Sanità, il governo in rianimazione
Dic 2nd, 2012 | Di cc | Categoria: Salute
Non si scherza con la salute. E dunque è lecito chiedersi che intenzioni abbia Mario Monti sul sistema sanitario nazionale. E come mai un governo tecnico a scadenza di mandato abbia buttato lì un argomento che riguarda la vita di milioni di cittadini, e che caso mai andrebbe affrontato con una riforma organica.
Nel giro di pochi giorni il presidente del Consiglio ha infatti detto tutto e il contrario di tutto. Martedì 27 ha denunciato la “non sostenibilità” della sanità pubblica nei prossimi anni, “se non si trovano nuove forme di finanziamento integrativo da affiancare alla fiscalità generale“. Immediata levata di scudi della sinistra, che non ha visto o finto di non vedere come la trappola fosse nelle ultime parole: finanziamenti da “affiancare” alla fiscalità generale vuol dire altre tasse, come sa chi le assicurazioni private le paga già.
Passano poche ore e da palazzo Chigi arriva la rettifica: “La sostenibilità del sistema pubblico non è a rischio“. Allora: lo è o non lo è? Due giorni ancora ed ecco Monti al Nas dei Carabinieri: ”Affermare la necessità di rendere il sistema sanitario pienamente sostenibile non ha nulla, proprio nulla a che vedere con la logica della privatizzazione”. Parole oscure e contraddittorie dalle quali, appunto, non si capisce “nulla, proprio nulla”. Il capo del governo tecnico avrebbe fatto meglio a puntare l’indice sugli sprechi, come ha sempre fatto il centrodestra nei suoi anni di governo, commissariando le regioni ad alto debito sanitario, e indicando come riferimento gli esempi più virtuosi, che sono molti anche nel pubblico. E avrebbe dovuto rassicurare i cittadini che lo Stato continuerà a garantire a tutti l’assistenza per la salute.
Non una parola da parte di Monti sulla vera origine dei buchi sanitari: la famigerata riforma della Costituzione voluta nel 2001 dalla sinistra che diede alle regioni poteri di spesa senza controllo. Né ha ricordato che un recentissimo studio del ministero della Salute conferma come i vincoli imposti dai governi agli enti locali abbiano ridotto da 5,7 a 1,7 il disavanzo annuo della sanità.
Dunque qual è il vero obiettivo di Monti? Dopo aver lanciato il sasso ha ritirato la mano probabilmente per rassicurare la sinistra. Noi abbiamo più volte detto che si può affrontare senza tabù anche una riforma che preveda il ritorno delle mutue private, ma a parità di tasse. Invece è forte il sospetto che i tecnici usino la questione-salute magari per tappare buchi di bilancio e imporre in extremis altre imposte ai soliti noti. Come piace alla sinistra bersanian-vendoliana.