OMEOPATIA, VERO METODO DI CURA*
Dic 18th, 2012 | Di cc | Categoria: Salute
L’omeopatia è un metodo di cura di cui spesso si parla senza conoscerne la vera essenza.
Fu scoperta dal dottor Hahnemann alla fine del 1700, quando si era in piena epoca “umoralista” nell’ambito della medicina, e la terapia consisteva essenzialmente nella sottrazione degli umori, dei liquidi corporei, che si consideravano all’origine delle malattie perché “in eccesso”, e si utilizzavano a tal fine sanguisughe, salassi, emetici ecc.
Hahnemann riteneva tali terapie responsabili di diminuire la forza vitale, in persone già molto indebolite dalla malattia stessa, fino a procurarne la morte.
Così decise di smettere momentaneamente di esercitare la professione, per trovare nuovi e migliori terapie. Cominciò a prendere in seria considerazione le affermazioni di illustri medici del passato, da Ippocrate di Coo (5 secoli prima dell’epoca cristiana), a Paracelso (medico svizzero del 1570), ad Hunter (medico inglese dei primi del 1700), secondo i quali le malattie possono essere curate con sostanze che procurano gli stessi sintomi sul sano, secondo un principio di “similitudine”: una sostanza “cura ciò che procura”, perché due malattie simili non possono coesistere tra loro, una soppianta l’altra, spegnendola definitivamente.
Hahnemann studiò a fondo gli effetti tossici di tutte le sostanze conosciute, di origine animale, minerale, vegetale, per poterle poi utilizzare per curare sintomi simili.
Ad esempio il veleno arsenico procura febbre periodica e ulcere (oltre al resto), e può essere utilizzato per curare malaria e ulcere, ma solo con un metodo che lo deprivi dell’effetto tossico e ne aumenti la potenza terapeutica, il che si ottiene con la diluizione fino ad un livello infinitesimale e poi (la parte più importante e responsabile del vero effetto della terapia) con la dinamizzazione, cioè attraverso succussione, scosse, ad ogni passaggio di diluizione.
Hahnemann si prefiggeva un obiettivo: non solo la cura, bensì la guarigione, il più possibile rapida, dolce, duratura, e soprattutto per ragioni evidenti.
Ciò grazie alla profonda e più completa possibile conoscenza dei sintomi delle malattie e degli effetti tossici delle sostanze, per poterle poi utilizzare per la cura secondo un principio di similitudine, una volta diluite e soprattutto dinamizzate.
Perciò, omeopatia non è un determinato tipo di sostanza, ma un metodo di cura, che può essere utilizzato con ogni sostanza, pure con l’aspirina.
E’ importante anche conoscere la durata dell’azione delle sostanze: se è breve, sarà utilizzata per curare un evento acuto, se è lunga, è utilizzata per le malattie croniche, con farmaci detti appunto cronici e impiegati dopo la risoluzione del fatto acuto, per lavorare sul “terreno”, cioè sulla costituzione dell’individuo e su tutti i fattori che possono aver contribuito all’insorgenza della malattia stessa ( comprese misure dietetiche, psicologiche, alimentari, ambientali ecc.), al fine di evitarne le recidive, per poter veramente parlare di guarigione.
La capacità terapeutica della sostanza omeopatizzata è oggetto di indagine in università di fisica in tutto il mondo, e si avanzano varie teorie, tra cui la capacità dell’acqua di mantenere la memoria della sostanza con cui è venuta a contatto prima che venisse diluita, e soprattutto grazie all’effetto della dinamizzazione, che è uno scuotimento energetico responsabile di una efficace comunicazione dall’emittente al ricevente, in accordo con le teorie fisiche da Einstein ai fisici quantistici, secondo cui siamo tutti immersi in campi di informazione con scambi incessanti di molecole energetiche, per esempio fotoni e altro, che rendono ciò che una volta sembrava separato, una intercambiabile unità di fondo.
Hahnemann curò epidemie di sifilide, tifo, colera, là dove non si riusciva ad arginarle in nessun altro modo, ma comunque venne molto osteggiato dalla medicina “ufficiale”, come avviene spesso quando si mettono in discussione pareri consolidati, soprattutto se dogmatici.
Lungi perciò dal rappresentare un placebo, tale cura può essere documentata non solo attraverso la regressione dei sintomi, quando il rimedio è adatto, ma anche con il miglioramento dei parametri dimostrabili con le analisi.
L’omeopatia non è una medicina “alternativa”, e non è una “fede” (valida solo per chi ci crede, come spesso si dice) e il medico omeopata è un medico come ogni altro, che però può utilizzare anche altre terapie oltre quelle cosiddette convenzionali, quando c’è la necessità di limitarne gli effetti collaterali, o il loro abuso, o in diverse malattie croniche di difficile risoluzione.
Non è una panacea, e ancora molto c’è da studiare, come per ogni altro tipo di cura, ma rappresenta una possibilità in più, che ogni medico dovrebbe poter conoscere e usare quando necessario, per il bene del paziente.
Comunque l’omeopatia è nata dalla scienza, è l’inizio della farmacologia sperimentale. E sarà la scienza che finirà per trovare una spiegazione razionale dell’efficacia di tale metodo di cura.
Patrizia Ugolini, medico psicoterapeuta, omeopata, floriterapeuta.