Il Festival delle Scienze va alla ricerca della felicità

Gen 18th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

La ricerca della felicità è da sempre un tema affascinante, misterioso, capace di muovere grandi interrogativi esistenziali. Il Festival delle Scienze, giunto alla sua ottava edizione, per quattro giorni, dal 17 al 20 gennaio 2013, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, presenterà una serie d’incontri, dibattiti, mostre e spettacoli con al centro proprio il tema della felicità. Sarà un viaggio attraverso la scienza, la filosofia, la psicologia, la sociologia, la religione e l’arte; un’avventura appassionante per stimolare la ricerca e il progresso, soprattutto, in tempi difficili. Infatti, in un momento di smarrimento culturale e sociale, di scarso senso di appartenenza e forte disagio generazionale, cioè, quando sembra non ci sia neppure più posto per i sogni e le aspirazioni, forse è proprio questo il momento giusto per fermarsi e interrogarsi. Si può rinunciare a tutto, si possono fare mille sacrifici, ma si potrà mai davvero rinunciare alla propria felicità, una felicità capace di dare valore alla propria esistenza? Chiederselo è doveroso, perché può aiutarci a capire in che direzione stiamo andando.

Il Festival delle Scienze quest’anno parte da una domanda: esiste una formula per raggiungere la felicità? Si può essere scettici, certo, ma vale la pena interrogarsi e indagare un ideale tanto astratto quanto importante. L’obiettivo degli incontri sarà cercare dove risiede questa felicità. Sarà questione di cervello, sarà frutto di reazioni chimiche o questione di cuore? Sarà l’appagamento di un bisogno fisico o spirituale? È qualcosa che è fuori o dentro di noi? A questo e tanto altro proveranno a dare una risposta grandi nomi della ricerca scientifica, italiana e internazionale, filosofi, scrittori e storici della scienza.

Mark Williamson, direttore di Action for Happiness, e Sonam Phuntsho, del Centre for Bhutan Studies, apriranno ufficialmente il dibattito il 17 gennaio (ore 18, Sala Petrassi), spiegando come la felicità, individuale e nazionale, si possa misurare e incoraggiare, per renderla un fattore imprescindibile al centro delle nostre politiche future. A seguire Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky animeranno un dibattito dal titolo “Felicità e democrazia”. Darrin McMahon terrà, invece, una straordinaria lectio magistralis il 18 gennaio (ore 16), rivelando alcuni aspetti della recente “scienza della felicità” e provando a spiegare come gran parte delle intuizioni di questa disciplina sia in sintonia con le verità dei più importanti sistemi religiosi e conoscitivi, mentre Amartya Sen, premio Nobel indiano per l’Economia nel 1998, rifletterà sulla felicità come indicatore economico. David Linden, sabato 19 gennaio, ore 11, si interrogherà su quali siano i circuiti cerebrali del piacere e Paul Bloom, professore di Psicologia e Scienze Cognitive all’Università di Yale, spiegherà come funziona questa sensazione e quanto faccia bene alla salute.

Insomma, chi non si è mai chiesto cosa sia la felicità? Esiste davvero una formula per codificarla e riprodurla all’infinito, a uso e consumo delle nostre necessità? Personalmente non credo. Penso, piuttosto, che la felicità sia qualcosa da inseguire, un pungolo continuo, pronto a spronarci a lottare per realizzare i nostri sogni e le nostre massime aspirazioni. La felicità non è una corsa cieca all’accumulo di ricchezze e tesori smarriti; non è la brama di potere, né la cupidigia di trofei. Felicità è piuttosto rincorrere se stessi, scandagliare il proprio animo alla ricerca di ciò che muove il nostro spirito, ciò che fa battere il cuore e anima i propositi più reconditi. Felicità è esplorarsi per conoscersi e migliorarsi. È cercare la strada che ci faccia sentire appagati, traboccanti di gioia e di pienezza, soddisfatti della nostra vita e del mondo in cui viviamo. Felicità è trovare il coraggio di porsi delle domande, di lanciare al cielo gli interrogativi più profondi, non temendo le risposte ma inseguendole, non diventando sordi alle richieste del nostro cuore ma spiriti pronti a mettersi in discussione, cambiando rotta, se necessario, e scegliendo liberamente quale meta inseguire.

La vita è fatta di scelte; sono queste a plasmare il nostro destino. Ciascuno sarà in grado di vivere la vita che davvero desidera, se e quando sarà pronto a interrogarsi e a fare delle scelte: forse, sarà quello il momento in cui sarà davvero felice; felice di reggere il timone della propria nave, guidando il presente verso la meta che detta il cuore.

 

Giuseppina Amalia Spampanato

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