I professori e la crescita se ne parla ma non arriva mai
Set 8th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Ne parlano sempre, la promettono a gran voce, stilano ogni giorno nuove mirabolanti ricette, riempiono i quotidiani di indiscrezioni, ma poi quella, la tanto attesa crescita, non si materializza, non arriva mai. È l’Araba Fenice del Governo dei professori, è la pietra filosofale che può rimettere in moto l’alchemia dello sviluppo: che vi sia ciascun lo dice, dove si trovi nessuno lo sa. Sempre annunciata con grandi clamori mediatici, finisce per perdere regolarmente la strada.
L’unico dato di fatto certo è che senza un piano dettagliato di ripresa l’economia italiana non potrà ripartire: senza nuovi investimenti non si potranno creare nuovi posti di lavoro né si riuscirà a difendere quelli già esistenti e a rischio. Le previsioni dell’Ocse, l’organismo mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico, vedono in nero il futuro del nostro Paese ormai in preda alla recessione e al pessimismo. Secondo le ultime stime, il prodotto interno lordo italiano, quel Pil che misura il grado nazionale di ricchezza, crollerà del 2,4-2,5 per cento alla fine di quest’anno. Un risultato che ci pone nelle posizioni di coda nella classifica dei Paesi industrializzati.
Tra i rappresentanti delle categorie produttive che ogni giorno insorgono si schiera oggi anche il presidente dei costruttori edili Buzzetti, ed è il caso di ricordare che l’edilizia è un formidabile elemento di traino del sistema economico. L’accusa è precisa: la pioggia greve di tasse sulla casa ha mandato il settore alle corde, riducendo le possibilità di acquisto di nuovi immobili e colpendo di fatto le famiglie con una sorta di patrimoniale. Ecco quindi un altro elemento recessivo e si capisce perché l’Ocse finisce per bocciare il Governo dei professori: va bene il rigore, tutti pronti ai sacrifici, ma un Paese non esce dal baratro senza un progetto di rilancio e di sviluppo.
Non è un caso l’ammonimento del Governatore Draghi: è troppo basso il potenziale di crescita! Più basso in Italia della media europea che già prevede da meno 0,4 a meno 0,8 per cento del prodotto interno lordo in tutta la zona dell’euro, diciassette grandi Paesi in recessione al di fuori della Germania e dei soci del Nord. Da qui il valore del monito quotidiano rivolto dal Popolo della Libertà al Governo sempre e regolarmente sostenuto in questi mesi difficili: senza la ripresa non si può uscire dalla crisi spaventosa e insostenibile che sta attanagliando soprattutto famiglie e piccole imprese.