Il Paese salvato dai moderati

Ott 23rd, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Dalle parole autorevoli del presidente del Senato viene l’invito a formare al più presto quella Costituente dei moderati che sempre più appare la soluzione giusta per trarre fuori il centrodestra dalla crisi in cui si è avvitato. Subito infatti è piovuta una serie di dichiarazioni a sostegno, dai due presidenti dei gruppi del Popolo della Libertà alla Camera e al Senato ai vicepresidenti e ai membri degli organi direttivi, dai coordinatori del partito a diversi deputati e senatori o a rappresentanti di realtà locali.

Segnale evidente dell’interesse comune a definire una soluzione che possa permettere al centrodestra di ritrovare i propri elettori, quelli fedelissimi ai nostri principi e ai nostri valori, persone che non hanno mai abbandonato il Pdl neanche nei momenti più difficili e che si sono però al momento autoesclusi nelle file degli incerti, degli indecisi, di chi non andrà magari a votare. Tutti elettori, comunque, che di scivolare a sinistra non hanno avuto né avranno mai la minima tentazione.

In definitiva, il presidente del Senato propone di stringere le fila dei moderati in una sorta di patto prima delle elezioni del 2013 per varare la riforma delle riforme, la grande e indifferibile riforma del nostro sistema istituzionale. Quello svecchiamento della struttura dello Stato che è stato sostenuto sempre in prima persona, coraggiosamente, controcorrente e a più riprese dal presidente Berlusconi, il quale addirittura si è dichiarato pronto a un passo indietro pur di favorire l’aggregazione necessaria per una riforma definita da lui stesso epocale.

Anche se finora non si sono avuti riscontri diretti, perché la resistenza dell’Udc continua, resta questa forse l’unica via di uscita per ridare ai partiti del centrodestra un compito, una missione precisa per la prossima legislatura e tale da superare di un balzo tutte le incertezze e tutti gli ostacoli generati dalla diffusione oramai drammatica dell’anti-politica nell’opinione pubblica.

Un progetto di così ampio respiro ha bisogno ovviamente dell’appoggio incondizionato di tutta la vasta area moderata, che ha sempre avuto la prevalenza alle urne nel nostro Paese, salvo brevi parentesi. Le asprezze però e i contrasti derivanti proprio dalla attuale situazione economica e politica finora hanno impedito di giungere in porto, al necessario accordo globale sulle riforme. Eppure, per fare fronte alla concorrenza dei partner europei, occorre uno Stato moderno e trasparente, uno Stato che offra alte garanzie di governabilità, uno Stato efficiente che faccia pulizia di mille vincoli e lacci burocratici e che favorisca in tutti modi i cardini produttivi, le famiglie e le imprese. Ecco perché la proposta ai moderati arriva nel momento giusto, nel momento chiave per le istituzioni subito prima dell’avvio della campagna elettorale.

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