La salsiccia di Monte San Biagio protagonista in tavola
Feb 26th, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e CulturaMancano pochi minuti…tra poco si scende. Incredibile. In meno di un’ora, si prende il treno a Termini e si arriva a Monte San Biagio nel “regno della salsiccia”, ma non una qualsiasi, qui c’è la salsiccia “monticelliana” quella con la “petarda” dentro, ovvero il coriandolo. Il gusto è forte, o fortissimo, dipende se la si sceglie carica o meno carica di peperoncino. Ma è buona, buonissima e una tira l’altra. Dal 1 al 3 marzo la salsiccia sarà la regina della tavola a Monte San Biagio, in provincia di Latina. Dalla Porta di San Rocco, o da quella dedicata a San Vito oppure dalla Porta del Castello, non c‘è che scegliere la strada che si preferisce per entrare a visitare il centro storico medievale del paese. E pensare che, alle sue spalle, tra le montagne qualcuno ancora chi vive godendosi la natura e il suo ciclo, senza contaminazioni alcune. La luce è quella delle candele ed è il camino a riscaldare l’ambiente. È qui che si respira la tradizione. È qui che con uno sforzo di immaginazione possiamo capire come vivevano i nostri nonni.
A portare la tradizione della salsiccia furono, secoli or sono, i Longobardi. E’ da allora che gli abitanti del posto condiscono la carne di maiale solo con il coriandolo, e ancora oggi non producono prosciutti, pancette, guanciali e lonze, ma solo salsicce con l’appellativo “monticellane”. Da Monticelli, storico nome di Monte San Biagio. Il coriandolo, elemento principe della salsiccia è un potente antibatterico e per questo ne custodisce le proprietà. E i Longobardi, che la sapevano lunga, ne facevano il giusto utilizzo. Questo popolo nomade, inoltre, preferiva ricavare dai maiali solo salsicce e salami, perché facilmente trasportabili e subito commestibili.
Anche quest’anno Monte San Biagio celebra il principale prodotto della propria tradizione culinaria con la 9° edizione della sagra della salsiccia. Tre giorni di festa nei quali il paese si anima grazie anche agli stand dei prodotti tipici locali e nazionali, all’angolo dell’antiquariato, alle visite guidate curate dall’Associazione Commercianti del centro storico e alle band musicali che si alterneranno sul palco.
Dolcemente adagiato su una collina a 133 metri sul livello del mare, Monte San Biagio conserva ancora le tracce di un passato ricco di storia. La prima citazione del castellum Monticelli risale al 1099 quando il nobile Crescenzo, abitante nella rocca di Monticelli, vendette un appezzamento di terreno; il castrum fece parte del ducato di Fondi fino al 1140 da allora fu incluso nella contea normanna di Fondi, inquadrata nel regno di Napoli e concessa in feudo alla famiglia Dell’Aquila. Successivamente passò sotto il dominio di sei diverse famiglie: Caetani, Colonna, Gonzaga, Carafa, Mansfeld e di Sangro. Fino all’unità d’Italia, Monticelli fu il primo centro abitante del Regno delle Due Sicilie in cui si imbattevano i viaggiatori che da Roma raggiungevano Napoli mediante la Via Appia.
Per chi desidera trascorrere qui un week end e non tornare a casa dopo la scorpacciata culinaria, perché a Monte San Biagio l’ultimo treno e a mezzanotte e volendo si potrebbe, può visitare l’Epitaffio che si trova al km 109,400 della Via Appia. E’ una costruzione in pietra di stile classico. La Torre: poco distante, che ha segnato il confine dello Stato Pontificio fino al 1870, fu costruita durante il pontificato di Sisto V, (1585-1590). Mausoleo Imperatore Galba: sulla Via Appia , al Km 110,500. Passo di Portella: una costruzione formata da due torri in mattoni unite da un arco a tutto sesto. Originariamente l’antica Via Appia passava sotto di esso. Il Castello costruito sui ruderi di una fortezza o di un tempio romano, la sua pianta è trapezoidale e domina il bacino Fondi-Monte san Biagio. Sughereta San Vito che è stata classificata come area di interesse naturalistico ed è l’unica esistente in Italia con alberi di alto fusto. Si espande su una zona di circa 300 ettari; possiede sughere e lecci di oltre cent’anni e un sottobosco di flora mediterranea.
Nelle giornate della sagra saranno presenti stand di prodotti tipici locali e nazionali, l’ angolo dell’ antiquariato e artigianato locale, mercatini presenti anche all’ interno del centro storico con servizi navetta dalla sagra al paese, visite guidate curate dall’ associazione commercianti del centro storico.
Curiosità, come si prepara la salsiccia
Ma la vera protagonista sarà la salsiccia “monticellana” - così chiamata perché Monte San Biagio si chiamava, fino al 1863, Monticelli - preparata secondo un’antichissima e meticolosa ricetta. I semi di coriandolo (detto localmente “petarda”) vengono fatti essiccare o vengono abbrustoliti prima di aggiungerli alle salsicce, il cui retrogusto di fumo, dovuto al fatto che vengono fatte “maturare” per due o tre di giorni in un locale con un camino acceso con legna di lentisco, rappresenta un’altra loro caratteristica peculiare. Prima di essere insaccata in budelli naturali, inoltre, la carne viene bagnata con il vino Moscato di Terracina, mentre la conservazione sott’olio avviene preferibilmente con olio extravergine di oliva della cultivar Itrana.
I numeri della salsiccia di Monte San Biagio
Oggi a far parte del Consorzio Salsiccia di Monte San Biagio sono ben 12 produttori artigianali, che in pochi anni hanno portato la produzione da 1.000 a ben 3.500 quintali l’anno, ai quali si devono aggiungere almeno altri 3.000 quintali di salsiccia che derivano esclusivamente dalla lavorazione casalinga. Gli elementi tradizionali nel processo produttivo si ritrovano nell’utilizzo rigoroso di suini locali (anche allevati al pascolo) per le produzioni artigianali di salsiccia secca, mentre per la salsiccia fresca si predilige la carne di suino nazionale. A far crescere la produzione della Salsiccia di Monte San Biagio hanno contribuito negli anni professionisti del settore insieme Vittorio Iacovacci, presidente del Consorzio che da sempre opera nel settore.