-napoletano, che scandisce le ore della giornata di Maria Stornaiuolo. L’operaia sperimenta un senso d’impotenza e smarrimento, che racconta con sarcasmo e autoironia, del tutto involontari. Il suo disarmante buonsenso prova a dipanare l’assurda matassa del nostro tempo, con l’uomo che, ormai, domina il pianeta e può sfruttarne le immense risorse, fino a saccheggiarle senza rimedio. Risorse come la scienza e la tecnica, che giungono a scoperte e invenzioni sempre più strabilianti in grado di migliorare la nostra vita, ma anche di peggiorarla. Oppure il mondo, che sembra diventato più piccolo, con i popoli, le nazioni, le etnie a contatto sempre più ravvicinato, e le loro concezioni filosofiche, ideologiche o religiose, le loro tradizioni, spesso in posizioni di contrasto, anche all’interno di una stessa comunità.
“Le ore della mia giornata” ha vinto il Premio “DREAM TEAM” per il teatro di Impegno civile “Antonio Landieri” 2013