TRATTAMENTO CON IPOTERMIA DEL NEONATO ASFITTICO

Giu 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Salute

L’encefalopatia ipossico-ischemica (EII) è una delle cause più comunemente riconosciute di paralisi cerebrale infantile (6-23%).

L’incidenza di asfissia intrapartum è di circa 3-4 per 1000 nati vivi; la incidenza di encefalopatia ipossico-ischemica, in assenza di altre anomalie pre-concezionali o antepartum, è di circa 1,6 per 1000 nati vivi.

L’ EII di grado moderato o severo è gravata da una mortalità compresa tra il 10 e il 60%; tra i sopravvissuti il 25% sviluppa anomalie neurologiche.

 

Il danno cerebrale non è un evento unico bensì un processo evolutivo che inizia durante l’insulto ipossico-ischemico e che, nei casi piu’ gravi e prolungati, continua in un periodo successivo definito “fase di riperfusione”. In fase acuta avviene la necrosi neuronale, diretta conseguente all’ipossia cellulare causata dall’asfissia, con esaurimento del metabolismo energetico cellulare. Tuttavia molti neuroni non muoiono durante la prima fase dell’insulto ma paradossalmente nella seconda fase, dopo la riossigenazione del neonato, da 6 a 100 ore dopo l’insulto ipossico-ischemico.

Tra la prima e seconda fase è possibile intervenire con apposite apparecchiature che, attraverso il raffreddamento selettivo della testa del neonato (servo controllato), permettono di limitare gli esiti a breve (mortalità) e a distanza (paralisi cerebrale).

 

Per la complessità del livello assistenziale richiesto, il trattamento ipotermico va effettuato esclusivamente nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (Centri di III livello assistenziale), possibilmente centralizzando le cure per poter ottenere elevati livelli di competenza nei confronti di un trattamento relativamente raro. In particolare è indispensabile la presenza di personale infermieristico altamente specializzato con elevato rapporto paziente/infermiere e guardia neonatologica 24 ore su 24.

 

Il Gruppo di Studio di Neurologia Neonatale della SIN Società Italiana di Neonatologia sull’assistenza del neonato con EII, ha già da tempo pubblicato le Raccomandazioni sull’assistenza del neonato a termine asfittico. In queste raccomandazioni è sottolineata l’indispensabilità del trattamento ipotermico,da iniziare precocemente entro le prime 6 ore di vita e da concludersi dopo 72 ore di trattamento.

Recenti evidenze scientifiche ne dimostrano infatti, nei sopravvissuti a 18 mesi di vita, l’efficacia sulla riduzione della mortalità e delle disabilità maggiori.

L’ipotermia quindi rappresenta una nuova terapia, efficace in una popolazione selezionata di neonati a termine con encefalopatia ipossico-ischemica moderata o severa.

 

Grazie all’intervento della SIN, già da tempo in molte regioni italiane, in particolare del Nord (Lombardia,Veneto, Piemonte, Emilia Romagna), esiste la rete dei centri TIN per il trattamento ipotermico, nonché tutta l’organizzazione di base dei centri nascita.

Poiché, come già sottolineato, i dati di letteratura mostrano un sensibile contenimento della mortalità e degli esiti a distanza tra i neonati asfittici trattati con ipotermia, con l’attuazione del trattamento si riduce anche la spesa sanitaria destinata alle lunghe e costose terapie di cui necessitano i neonati sopravvissuti all’asfissia grave.

È necessario quindi che le Aziende Ospedaliere dotate di Terapia Intensiva Neonatale, siano attrezzate rapidamente per assistere i neonati asfittici. Le TIN selezionate per il trattamento ipotermico, fornite di idonee apparecchiature per il raffreddamento del neonato e per il monitoraggio continuo dell’attività cerebrale (CFM), costituiranno una Rete di Assistenza Neonatale, ove trasferire rapidamente i neonati che necessitano del trattamento ipotermico.

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    thanks for information….

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