La provocazione di Berlusconi e il ruolo del governo dei professori
Giu 5th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
Il presidente Berlusconi ha cercato di mettere sul tavolo il problema forse usando un paradosso, ma nel palazzo dell’Unione Europea di Bruxelles non nascondono la verità: l’euro rischia la fine, come hanno detto ufficialmente anche ieri fonti bene informate. Molto dipenderà dal voto in Grecia del 17 giugno, ma dipenderà, ancor più, dalla soluzione che verrà adottata per aiutare l’altro grande ammalato, la Spagna.
Lo scenario è cambiato: fino a poco tempo fa l’epicentro della crisi era nei debiti pubblici, nei cosiddetti titoli sovrani degli Stati, ora è nelle banche. E qui sta il guaio: il Fondo di stabilità europeo può finanziare gli Stati nazionali ma non i privati. Alla banca spagnola Bankia mancano 15 miliardi di euro, un enorme buco da coprire con un aumento di capitale, ma il governo di Madrid non è in grado di finanziare l’aumento stesso perché dovrebbe emettere ulteriori titoli del debito pubblico in misura così robusta da superare l’1% del Pil, il prodotto interno lordo.
L’istituto di credito iberico rischia, così, di fallire con effetti negativi a catena. Già ci sono fughe di depositi dalle banche spagnole dopo quelle registrate in misura maggiore nelle banche greche. Non è senza significato che le Borse siano in picchiata, che gli “spread” tra i titoli di Stato europei e quelli tedeschi siano in aumento, che le grandi multinazionali stiano fuggendo dall’euro, che sia addirittura comparso sui monitor dell’agenzia internazionale Bloomberg il codice della dracma greca. Segnali devastanti che si aggiungono a un quadro fortemente depressivo dell’eurozona.
Ci vorrebbe una forte e precisa scelta politica dell’Europa per convincere i mercati che i vertici di Bruxelles sono pronti a dare battaglia per difendere la moneta comune. Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha fatto intendere che aprirà ancora i cordoni della borsa con un tacito consenso tedesco. Ma una manovra del genere non basta, c’è bisogno di molto di più: occorre riformare l’azione politica dell’Europa. Ed è qui che il governo italiano dei tecnici dovrebbe giocare la partita più importante perché il sistema Europa non può sopportare contemporaneamente l’uscita della Grecia e il default, eventuale ma ancora evitabile, della Spagna: si scatenerebbe il panico su tutti i mercati finanziari globali.
Ecco perché tutti chiedono al governo dei tecnici di andare al sodo e fare breccia sulla posizione intransigente del Cancelliere Merkel: la depressione economica dell’Europa meridionale sta colpendo anche la Germania Federale che non può più sopravvivere nel proprio splendido isolamento, con tutti i dati positivi sulla produzione e sull’occupazione, e continuare ad esportare allegramente in Paesi della stessa area dell’euro che proprio per colpa di quegli indici stanno ormai per morire di soffocamento.
Riforme/Cicchitto: doppio turno ma solo con presidenzialismo
”Vediamo che finora il Pd, l’UdC, molti osservatori sottovalutano le implicazioni di fondo che sottendono la nostra scelta per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica che in quel caso, e solo il quel caso, potrebbe essere accompagnata anche ora da un sistema elettorale a due turni. Si tratterebbe, in sostanza, della scelta piu’ innovativa possibile proprio per far si che un sistema politico che e’ segnato da un distacco crescente fra cittadini e partiti, possa avere un colpo d’ala ed esprimere quindi una risposta assai forte sul terreno del cambiamento. Se il Pd e l’UdC non colgono il significato del salto di qualita’ proposto commettono un gravissimo errore”. Lo dice il capogruppo del pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.
Governo/Lupi: non credo alla fine anticipata ma faccia la sua parte
”Non credo ci sara’ una fine anticipata del governo e il nostro partito non e’ diviso tra diverse anime ex An e ex Forza Italia, ormai superate. Noi siamo solo preoccupati che il governo faccia la sua parte”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, a margine dell’apertura del salone Eire a Fieramilano.
Il governo, afferma l’esponente del Pdl, ”deve fare la sua parte con forza innanzitutto in Europa e il parlamento credo che fara’ una mozione molto forte di indicazione al governo tecnico di quale atteggiamento tenere: e’ inaccettabile la posizione della Germania, rischiamo di fallire tutti”.
”Il secondo punto - prosegue Lupi - e’ la politica economica: noi incalzeremo il governo su alcuni temi fondamentali che sono la tassazione, la difesa delle famiglie l’incentivo ai giovani”.
Quanto alla riforma del lavoro arrivata alla Camera ”certamente - conclude Lupi - dovra’ vedere un ulteriore miglioramento”.