Le ultime tappe di taranterra
Lug 31st, 2012 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani
taranterra è dissoluzione della parola che da segno astratto si trasmuta in vibrazione guaritrice, percussione che scuote dal sonno, soffio rigeneratore, scossa rivelatrice;
taranterra è una caosgonia, forse, la storia irraccontabile dell’attimo in cui l’eterno ritorno si trasmuta per sempre in ricordo placato, senza rancore, guarito;
taranterra è (in)coscienza alchemica, se è vero che l’Alchimia è processo attraverso cui la vita, dopo la corruzione del necessario tramutarsi in carne e materia, ritrova nuovamente l’essenziale;
taranterra è un corale fatto di voci abitanti un piccolo istante/mondo, quello di un uomo (o dell’uomo?) che ascolta distante dal tempo, colto a raccogliere per l’ultima volta o per la prima di una nuova volta, ciò che resta del visto, vissuto o immaginato.
In taranterra “tutto è già accaduto”: ricordi d’infanzia, preghiere, eros, danze di guerra e d’iniziazione, ferimenti e lenimenti materni, incontri accidentali, abbandoni e ritrovamenti, in un continuum circolare basato su algoritmi che collidendo tra loro generano altri algoritmi, come accade in ogni ontogenesi;
taranterra è un lungo stasimo a pulsazione variabile in cui gli attori danno vita agli oggetti, ai quadri e ai loro abitanti di volta in volta evocati dai versi, servendosi esclusivamente dei propri corpi, di tammorre, giavellotti e tessuti che trasformano e ridisegnano lo spazio dell’azione, evocando ora la tenda nel deserto di un anacoreta, ora una processione, una penultima cena, una piazza d’armi, una distesa assolata di grano, un formicaio, un tempio, un pantano, una giostra, un giaciglio, una fossa, un solo luogo di ricongiungimento e a un tempo di separazione;
taranterra è uno spettacolo pensato e realizzato per essere rappresentato ovunque il teatro possa tornare ad essere un momento collettivo di reciproco ri-conoscimento (o di ri-conoscenza?) profonda, tra chi offre e riceve, chi riceve ed offre.
Massimo Maraviglia
Asylum Anteatro ai Vergini
Asylum Anteatro ai Vergini nasce dalla fusione operativa delle associazioni culturali Teen Theatre (presidente Ettore Nigro) e Cantieristupore (presidente Massimo Maraviglia). Entrambe le associazioni si occupano di produzione e formazione nell’ambito della ricerca teatrale.
La comune visione d’intenti – fare del teatro uno strumento di ricerca personale, culturale e sociale, restituendo ad esso la libertà che è propria del suo statuto ontologico – ha costituito la base di partenza per l’avvio di un lavoro di studio e ricerca quotidiano orientato alla realizzazione di produzioni autonome che vedono nel pubblico la propria fonte principale di sostentamento e negli spazi cittadini i luoghi ideali della rappresentazione; la costituzione di un gruppo di lavoro stabile che condivide una koiné ed una visione ecosistemica secondo cui il teatro è un fatto sociale, colto e popolare a un tempo, una necessità che riguarda un’intera comunità e non solo parti di essa.
La scelta di aprire la propria sede in un antico palazzo (Palazzo de’ Liguoro) di uno dei territori più complessi, sofferti e ricchi di storia della città (la Sanità), conferma la vocazione di Asylum a un lavoro artistico dalle aspirazioni europee ma consapevolmente radicato nella propria cultura d’origine.
Gli spettacoli fino ad oggi allestiti sono:
Puccetto e Olopierno di M. Maraviglia (2009, Premio Girulà per il testo migliore), Appunti di un Riparatore (2010) di M. Maraviglia, Studio Perimetrale intorno all’incertezza (2011) di M. Maraviglia, La insolita lezione del professore O.T. di M. Maraviglia (2012), prime nazionali c/o il teatro Elicantropo, Sancarluccio di Napoli e riprese in altri teatri cittadini, tra cui il Mediterraneo.
E ancora: Le femmine Sapute di Molière, adattamento di M. Maraviglia e regia di E. Nigro (Napoli, Palazzo de’ Liguoro, 2011); Da marionetta a marionetta di E. Nigro e C. Romano (Napoli, Accademia di Belle Arti, 2007).