Napoli - S.Lucia- Chiedono il pizzo per un cantiere e vengono arrestati dai carabinieri
Giu 14th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca di NapoliIl 10% sull’importo dei lavori per la realizzazione degli elevatori di collegamento tra via santa lucia e il belvedere del monte echia. Appena per dire
500.000 euro chiesti con la solita protervia criminale e con la certezza di intimidire la vittima che davanti al nome di un clan avrebbe pagato.
Non e’ andata secondo le aspettative perché i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di bagnoli hanno arrestato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso Luigi de Gais, 24 anni, residente in via Pallonetto a Santa Lucia, attualmente affidato in prova ai servizi sociali e Ciro Brandi, 28 anni, residente al vico Forno della Solitaria, entrambi già noti alle forze dellìordine.
I 2 sono stati sorpresi e bloccati su via Santa Lucia, all’angolo con via chiatamone: immediatamente prima, per la quarta volta, avevano fatto richieste estorsive al direttore dei lavori del cantiere per la realizzazione di elevatori di collegamento tra via santa lucia e il belvedere del monte echia appaltati dal comune di napoli a un consorzio del luogo. In particolare: in 3 occasioni durante l’ultima settimana hanno avvicinato la vittima presentandosi come appartenenti al clan camorristico dei “mazzarella” e, con minacce di morte e sfruttando la forza di intimidazione derivante dalla prospettata appartenenza all’associazione camorristica, hanno chiesto al direttore dei lavori il versamento di denaro in contante pari al 10% dell’importo totale dell’appalto (5 milioni di euro – quindi 500.000 euro di “pizzo”) da consegnare “a rate” durante il prosieguo dei lavori. I militari dell’arma, che nei giorni scorsi avevano raccolto la denuncia della vittima, li hanno attesi e bloccati nei pressi del cantiere, ove avevano subito predisposto un servizio di osservazione: forse non pienamente convinti di essere stati convincenti, si erano presentati nuovamente al cantiere per rinnovare le richieste estorsive. Gli arrestati, formalmente riconosciuti dalla vittima, dopo le formalità di rito sono stati tradotti nell’istituto penitenziario di secondigliano.