Crisi: in autunno il gelo dei consumi
Set 5th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
Non è ancora finita - e finirà chissà quando la crisi finanziaria - e già si appalesano, all’avvio dell’autunno, i sintomi della crisi economica. La crisi dell’economia reale, quotidiana, concreta, quella che si fa più sentire sulle spalle dei cittadini comuni. Il dato più preoccupante, e anche quello meno seguito dal Governo dei professori, è il calo dei consumi: addirittura il 3,3 per cento in meno rispetto al 2011 che è già stato un anno di ristrettezze.
Questa sforbiciata, da parte sopratutto delle famiglie e delle piccole imprese, sta per ripercuotersi sulle attività commerciali, tanto che si stima da 110 a 150 mila il numero dei negozi, delle aziende all’ingrosso, dei venditori di automobili e di motocicli che saranno costretti a chiudere i battenti entro la fine di quest’anno nerissimo. In crisi gli alimentari e i generi di abbigliamento che hanno visto fallire o quasi le tradizionali vendite in saldo, con incassi calati dal 30 al 40 per cento, ancora peggio se la passano i concessionari di auto e tutta la relativa catena, visto che il mese appena passato di agosto ha visto un crollo del mercato automobilistico del 20 per cento rispetto al mese precedente già molto modesto. E l’amministratore delegato della Fiat, Marchionne, ha commentato subito che “un calo così non si era mai visto“.
Le cifre del turismo sono anch’esse sconcertanti con ribassi medi del 30 per cento delle presenze da un anno all’altro. La crisi ha colpito con la violenza dell’uragano soprattutto le località più alla moda, e quindi più delle altre sottoposte a eventuali blitz della guardia di finanza. La maggioranza degli italiani si sono rifugiati nella tecnica del mordi e fuggi, cercando di risparmiare le notti passate fuori casa.
In un quadro tanto sconsolante, appare evidente che l’unica via di uscita è il rilancio del sistema Italia. Sempre promesso e mai attuato, questo rilancio sarà al centro del Consiglio dei ministri di domani. Da tempo il Popolo della Libertà sostiene che aldilà della politica di rigore per mantenere i parametri europei, occorre e subito, ieri e non oggi, un piano di sviluppo economico. Si sta per abbattere un autunno caldo mai visto in precedenza, e non esistono ricette diverse da quelle suggerite dal nostro movimento e dal buonsenso: quando e se i professori e i tecnici ne prenderanno atto, sarà tardi ma forse ancora in tempo per cercare di limitare un disastro già annunciato