Play Ultras, il Coisp chiede ai Rappresentanti del mondo dello sport diesporsi e prendere posizione: “Questo ‘gioco’ infanga i principi per i quali Voi lottate quotidianamente nel prestigioso ruolo che ricoprite”
Dic 4th, 2012 | Di cc | Categoria: Sindacato“E’ necessario che tutti quelli che hanno vero interesse ed amore per lo sport, e credono nei valori che
ne stanno a fondamento, facciano ora valere le proprie convinzioni, le proprie idee, la propria integra
dignità di uomini di sport, difendendo con forza tutto il mondo che rappresentano dall’abominevole
deviazione che il Play ultras intende portare nelle case”.
Non si arresta la campagna avviata dal
Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, contro la vendita in
Italia del gioco in scatola dedicato al mondo del tifo più radicale che si chiama Play Ultras, in cui tifosi
arrabbiatissimi sfidano poliziotti per conquistare lo stadio o finire all’ospedale. Ci sono ultrà con
cinghie e catene, altri armati di mazze e spranghe, oppure immortalati nel gesto di lanciare sassi verso
invisibili nemici. E qualche casella più avanti, schierati in tenuta antisommossa, reparti della celere
pronti ad arginare, con caschi e manganelli, l’assalto delle varie violente fazioni.
Dopo aver chiesto il ritiro dal commercio della scatola, in vendita a 49 euro, ed aver ottenuto che
Gianluca Vialli, in qualità di Presidente della fondazione “Vialli e Mauro per lo sport”, prendesse
totalmente le distanze dagli ideatori del gioco, che impropriamente hanno sbandierato ai quattro venti di
riservare all’Ente parte degli introiti, il Coisp si è rivolto alle famiglie dei giovani che dovrebbero
utilizzare il gioco ed ai commercianti che dovrebbero venderlo, sottolineando l’importanza del loro
ruolo sociale per quanto attiene alla sorveglianza ed alla difesa dei più giovani. E adesso il Sindacato,
per mano del
Segretario Generale, Franco Maccari, è tornato a mettere nero su bianco il suo appello
contro il gioco in scatola e quanto rappresenta, scrivendo a
Giovanni Petrucci, Presidente del Comitato
Olimpico Nazionale Italiano; a
Giancarlo Abete, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio;
a
Giuseppe Casamassima, Segretario Co.Vi.So.C. Federazione Italiana Giuoco Calcio; a Maurizio
Beretta
, Presidente Lega Nazionale Professionisti Serie A; ad Andrea Abodi, Presidente Lega
Nazionale Professionisti Serie B; a
Michel Platini, UEFA Fédération Internationale de Football
Association.
“La nostra professione - ha scritto Maccari ai destinatari della missiva - è fatta di diverse funzioni con
un minimo comune denominatore: garantire i diritti di ognuno affinché la libertà rimanga un bene
comune. Questo vale anche nei momenti più difficili, nelle situazioni limite in cui veniamo lasciati soli
a fronteggiare criminali e teppisti. Durante i corsi per Agenti nelle scuole di Polizia ti insegnano che, se
avrai fatto il tuo Dovere, nessuno ti dirà grazie, nessuno parlerà di te e di quanto hai patito per fare in
modo che alla fine, tutto andasse bene e filasse liscio. Noi cresciamo in Polizia sapendo che il giorno
dopo ti aspetterà un’altra prova, che ogni cittadino giudicherà tutta la Polizia dal tono in cui tu gli dici
‘buongiorno’ e che quasi sempre non ti saranno concesse ‘seconde possibilità’. Chi fa servizio allo
stadio, sa bene che, oltre a tutto questo, alla fine del turno porterà a casa insulti e sputi, divise sporche
da lavare in fretta sperando che siano asciutte e presentabili il giorno dopo, per il prossimo servizio.
Negli anni scorsi, quando la violenza era diventata sistematica ed il conto dei feriti e dei morti intorno al
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mondo del calcio, insostenibile, si iniziò finalmente ad imitare i moduli organizzativi di altre nazioni
europee: furono cosi introdotti gli steward, i divieti per i tifosi violenti. Soprattutto si reintrodusse il
concetto di fair play, di educazione allo sport come valore positivo di eguaglianza e fratellanza
universale. Ne abbiamo guadagnato tutti e noi riteniamo si debba proseguire su questa strada”.
“La comparsa del gioco da tavolo ‘Play ultras’ – ha eccepito Maccari - è, di converso, frutto di una
mentalità che va nella direzione diametralmente opposta. Nei contenuti, nell’idea stessa di celebrazione
della violenza tra tifosi/teppisti e Forze dell’Ordine, si glorificano gli scontri, disprezzando i tifosi veri, e
si ridicolizzano le Società di calcio e gli sforzi per far tornare l’etica sportiva al centro del ‘mondo
calcio’. A ciò vogliamo aggiungere il disprezzo e la noncuranza verso chi è morto dentro e fuori gli
stadi, sui treni carichi di ultras, verso le centinaia di feriti tra le Forze dell’Ordine ed incolpevoli
cittadini, senza tacere dei molti che hanno lasciato gli stadi per paura”.
Il Segretario del Coisp ha citato poi il dramma che emblematicamente rappresenta le tragedie dovute
alle distorsioni del mondo sportivo, ricordando il derby Palermo-Catania che nel 2007 costò la vita
dell’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, “vittima - ha evidenziato Maccari -, non solo lui
e la sua famiglia, di quella violenza che ‘Play ultras’ vuole glorificare” e raccontando di come nelle
scorse settimane un giocatore del Cosenza prima, e numerosi tifosi delle più note squadre italiane poi,
abbiano “inneggiato all’innocenza dei riconosciuti assassini di Filippo Raciti, dimostrando quanta
mancanza di intelligenza possa affiorare in ogni momento, ma soprattutto che non si possa mai
abbassare la guardia né tantomeno ritenere che si siano sviluppati abbastanza anticorpi nella nostra
società, da impedire che il calcio possa proseguire nel percorso positivo ed essere messaggero di valori
positivi e non fonte di notizie di cronaca nera”.
“Play ultras – ha scritto il Segretario del Coisp a conclusione della lettera - vuole far passare il concetto
di normalità della violenza, vestendola di aspetti ludici come fanno i pedofili che usano le foto dei
paesaggi per nascondere al proprio interno immagini pedopornografiche raccapriccianti. Questo ‘gioco’
infanga i principi per i quali Voi lottate quotidianamente nel prestigioso ruolo che ricoprite, Vi
invitiamo quindi a prendere posizione e fare quanto in Vostro potere perché la violenza, i morti ed i
feriti che tutti noi piangiamo ancora, non si siano sacrificati invano”.
La parola, adesso, all’indomani dell’ennesima giornata di campionato segnata da incidenti, tensioni e,
purtroppo, agenti feriti, passa ai destinatari della lettera.