Lettera-appello al Ministro della Salute Renato Balduzzi in difesa della libertà di ricerca sulla CCSVI

Gen 7th, 2013 | Di cc | Categoria: Salute

Una lettera-appello al Ministro della salute Renato Balduzzi in difesa della libertà di ricerca sulla Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale (CCSVI) e sulla Sclerosi Multipla (SM) è stata consegnata oggi, firmata dalle otto associazioni e fondazioni di volontariato che in Italia si occupano di questa materia a tutela dei malati delle due patologie, e da tre associazioni ‘consorelle’ internazionali (da Gran Bretagna e Australia). Una quarta associazione straniera, canadese, ha espresso sostegno alla nostra azione. La lettera accompagna un documento congiunto, indirizzato a tutte le istituzioni che in Italia sovrintendono alla sanità pubblica, che rivendica l’insopprimibilità della libera ricerca medica, di recente attaccata da più parti.

E si affianca alla consegna di una petizione nazionale per il riconoscimento della CCSVI come patologia a sé stante e il suo inserimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), firmata in poche settimane da 12.000 persone.

Il documento riporta una approfondita disamina delle evidenze scientifiche confermative sulla CCSVI e sul suo legame con la sclerosi multipla (studi pubblicati come in nota) e mette in evidenza diversi punti critici dello studio epidemiologico CoSMo, finanziato da AISM/FISM, che gettano ombre sull’affidabilità dei suoi risultati.

L’AISM, in occasione dell’ECTRIMS 2012 (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) che si è svolto a Lione lo scorso ottobre, ha presentato i risultati del proprio studio epidemiologico CoSMo, atto a misurare la correlazione tra SM e la CCSVI. Tale studio deporrebbe per una sostanziale non correlazione tra le due patologie.

CoSMo non è stato ancora pubblicato, ma ciononostante l’AISM, contestualmente alla diffusione delle anticipazioni sui suoi dati, lo ha usato per compiere - in via diretta o attraverso alcuni suoi autorevoli esperti - pesanti interferenze tese a condizionare la libera ricerca degli altri studiosi e/o delle altre sperimentazioni, in particolare interventistiche. Lo ha fatto attraverso una eccessiva e ingiustificata enfatizzazione dei rischi cui sarebbero soggetti i malati che partecipano agli stessi studi in corso di svolgimento, sebbene tali studi siano approvati dai comitati etici e assolutamente in linea con quanto richiesto dal Ministero della Salute.

In particolare, Aism e alcuni suoi esperti si sono rivolti ai ricercatori e alle pubbliche istituzioni che governano la sanità in Italia affermando che, dopo CoSMo, gli studi interventistici non hanno più ragion d’essere, implicitamente autopromuovendo il proprio studio come definitivo e risolutivo della ricerca su CCSVI e SM: e quindi pretendendo addirittura di influenzare e, nel caso, interrompere lo svolgimento delle altre sperimentazioni scientifiche in corso. (1)

Da qui l’esigenza, da parte delle Associazioni di malati e familiari di malati che credono nella validità della teoria del Prof. Zamboni, di sottolineare con forza che la ricerca scientifica sulla CCSVI non va frenata ma semmai incoraggiata e sostenuta.

Le associazioni nazionali e internazionali firmatarie sottolineano che:

  • dal punto di vista giuridico i proclami di AISM appaiono in contrasto con i dettami costituzionali che sanciscono la tutela della libertà di ricerca;
  • sul piano scientifico del complesso degli studi internazionali, la correlazione tra le due patologie CCSVI e SM è sostanzialmente assodata, pur essendo tema di intenso dibattito il tipo di nesso che lega le due entità. La ricerca internazionale si dedica ormai all’individuazione di tecniche diagnostiche non operatore-dipendente, e a studi interventistici che valutino l’efficacia dell’angioplastica dilatativa venosa nei malati di SM e CCSVI (2), (3), (4);
  • l’opportunità di attuare trials clinici che testino l’efficacia della procedura interventistica è stata indicata dal National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE), che ha emanato linee guida (2011) per l’effettuazione della procedura. Analoga posizione è stata assunta, negli Sati Uniti, dalla Society of Interventional Radiology;
  • il razionale della ricerca sulla CCSVI trova conferme rilevanti da ampi settori della ricerca scientifica, quali la genetica, l’anatomia isto-patologica, gli studi sul metabolismo del ferro e sull’emodinamica;
  • lo studio CoSmo è solo uno dei tantissimi studi che sono stati e sono continuamente prodotti nel mondo su CCSVI e SM, con i quali nessuno può pensare di non fare i conti. I suoi dati finali appaiono in stridente contrasto con tutto quanto sino ad ora pubblicato in letteratura;
  • sul piano scientifico-metodologico di CoSMo, sulla base dei dati finora resi noti, emergono alcuni evidenti punti critici, tali da far ritenere i risultati dello studio poco affidabili: sia l’alta eterogeneità dei risultati ottenuti dai lettori locali sui singoli centri (CCSVI positivi 0-60%) che la successiva lettura centrale (elevatissime discordanze rispetto alle letture periferiche) segnalano con evidenza una non omogenea applicazione del protocollo, o della metodica diagnostica, o dell’addestramento degli operatori. (5) (6)

In conclusione le associazioni firmatarie affermano: “è nostra opinione che le modalità attuate nella doppia lettura in cieco degli esami, una possibile carenza di addestramento specifico alla rilevazione mediante doppler della CCSVI e le differenze di attrezzatura, abbiano prodotto risultati finali poco affidabili. E tutto questo fa inevitabilmente riecheggiare alla mente i rilievi di carenze metodologiche denunciati dal Prof. Zamboni quando si dimise nel 2010 dal gruppo di studio di Cosmo, prendendone nettamente le distanze.”

E concludono: “riteniamo che non debba trovare seguito quanto auspicato da AISM, ovvero che Cosmo costituisca una ragione di freno alla libera ricerca scientifica sulla CCSVI, e auspichiamo che questo studio sia valutato come uno dei tanti studi sonologici finora prodotti, il cui significato ultimo a noi sembra quello di confermare il peso dei fattori di variabilità, in questo caso particolarmente amplificati, sui risultati dell’indagine sonologica, piuttosto che fornire informazioni sul livello di associazione tra CCSVI ed SM.”

Il documento porta la firma delle seguenti associazioni e fondazioni italiane:

AIC Onlus, Assi.SM Onlus, CCSVI Campania Onlus, CCSVI nella SM Onlus, Isola Attiva Onlus, L’Abbraccio Onlus, SclerosiMultipla.com, SMuovilavita Onlus

E da:

MS-CCSVI-UK, CCSVI-Australia, Vital Now- UK.

National CCSVI Society-Canada ha espresso il suo sostegno all’iniziativa.

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