Berlusconi: vinciamo anche stavolta e con noi meno tasse e più sviluppo
Gen 31st, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
“Eliminazione dell’Imu sulla prima casa, abolizione o modifica del redditometro, stimolo alle imprese per assumere senza il peso di contributi e imposte, aumento a 5mila euro dei pagamenti in contanti”. Lo dice Silvio Berlusconi in un’intervista pubblicata nel numero di febbraio del magazine Pocket.
Sulla compensazione di debiti e crediti nei confronti della pubblica amministrazione: “vorrei che fosse definita una legge e che non ci si limiti, come ora, a qualche sporadica sentenza della magistratura”.
“Il pareggio di bilancio anticipato, nel momento in cui firmai il documento, era l’unica scelta possibile. Ma c’erano tre modi per perseguire quell’obiettivo: rilanciare la crescita, tagliare le spese, aumentare le tasse. Noi avremmo utilizzato i primi due, Monti ha preferito usare il terzo, le tasse. Per spremere i contribuenti non c’è bisogno della Bocconi, uno studente di ragioneria saprebbe farlo benissimo”.
Ad una domanda sul perché gli italiani dovrebbero votare lui e non Monti, risponde: “per governare ho chiesto e ottenuto il consenso degli italiani, non quello della signora Merkel. Fino a due anni fa eccetto gli addetti ai lavori, nessuno aveva sentito parlare di spread. Ora sembra il principale tema economico del Paese, ma non è affatto un indicatore della salute economica, tanto è vero che oggi è sceso, ma la crisi è più grave di prima…”.
“I tempi sono più che maturi per un leader di partito al femminile, per un primo ministro donna. Sono sicuro - aggiunge - che sarà il centrodestra ad esprimere un leader al femminile”.
“Abbiamo operato un profondo rinnovamento, mettendo in lista molti giovani. Molti giovani e tanti amministratori locali radicati nel territorio e numerose donne. Non abbiamo voluto quelli che hanno bisogno della politica per vivere, i ‘professionisti’ disposti a qualsiasi compromesso pur di non lasciare le posizioni di potere. Sono loro che hanno rovinato la politica in Italia”.
“Se incontrassi ancora la Merkel da presidente del Consiglio o da ministro? Non avrò bisogno di spiegarle, perché lo sa già, che la musica è cambiata rispetto al governo Monti. In ogni caso i rapporti personali tra me e la signora Merkel, come quelli con tutti gli altri leader europei, sono ottimi”.
“Giorgia Meloni è una giovane capace e appassionata, cha ha un modo di intendere la politica un po’ diverso dal mio. Forse un po’ più vecchio, più tradizionale del mio, nonostante la giovane età. La rispetto e la stimo, tanto è vero che l’alleanza e la lealtà reciproche non sono mai venute meno”.
“Sono un cristiano convinto, un cristiano orgoglioso di una fede basata sull’amore, sulla tolleranza, sul rispetto, sulla grandezza dell’uomo fatto a immagine di Dio. Poi naturalmente sono un modesto peccatore che cerca di essere all’altezza degli insegnamenti avuti in famiglia e a scuola, dai Salesiani”.
“Sì ad un’Europa diversa da questa, sì a un’Europa dei cittadini, con sovranità politica, economica e monetaria. Ma cedere la sovranità agli Stati Uniti d’Europa, ad un’Europa dei popoli eletta dai cittadini sarebbe ben diverso che cederla ai burocrati di Bruxelles”.
“Renzi rappresenta un’idea di sinistra finalmente moderna, occidentale, europea. E infatti il Pd lo ha ridotto al silenzio”. Veltroni, Occhetto, D’Alema, Franceschini, Bersani: “con nessuno di loro ho instaurato un dialogo costruttivo, anche perché tutti hanno avuto il merito di condurre la sinistra ad una sonora sconfitta, tranne Bersani. Ma per lui è solo questione di tempo”. “Vorrei vivere in un Paese dove la parola comunismo fosse solo un brutto ricordo; in Italia non è ancora così”.
“Ci sono state grandi figure nella Prima Repubblica alle quali penso con rispetto: De Gasperi, Einaudi, La Malfa, Nenni, Malagodi”. E aggiunge: “ed anche Bettino Craxi, di cui sono orgoglioso di essere stato amico”.
“Non mi alzo mai dalla sedia di fronte ad una domanda, anche se ‘cattiva’. Il mio primo errore - prosegue - è stato quello di fidarmi troppo di persone legate ad una vecchia visione della politica: Fini, Casini ma anche Monti, che pure dovrebbe essere un tecnico e non un piccolo politicante”.
“Mi piacciono le sfide difficili ma non quelle impossibili. Ogni volta che mi sono cimentato in un’impresa difficile gli scettici hanno tentato di fermarmi. Ma ogni volta ho smentito gli scettici ed anche stavolta, gli scettici, saranno delusi. Perché vinceremo anche questa sfida, per l’Italia”.
“Santoro è un bravo professionista ed è il solo conduttore che ha avuto il coraggio di invitarmi in prima serata, riconoscendo che fossi l’unico leader ad avere il coraggio di presentarsi. Questo non significa che il suo modo di fare televisione mi piaccia”.
“Ho sempre garantito a tutti quelli che hanno lavorato nelle mie aziende ampia libertà. Nessuno, da Santoro a Mentana a Costanzo, per citare quelli più lontani da me politicamente, può mai dire che a Mediaset sia stato esercitato il minimo condizionamento. Vorrei che altre televisioni ed altri giornali fossero altrettanto liberi”.
“Quella di Montezemolo è un’operazione d’elite, nata e cresciuta in alcuni salotti buoni della finanza e dei giornali. Noi volevamo ridare agli italiani il diritto di scegliere da chi essere governati. I ‘centristi’ di oggi vogliono togliere questo diritto agli elettori e riportarlo nelle segrete stanze del Palazzo. Siamo molto diversi”. Berlusconi si è detto anche “deluso sul piano umano e su quello politico” da Gianfranco Fini. Ma ha aggiunto che “c’è da salvare, ed è ben saldo, il rapporto con una comunità di destra nella quale ho trovato persone straordinarie”.
“Ho guardato con simpatia a Renzi”
“Ho un sogno che è quello di realizzare, in tutti i capoluoghi di provincia, accanto alle vecchie città, delle nuove città, delle new town, costruite in modo ecosostenibile, con i criteri della più moderna edilizia orizzontale e del risparmio energetico”. Lo annuncia Silvio Berlusconi in un’intervista a Toscana Tv, spiegando che “sarà un sogno egoistico ma consentirebbe di apportare un segno tangibile di modernità nel nostro Paese e di offrire opportunità occupazionali a migliaia di persone, rilanciando l’edilizia. Parlo di sogno e non di progetto perché bisognerebbe cambiare la Costituzione, per poterlo realizzare, togliendo alle Regioni, e riportandole al Governo centrale, le deleghe in materia di programmazione urbanistica”.
Poi parla del sindaco di Firenze: “se le primarie le avesse vinte Renzi, avrei lasciato il compito di contrastare la sinistra ad Angelino Alfano. Ho guardato con simpatia a Renzi, anche con la speranza che potesse cambiare la sinistra in Italia. Ma ha perso”.