A3/ Chi gestirà la Napoli – Salerno?
Ott 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Sindacato
Dunque ci siamo. È scaduto il 9 ottobre scorso il termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla gara relativa all’affidamento della Concessione dell’autostrada A3 Napoli Pompei Salerno, bandita nell’agosto scorso dall’Anas in qualità di ente proprietario della strada.
La tratta di circa
Al momento però non è dato sapere chi siano i concorrenti anche se indiscrezioni parlano di cinque possibili competitor nonostante i soldi da mettere nella partita siano rappresentati da numeri importanti.
Infatti, a fronte della concessione di 30 anni, sono da mettere sul piatto circa 800 milioni di euro (a parte il corrispettivo di concessione) di cui ben 400 dovranno essere riconosciuti come indennizzo al concessionario uscente (Autostrade Meridionali S.p.a.) il cui pacchetto azionario è detenuto da Autostrade per l’Italia con oltre il 58%, dalla Provincia di Napoli con il 5% e da una minima parte di privati oltre al capitale di azioni sul mercato che supera il 33%. E questo è uno dei punti su cui vale la pena soffermarsi.
Infatti oltre all’indennizzo previsto per i lavori effettuati e non ammortizzati occorre mettere sul tavolo altri 100 milioni di euro per la prosecuzione degli investimenti in corso. Tutto ciò per lavori iniziati oltre 20 anni fa e ancora non conclusi.
Sull’argomento si è appuntata spesso anche l’attenzione di diversi parlamentari campani che hanno presentato una serie di interrogazioni rimaste, però, del tutto inevase.
In una situazione del genere, con il recente cambio dei vertici di Autostrade Meridionali vi è stata inoltre una vera rivoluzione nella governance societaria che però ha prodotto e sta producendo una serie di problematiche interne (con il personale e con le Organizzazioni Sindacali che stanno assumendo decise posizioni) ed esterne (territorio).
Basta pensare al casello di Angri che, nonostante sia terminato da tempo, ancora non è funzionale e sul quale si accendono notevoli riflettori per problematiche legate al traffico dei territori limitrofi o ancora al clima tesissimo che si vive in azienda per una serie di atteggiamenti e iniziative del management per nulla comprensibili in un momento delicato come può essere quello di una fine concessione. E qui torniamo alla gara.
L’aggiudicazione si baserà sull’offerta economicamente più vantaggiosa con vari elementi di valutazione che vanno da quelli di natura tecnica a quelli strettamente di natura economica finanziaria. Ma dal bando di gara nasce anche una perplessità legata alla tariffa.
Infatti mentre la società al momento applica la formula di adeguamento tariffario che include l’inflazione programmata, la componente di riequilibrio e il fattore di remunerazione degli investimenti oltre al fattore qualità (ma ormai pare sia ultimo in ordine di importanza!) e inoltre adotta per i possessori di Telepass una tariffa legata alla effettiva percorrenza, nel bando di gara un peso notevole è attribuito alle tariffe d’applicare. Ci sarebbe da capire se ci saranno cambiamenti in aumento.
In ogni caso con molte probabilità potremmo assistere ad un cambiamento epocale chiunque risulti vincitore.
Non dimentichiamo infatti che la stessa Autostrade per l’Italia (maggiore azionista di SAM ed azionista unico dell’altra Società autostradale campana Tangenziale di Napoli) ha da poco tempo definitivamente abbandonato altre tratte trasferendo la proprietà ad altri gruppi, come quello di Toto o di Gavio che pare vogliano aumentare il proprio peso nel panorama-business autostradale.
Come si vede una situazione che crea perplessità anche alla luce degli atteggiamenti dei vertici di Autostrade Meridionali verso il personale e lascia spazio a molti dubbi sul futuro di una società fondamentale per il trasporto su gomma del territorio.
Dubbi e incertezze che vanno dunque dissolti attraverso una veloce definizione delle gara e questo per il rispetto dell’utenza che ha il diritto di servizi all’altezza, per i tanti lavoratori impegnati nella loro quotidianità e per una regione in cui l’occupazione produttiva non può essere messa in discussione da nessuna logica economica o finanziaria.
Gennaro Guida