Il Sud riparte dalle donne
Nov 7th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca RegionaleLa crisi sta colpendo duro e gli occupati sono in calo (-0,8% dal 2007 al 2012). Ma le donne resistono meglio degli uomini e anche per il ricambio generazionale in atto crescono a livello generale (+4,2%) e come dirigenti (+15%), ancor più al Sud (+4,1% e +38%). Al Sud le imprenditrici hanno poi il peso maggiore.
Napoli, 7 novembre 2012. La crisi colpisce duro, calano gli occupati e aumentano i disoccupati. Secondo un nuovo rapporto Manageritalia, le donne, peraltro in Italia ancora lontane da una parità sul lavoro, resistono meglio e anche per il ricambio generazionale in atto crescono sia tra gli occupati in generale (+4,2% in Italia, +4,1% Mezzogiorno e +4,1%) che tra i dirigenti (+15,4% Italia, + 38,4% Mezzogiorno e +19,9% Campania).
Questo il messaggio di speranza lanciato stamattina a Napoli nel corso del Convegno dal titolo emblematico Il Sud riparte dalle donne, organizzato da Valore D in collaborazione con il Centro Formazione Management del Terziario e la sua Business School (Cibiesse).
L’arretratezza ma anche la riscossa sono nei numeri. Le donne dirigenti nel settore privato sono in Italia il 13,8% del totale nel 2011, mentre erano l’11% nel 2009 e il 13% nel 2010. A conferma del cambio culturale in atto anche al Sud, l’aumento delle donne dirigenti negli ultimi due anni è del 10,9% al Nord, del 24% al Centro e del 38% al Mezzogiorno. Certo rispetto all’Europa lo stacco è ancora abissale. Lì infatti le donne manager sono in media il 33% e proprio per questo siamo il fanalino di coda superati da tutti, anche da Turchia (22,3%) e Grecia (14,6%). E il confronto con i paesi più avanzati e vicini ci vede perdenti alla grande: Francia 37,4%, Regno Unito 34,9%, Germania 29,3%.
A livello nazionale tra le regioni meno femminilizzate c’è la Campania (9,2%). E le donne dirigenti sono il 13,8% in Italia, il 13,3% al Nord, il 16,5% al Centro e il 12% nel Mezzogiorno. Un dato che va considerato alla luce dell’elevata presenza di dirigenti al Nord (1,1% dirigenti ogni 100 lavoratori dipendenti), soprattutto al nord ovest (1,5%), buona la Centro (0,87%) e pressoché inesistente nel Mezzogiorno (0,23%). A livello di singole città e province Napoli (8,8%) è in coda.
Anche a livello imprenditoriale le cose non vanno molto bene per l’Italia, visto che le donne imprenditrici sono nel settembre 2012 il 23,5% (23,3% nel 2010), contro una media Europea superiore al 34,4%% (Commissione Europea 2012. In questo caso, a fronte di una crescita ben più sostenuta (+8,1%) di quella dei colleghi (1,9%) dal 2003 al 2010, la crisi ha solo rallentato questa ascesa tant’è che nell’ultimo anno (settembre 2011/settembre 2012) è praticamente in pari (-0,04%) il saldo tra aperture e chiusure di imprese “rosa”, mentre cala ancora quello maschile (-0,67%).
Marcella Mallen, presidente CFMT e Manageritalia Roma dice: <<Nessun trionfalismo, soprattutto in tempi di disoccupazione imperante, ma qualcosa per le donne si muove e questo maggior peso nella forza lavoro e nelle posizioni di vertice porterà buoni frutti per tutti. E la formazione ha tanto da dire e da fare per far crescere questi segnali deboli>>.
Rossella Bonaiti, presidente Manageritalia Napoli dice <<Da fare c’è tanto, ma l’ascesa delle donne manager al Sud può guidare un forte cambiamento in un mondo del lavoro che deve rottamare molti tabu, tra i quali l’incapacità di collaborare al meglio tra imprese e persone e il ridottissimo ruolo delle donne. Le manager possono essere la scintilla per favorire accesso delle donne e ripresa dell’economia>>.
Per Alessandra Perrazzelli, Presidente di ValoreD, “non c’è crescita sostenibile senza innovazione e l’innovazione, soprattutto al Sud, passa attraverso le donne. E’ in momenti di crisi come questi che figure femminili pioniere nel management e nell’imprenditoria crescono e si rafforzano. E’ su di loro che il Sud deve puntare per ripartire”