Crollo del Pil, non c’è tempo da perdere

Giu 12th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

La peggiore delle conferme sullo stato della nostra economia arriva dall’Istat, che fissa nell’1,4% il calo del prodotto interno lordo nel primo trimestre rispetto al 2011 (-0,8% sui tre mesi precedenti). È il dato peggiore dal 2009 e tre trimestri consecutivi in discesa certificano la recessione al di là di ogni ragionevole dubbio, rendendo ancora più pressante la rapida attuazione di provvedimenti a sostegno della crescita. Calano consumi, produzione, export e di tutte le componenti della domanda interna l’unica a registrare il segno “più” è la spesa della pubblica amministrazione (!).

 

Quest’ultimo dato rappresenta un segnale forte al governo perché - oltre ad invitare cittadini e partiti a fare i compiti a casa- provveda a farli anche in proprio, nel rispetto degli impegni assunti in parlamento: parliamo di quell’araba fenice che appare ormai agli italiani la cosiddetta spending review (quanto vale? che fine ha fatto?); parliamo della vendita e valorizzazione del patrimonio pubblico, tema assente dal dibattito e dimenticato da un Monti che pure su questo punto si era impegnato in sede di fiducia parlamentare a presentare un piano entro fine aprile. Tempo scaduto.

 

I dati Istat di oggi si sommano a un segnale egualmente negativo, quello delle cifre sulle entrate tributarie, davvero poco confortanti. Una conferma del fatto che la medicina fiscale, quando viene applicata a dosi tanto massicce, ottiene l’effetto contrario: oltre un certo limite, in Italia già abbondantemente superato, l’economia si rattrappisce e lo Stato incassa meno. Vale per la benzina (più accise, meno consumi), vale per i temuti aumenti Iva (prezzi più alti, meno consumi).

 

E vale naturalmente per le imprese: sono le più tassate in Europa eppure si trovano in questi giorni a dover pagare una Imu stratosferica (più del doppio rispetto all’Ici) sui fabbricati dove producono,lavorano e danno occupazione. Se passiamo sul fronte dei lavoratori, il governo ha gravemente depotenziato il provvedimento del centrodestra sulla detassazione del salario di produttività: meno soldi agli operai, una platea di beneficiari più bassa, un ulteriore taglio nel 2013. Insomma, una vera e propria controriforma, sfondo ideale per una nuova foto di Vasto in salsa Fiom-Cgil.

 

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