“LA PESCA ITALIANA TRA NUOVE REGOLE FEAMP E CPC, QUALE FUTURO”
Lug 8th, 2012 | Di cc | Categoria: Ambiente“Disponibilità ad individuare delle soluzioni utili, anche attraverso un confronto, per far sì che gli operatori della pesca possano beneficiare delle risorse e degli strumenti messi in campo dal nuovo Fondo europeo per la pesca e gli affari marittimi (Feamp) 2014-2020 ma in maniera personalizzata“. È quanto assicurato dal presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, on. Paolo Russo, ai rappresentanti delle cooperative aderenti all’Unci Pesca, nel corso del convegno dal titolo “LA PESCA ITALIANA TRA NUOVE REGOLE FEAMP E CPC, QUALE FUTURO” organizzato ad Ercolano.
Durante l’incontro gli operatori hanno potuto esprimere la forte preoccupazione per le poco rosee prospettive riguardanti il settore in vista dell’entrata in vigore, a paritre dal 1 gennaio 2013, de lla Politica Comune della Pesca. Questo nuovo quadro normativo definirà le linee guida da seguire per assicurare una pesca sostenibile, che non distrugga l’ecosistema. Per ridurre i rischi di una pesca troppo intensiva, gli operatori dovranno osservare una serie di norme, tra le quali quote di pescato per ciascuna specie e ciascuno stato. Questa nuova regola, però, sarebbe accompagnata da misure di compensazioni e sussidi finanziari a favore degli operatori del settore, il cosiddetto FEAMP.
Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca subentra, infatti, con una dotazione pari a 6,5 miliardi di euro per la programmazione 2014-2020, all’attuale fondo europeo per la pesca. In questo modo la Comunità europea intende incentivare gli operatori del comparto a ridurre lo sfruttamento delle risorse e l’impatto sugli ecosistemi marini erogando contributi diretti a sostenere la diversificazione delle attività produttive, in particolare in settori quali il turismo e la ristorazione, ma anche a migliorare la commercializzazione e a sostenere l’innovazione, soprattutto se diretta a ridurre la quantità dei rigetti in mare.
Per gli addetti ai lavori però tale proposizione non tiene sufficientemente conto dei risultati valutativi e degli impatti dell’attuale Pcp quanto, piuttosto, dell’esigenza di riduzione nel bilancio comunitario della spesa a sostegno del settore ittico. Inoltre, l’integrazione degli strumenti finanziari esistenti (FEP, sostegno alla PMI e dispositivi dell’Organizzazione Comune dei Mercati) in un unico fondo di fatto potrebbe implicare un aumento della complessità burocratica delle disposizioni normative, provocando un aumento dei costi di gestione amministrativi e un rallentamento nell’utilizzo dei fondi relativi al periodo di programmazione.
La dotazione finanziaria poi è solo apparentemente aumentata rispetto al FEP restando comunque insufficiente, dato che il nuovo fondo dovrà coprire anche la Politica Marittima Europea. Inoltre, il nuovo FEAMP concede aiuti solo ad operatori del settore in regola con la Pcp (cosiddetto principio della condizionalità). Si rischia così di condizionare gli aiuti ad adempimenti di difficile dimostrazione con gravi ripercussioni sulle imprese di pesca. In fine, l’interruzione del sostegno delle misure di aiuto dirette alla flotta e l’assenza di una chiara visione di rilancio indirizzata ai giovani, lasciano supporre che il fondo, così come strutturato, punterebbe soprattutto ad incoraggiare i pescatori ad abbandonare il settore.