SOS SIGARETTE VELENOSE: NO AL TRAFFICO ILLEGALE
Lug 11th, 2012 | Di cc | Categoria: Salute
In forte crescita la vendita di sigarette di contrabbando. Materiali e sostanze tossiche le rendono ancora più pericolose.
E’ risaputo, ormai, che il “vizio” del fumo rappresenti una vera e propria dipendenza, dalla quale difficilmente ci si riesce liberare. Tutti noi siamo a conoscenza dei grossi danni nei quali potremmo incorrere a causa della sigaretta; nonostante questo, però, il numero di fumatori in Italia è ancora molto elevato. Sono tanti ed altissimi i rischi causati del fumo, contro i quali, tutti i fumatori, lottano giorno dopo giorno. Un nuovo campanello d’ allarme ci è giunto ultimamente, e riguarda il contrabbando di sigarette, che , si sa, è un’ attività ancora ampiamente praticata. Come rivelano gli ultimi dati, infatti, nel 2011 sono state sequestrate 278 tonnellate di sigarette; ben 78, invece, sono state le tonnellate di sigarette sequestrate soltanto nei primi tre mesi del 2012.
Direttamente dai tecnici della British American Tabacco ci è giunta questa notizia: le sigarette di contrabbando si presentano non soltanto come “false”, ma anche come “velenose” e prodotte con materiali a dir poco pericolosi e tossici. Pesticidi, escrementi, uova di insetti, arsenico, capelli, piombo, veleni per topi: queste ed altre sono le sostanze presenti all’interno delle sigarette vendute illegalmente. Si tratta di un vero e proprio business per la malavita organizzata; il commercio delle cosiddette “bionde” , oramai, è diventato internazionale: i clan non italiani hanno stretti contatti con mafia, camorra e ndrangheta, ed insieme si occupano di importazione e vendita di contrabbando. Le sigarette false sono destinate per di più ai paesi come Regno Unito, Belgio, Germania, Olanda e Francia, dove la tassazione è più alta. Nonostante questo, però, in Italia il traffico illegale è in forte crescita: questo ha da sempre rappresentato, e rappresenta tutt’ oggi, una delle più grosse fonti di arricchimento per la criminalità, ed è anche grazie ad esso che la malavita riesce a finanziarsi altre attività, quali lo spaccio di droga.
Grazie ad un dossier realizzato dai tecnici inglesi, sono state illustrate le rotte ed i traffici del commercio illegale. Si tratta soprattutto di uno scambio di merci tra Italia e Cina: è da lì infatti che ci arriva il maggior numero di sigarette false: queste, in seguito a delle soste effettuate in Spagna, in Grecia ed a Dubai, giungono in Italia; vengono poi smistate all’interno di vari porti: secondo la Procura Antimafia, i porti di Brindisi, Genova e Gioia Tauro sarebbero i più attivi, ma tutto il sud Italia risulta comunque coinvolto nella faccenda e nel commercio illegale. Si parla addirittura di 20 i milioni di sigarette sbarcate in Sicilia in soli 6 mesi e destinate ad essere vendute su mercato mondiale, anche negli USA. Ma le bionde non viaggiano soltanto via mare: i contrabbandieri dell’ est, infatti, hanno contatti anche con i singoli clan che ne gestiscono il traffico e la vendita via terra, passando dalla Polonia.
Di tutta questa assurda situazione, a risentirne, ovviamente, è l’economia del nostro paese: la produzione del tabacco in foglie, legata soprattutto al sud Italia, è calata clamorosamente negli ultimi periodi. In più, potrebbe essere messa in atto una nuova direttiva dell’ Ue, la “Direttiva prodotti tabacco”, sulla quale l’ Europa sta lavorando: questa implicherebbe una forte destabilizzazione per il mercato del tabacco Burley, prodotto in Campania per il 93%. In più, la normativa porterebbe alla produzione di pacchetti di sigarette in assenza di loghi o marchi. Forti perplessità, però, ci sono in merito a questo punto: c’è il pericolo che la contraffazione di pacchetti venga resa ancora più semplice, quindi la discussione è ancora aperta.
Lottare contro il mercato di contrabbando, e combattere con questo tipo di cirminalità, dunque, si rivela un’ impresa davvero ardua e difficile, ma che vede impegnato un numero elevatissimo di inquirenti e che si sta cercando di risolvere attraverso misure di prevenzione e repressione. Ciascuno di noi, a prescindere dal contrabbando, dovrebbe comunque intervenire con misure di prevenzione, ma su se stesso..per la propria salute. Sarebbe opportuno, quindi, non limitarci a lottare contro il contrabbando, ma contro il fumo e la sigaretta in generale, pensando a tutti i rischi ed a tutte le problematiche fisiche e psicologiche che sarebbe bene evitare.
Fabiana Musolino
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