C’è la crisi, niente auto ma bici
Ott 3rd, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
“Hai voluto la bicicletta? Allora pedala”. Si presta a facile e anche un po’ gratuita ironia la notizia che nel 2011 il mercato nazionale delle biciclette ha superato per pezzi venduti quello delle auto: brindano i fans della teoria delle “decrescita felice”, gli ambientalisti della “disoccupazione felice” (vedi Ilva: meglio morti di fame subito, che di polveri domani), delle “domeniche felici” a piedi tanto care alla “sinistra intelligente” (anche quella con l’auto blu) e naturalmente dei produttori di velocipedi.
Il problema è che il mercato della bici vale sì e no un centesimo di quello dell’auto, che con faciloneria e malizia interessata viene identificato con la sola Fiat. La verità è che si tratta di una filiera che dà lavoro a 1,2 milioni di persone (solo 86mila della casa di Torino), comprende 2500 imprese della componentistica, vale l’11,4% del Pil nazionale, porta al Fisco introiti che sono il 16,6% del totale (carburanti in testa). Il mercato è in caduta libera, 20% in meno anno su anno, 40% in meno rispetto ai livelli pre-crisi, siamo tornati agli anni Sessanta. E non a caso, dunque, alla bicicletta.
Se - al di là delle facile ironie - qualcuno l’ha scelta per motivi ambientali, i dati dicono dunque che i più lo hanno fatto per motivi strettamente economici. L’Italia continua a distinguersi per il record europeo nel prezzo della benzina (30 centesimi in più della media Ue), consumi calati del 10% ma incassi per l’Erario cresciuti a loro volta del 10% grazie alle accise e al moltiplicatore dell’Iva sulle accise stesse. Non è soltanto la benzina il motivo per il quale il settore auto è ormai alla deriva: moltiplicazione delle tasse nazionali e locali, l’imposta sulle auto di lusso (non si vendono e lo Stato perde sostanziosi introiti di Iva), una politica punitiva verso l’automobilista. In realtà servirebbe un cenno di attenzione da parte del governo verso l’intero settore, non solo la Fiat. Qualcosa di meglio però degli incentivi demagogici all’auto elettrica (mercato inesistente, se ne sono vendute 42 in tutta Italia), tant’è vero che Germania e Usa hanno fatto marcia indietro giudicandoli fallimentari. Ben venga comunque la bicicletta, purchè non si dica che l’hanno voluta gli italiani. Al massimo l’hanno subita i contribuenti.