Diciassette anni fa , a via D’Amelio , a Palermo , per effetto di un ordigno esplosivo dalla potenza devastante , moriva il giudice Paolo Borsellino con la sua scorta . La strage avveniva a poca distanza di tempo da quella di Capaci dove era stato dilaniato da un altro ordigno Giovanni Falcone , la sua compagna , i militari di scorta . Gli italiani non possono e non devono dimenticare questi due fulgidi eroi , uomini che , nella semplicità della loro vita , portavano avanti con impegno , senza sovrapposizioni mediatiche , il loro lavoro di magistrati, nell’indifferenza ed in  alcuni casi anche nell’ostilità di qualcuno. Ricordare Paolo Borsellino , a 17 anni dal suo sacrificio , e con lui Giovanni Falcone ed i tanti morti con loro , deve rappresentare uno stimolo a far sì che la lotta a quel cancro che corrode non solo la vita siciliana ma anche quella dell’intera nazione ,non abbassi mai la guardia . La celebrazione che in queste ore si sta svolgendo , presente il presidente del Senato Schifani , deve avere questa funzione : ricordare a tutti che il sacrificio di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone non fu vano e che non è il caso di strumentalizzarne le figure come qualcuno , anche a loro vicino , talora prova a fare . Le idee politiche , ben note , di Paolo Borsellino e quelle di Giovanni Falcone non impedivano loro di agire a viso aperto senza lasciarsi condizionare , senza improvvide scelte di campo , come purtroppo spesso siamo costretti a vedere oggi . Per loro esisteva solo lo Stato e quindi il dovere di servirlo . Quanti ora dicono di ricordarli , ricordino anche le ingiustizie che dovettero subire , i rifiuti di un certo organo superiore a far loro ricoprire i ruoli cui ambivano per meglio mettere le loro intelligenze al servizio della nazione .(Michele Elio Fusco)