Election day, prevale la nostra tesi

Nov 16th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Il Popolo della libertà ha posto con grande fermezza due questioni: non si possono tenere elezioni regionali parziali ed elezioni politiche nazionali a meno di due mesi di distanza: sarebbe uno spreco di almeno 100 milioni di euro, 200 miliardi di lire, intollerabile in un momento nel quale si tagliano sussidi sociali e si aumentano le tasse. Dunque, ha chiesto il segretario del Pdl, si faccia l’Election Day come in tutti i paesi civili del mondo.

 

Seconda questione: va completata la riforma elettorale, come chiede il Quirinale e soprattutto come vogliono i cittadini. Su entrambe le richieste si era levato il no del Pd, che ormai difende solo i suoi interessi e mira ad assicurarsi quella che considera una eventuale vittoria elettorale. Il paradosso e l’ipocrisia della sinistra parlano da soli: vogliono al più presto mandare in pensione Mario Monti, ma non accettano l’accorpamento delle elezioni e sono disposti a tenere in vita il governo pur mirando ad installarsi al suo posto a palazzo Chigi. E vogliono sabotare con ogni mezzo qualsiasi proposta di riforma elettorale per poter governare con una netta minoranza dei voti. Così, dopo aver raccolto le firme contro il Porcellum, ora Bersani e compagni lo difendono con le unghie. In entrambi i casi, poi, il Pd si rifugia dietro al capo dello Stato che “fa il suo mestiere”.

 

Ma proprio dal Quirinale, e pensiamo anche da palazzo Chigi, viene la conferma delle nostre buone ragioni. L’Election Day non è affatto da escludere, anzi si ragiona di tenerlo a marzo. E Giorgio Napolitano lancia un nuovo pressante appello ai partiti ad andare a votare solo con una nuova legge elettorale. A questo punto Bersani fa un’altra capriola: “La riforma elettorale è nelle nostre mani, e accorpare le elezioni non è un tabù”. Ventiquattrore prima aveva detto esattamente il contrario. Dunque le nostre iniziative stanno avendo successo e i fatti ci danno ragione. Ed è molto significativo che anche su questo terreno il Pdl si trovi a fianco l’Udc: verrebbe da chiedersi che cosa aspetta Pier Ferdinando Casini a realizzare assieme a noi l’unità dei moderati.

 

Non ne facciamo e non ne abbiamo mai fatto una questione di tattica e opportunismi di bottega, al contrario della sinistra. Vogliamo far risparmiare soldi ai cittadini, che non capirebbero perché mai dovrebbero tornare alle urne nel giro di poche settimane. E vogliamo una legge elettorale nuova, duratura e rappresentativa. A Bersani lo spreco di denaro pubblico non interessa. Ciò che conta, per lui, è provare a vincere le elezioni e intascare la maggioranza dei seggi con non più del trenta per cento dei voti. Uno scippo; anzi due.

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