Women in Diplomacy - Terzi: inclusione donne parte essenziale della democrazia

Lug 17th, 2012 | Di cc | Categoria: Esteri

Le donne, sempre più protagoniste dei processi di transizione socio-politica ed economica, rappresentano tutt’oggi una risorsa non ancora pienamente valorizzata e molto resta ancora da fare in termini di parità economica e affermazione in politica. La conferenza ‘Women in Diplomacy’, che si è svolta alla Farnesina su impulso del Sottosegretario Marta Dassù, è servita proprio a rilanciare il ruolo delle donne nel cuore dei processi decisionali, a cominciare dalla diplomazia.

Il parterre era quasi tutto femminile, tra ministri e rappresentanti istituzionali di diversi paesi. A loro è arrivato il messaggio di benvenuto, letto dal Ministro Giulio Terzi, del Presidente Giorgio Napolitano, il quale ha sottolineato che “l’ingresso delle donne in diplomazia é una “tendenza inarrestabile” e il loro “successo in campo internazionale” dev’essere “d’ispirazione ad amministrazioni pubbliche e imprese private”.

Le donne in diplomazia sono ancora poche, circa il 18,5% del totale, ma negli ultimi anni la tendenza si è invertita, ed oggi il 30% dei vincitori degli ultimi concorsi è donna, ha ricordato Terzi, affermando che la Farnesina punta ad “un incremento minimo degli incarichi di responsabilità per le donne del4-5% nell’arco di un biennio”.

Anche il Premier Mario Monti, nel suo intervento di chiusura della conferenza, ha ammesso che nel suo governo avrebbe voluto più donne, e tuttavia non molti governi ne hanno tre a capo di ministeri “così centrali, cruciali e storicamente maschili come quello dell’interno, giustizia e lavoro”. In ogni caso, ha puntualizzato, “con la riforma del mercato del lavoro sono state introdotte misure per aumentare l’inclusione delle donne nella vita economica”.

Uno degli ostacoli principali per le donne rappresenta la difficoltà di dividersi con la famiglia. “Non sarà certo semplice perché i cambiamenti di mentalità richiedono tempo,” ha affermato il Sottosegretario Dassù, sottolineando però che le diplomatiche della Farnesina sono “consapevoli dei loro doveri ma anche del loro diritto ad avere tutto, o almeno a provarci, ad andare in una sede all’estero senza perdere il marito”. Più in generale, ha ricordato il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, “le politiche di conciliazione, ossia come conciliare la carriera con la vita familiare, devono essere un fatto ed una caratteristica normale della società, che devono riguardare sia gli uomini che le donne”.

La piena emancipazione femminile è una delle sfide principali nel Nord Africa e in Medio Oriente. L’Italia, ha spiegato Terzi, si aspetta che le nuove leadership arabe rispettino i diritti delle donne nelle Costituzioni, nella vita politica e sociale” perché le donne “sono state protagoniste della primavera araba”, scendendo in piazza e partecipando “in massa” alle prime consultazioni elettorali.

‘Women in Diplomacy’ rappresenta il seguito del progetto “Le donne nel servizio pubblico” lanciato lo scorso dicembre dal Segretario di Stato americano Hillary Clinton. E proprio la Clinton, in un videomessaggio, ha ringraziato il MAE per il ruolo di leadership assunto in questa iniziativa sottolineando che l’accesso di un maggior numero di donne ai ruoli di responsabilità - in diplomazia come in politica - è un “obiettivo del tutto strategico” perché le nuove “sfide cruciali” della politica estera necessitano di “diplomatiche innovative e ricche di talento in posizioni chiave”.

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