La critica dello spettacolo è una critica del capitalismo ? Debord interprete di Marx

Gen 29th, 2013 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani

partire dal 26 gennaio fino al 13 aprile 2013, al BAD Museum sarà ospitato un ciclo di incontri con mostra documentaria a cura di Stefano Taccone dal titolo “Far retrocedere dappertutto l’infelicità”, l’Internazionale Situazionista e la sua attualità”. Nell’ambito dei quali di volta in volta uno o più personaggi di varia formazione e profilo saranno invitati a discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche.
La finalità del progetto è quella di mettere a fuoco il percorso ed i temi dell’I.S. attraverso un approccio assolutamente multidisciplinare ed antispecialistico, fondandosi su di una concezione non parcellare del sapere, bensì su di un’attitudine che ama spaziare in esso a 360 gradi.

Ospite del secondo incontro Anselm Jappe
La critica dello spettacolo è una critica del capitalismo ? Debord interprete di Marx.

Nelle intenzioni di Debord, La società dello spettacolo, cosi come l’agitazione situazionista, dovevano nuocere il più possibile alla società capitalista e preparare il suo superamento. Ma dopo la sua morte ha prevalso una lettura della sua eredità in chiave culturale e artistica, e spesso si riduce la sua critica sociale a una critica dei media. Questa conferenza si propone di indagare l’originalità e radicalità della critica debordiana del capitalismo e di sottolineare perché essa continua ad essere attuale.

Anselm Jappe (Bonn 1962) ha studiato filosofia a Roma e a Parigi. Attualmente insegna estetica all’Accademia di Belle Arti di Frosinone e tiene un ciclo di conferenze all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi. Ha pubblicato nel 1993 la prima monografia su Guy Debord (ultima edizione italiana Manifestolibri, 1999). Ha continuato ad occuparsi dei situazionisti, ma anche del pensiero rivoluzionario e marxista in generale, soprattutto attraverso la corrente chiamata« critica del valore ». Di prossima pubblicazione in Italia : Contro il denaro (edizioni Mimesis).

L’Internazionale Situazionista costituisce indubbiamente uno dei più rilevanti e significativi quanto complessi e controversi capitoli della vicenda delle avanguardie, se non, più precisamente, come sostiene Mario Perniola, l’ultima effettiva avanguardia storica del Novecento. La sua estremamente dinamica parabola colpisce per il desiderio di radicalità e coerenza assolute che la anima, per la incrollabile, peculiare determinazione dei suoi protagonisti nel procedere convinti di equivalere al «grado più alto della coscienza rivoluzionaria internazionale», rifiutando ogni mediazione o adattamento e sforzandosi di infrangere ogni separazione tra teoria e prassi, così come tra arte e vita. Concetti come la costruzione di situazioni, la deriva, il détournement, la psicogeografia, l’urbanismo unitario; problematiche come il superamento dell’arte, la critica della società spettacolare, la reinvenzione della rivoluzione rappresentano altrettanti motivi che testimoniano il fascino e la pregnanza delle riflessioni e delle intuizioni del movimento, fondamenti di una fortuna sopravvissuta ben oltre la sua stessa fine, inducendo non di rado a parlare delle sue attitudini per molti versi profetiche.

Ad oltre quarant’anni dalla fine ufficiale dell’Internazionale Situazionista, in quali direzioni si muovono le ricerche intorno agli snodi nevralgici della storia del movimento ed alla critica delle sue principali idee-guida? E quali sviluppi ulteriori hanno conosciuto, in anni più recenti, queste ultime ad opera di coloro che hanno continuato ad alimentarsene? Qual è, più in generale, il lascito del movimento alle generazioni successive e come valutarlo? In che misura e modalità esso parla del nostro presente – ed al nostro presente? E riguardo al presente della produzione artistica contemporanea? Queste ed altre le domande che intende sollecitare ed affrontare il progetto, il cui titolo - tratto da un passaggio del Rapporto sulla costruzione di situazioni di Guy Debord - mira ad evidenziare la centralità, irrinunciabile per ogni approccio situazionista, di una prospettiva di trasformazione radicale della vita. Esso si articola in un ciclo di sette incontri a scadenza quindicinale, nell’ambito dei quali di volta in volta un o più personaggi di varia formazione e profilo sono invitati discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. Alle pareti della sala che ospita gli incontri è inoltre allestita una mostra documentaria fondata su scritti ed immagini tratti dalle pubblicazioni del movimento.

un commento
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    tnx!…

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