La vittoria di Obama, una speranza anche per l’Italia?
Nov 10th, 2012 | Di cc | Categoria: Esteri
Il successo elettorale di Obama come auspicio di un cambiamento politico anche italiano
La vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti testimonia la fiducia del popolo americano in un progetto di cambiamento intrapreso quattro anni prima, dopo il primo successo elettorale dell’allora senatore dell’ Illinois. Il presidente Obama infatti apre il discorso di ringraziamento ai suoi sostenitori presenti al McCormick Place di Chicago dichiarando: “Four more years”, altri quattro anni, come se le elezioni fossero state soltanto una sosta, uno stop forzato ma allo stesso tempo necessario per tirare le somme di quanto fatto fino ad ora.
La riconferma di Obama passa proprio dalle riforme, alcune delle quali apertamente osteggiate dal Congresso e dalla lobbies, intraprese durante questi anni: la riforma del sistema sanitario, la legge sull’immigrazione controllata, il salvataggio dell’industria automobilistica, l’apertura nei confronti dei gay.
Certo, nessuna di queste riforme è stata realizzata pienamente e nella misura in cui era stata pensata: i 32 milioni in più di americani tutelati dalla nuova assistenza sanitaria sono un numero ben lontano dalla realtà, gli immigrati clandestini in America hanno visto di poco migliorata la propria situazione, così come le industrie dell’automobile in un tempo di forte crisi come questo. Tante ancora le ombre della prima presidenza Obama, come la gestione dei conflitti in Iraq e Afghanistan, la mancata chiusura della prigione di Guantanamo, le misure adottate per affrontare la crisi economica che attanaglia non solo l’America ma quasi tutto il mondo.
Eppure il popolo americano, soprattutto giovani, donne e immigrati ispanici, hanno scelto di proseguire sulla strada indicata da Barack Obama: quattro anni fa era “yes we can”, sì noi stessi possiamo essere il motore del cambiamento, senza aspettare che arrivi dall’alto; oggi è “forward”, avanti, un invito ad avere ancora speranza, nonostante la crisi.
Un voto di prospettiva dunque. Prospettiva che, può sembrare strano, è un elemento di caratterizzazione molto forte del popolo americano nei confronti di altre nazioni, in particolar modo dell’ Italia. Perché gli americani hanno un modo di approcciarsi al futuro diametralmente opposto al nostro: Obama invita ad andare avanti, nel segno di “the best is yet to come”, il meglio deve ancora venire; in Italia invece guardare al futuro significa fare i conti con un passato che deve necessariamente accompagnarci, come una zavorra di cui non possiamo liberarci. Per questo motivo in Italia è più facile concentrarsi sul rottamare la vecchia classe politica piuttosto che programmare, senza comprendere che la rottamazione è insita nella programmazione stessa del futuro.
Il presidente Obama ha raccolto la sfida della sua rielezione concentrandosi sulle tematiche da affrontare, sulle modifiche e correzioni da apportare, coinvolgendo direttamente anche il suo antagonista repubblicano Romney; ha inoltre affermato che la sua carica è un’opportunità che gli è stata concessa per fare di più per il proprio paese,e ha invitato ogni americano, in quanto cittadino, a impegnarsi per rendere l’America un paese migliore. È qui la differenza più grande tra la concezione di politica americana e nostrana: il politico italiano vive la sua carica come un punto d’arrivo della sua carriera, non una responsabilità nei confronti di chi, aspettandosi impegno e attenzione, lo ha eletto. Forse la ragione della corruttibilità dei politici italiani sta proprio in questo.