Mag 31st, 2012 | Di cc | Categoria: Esteri
“Preparare il futuro della Somalia: obiettivi per il 2015”: é con questo “auspicio” che si apre venerdì a Istanbul la conferenza internazionale alla quale partecipa il Ministro Giulio Terzi . Nella megalopoli del Bosforo si riuniscono i rappresentanti politici di 54 paesi per cercare di delineare le condizioni di una uscita durante l’estate dall’attuale fragile fase di transizione verso una ipotetica stabilizzazione del paese. La Seconda Conferenza di Istanbul sulla Somalia (dopo quella del 2010) sarà copresieduta dal segretario generale Onu Ban Ki-Moon e dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il cui paese ha assunto un ruolo di primo piano negli ultimi due anni per la soluzione della crisi della Somalia, un paese come la Turchia a maggioranza musulmano sunnita. Alla riunione politica della Conferenza - preceduta da una sessione tecnica aperta dal vicepremier turco Bekit Bozdag - sono attesi anche il presidente e il premier somali di transizione Sheik Sharif Ahmed e Abdiwell Mughammed Ali, il capo della diplomazia britannica William Hague, il segretario dell’organizzazione degli stati islamici (Oci) Ekmeleddin Ihsanoglu e il presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua) Jean Ping.
La posizione dell’Italia
La posizione dell’Italia, espressa dal Ministro Terzi, é chiara: la stabilizzazione della Somalia passa attraverso la attraverso la chiusura della fase di transizione con nuove istituzioni, il coinvolgimento degli islamici moderati nel processo di pace, una maggiore trasparenza nella gestione degli aiuti. La riforma del Parlamento e l’adozione di una nuova Costituzione sono le precondizioni affinché, come previsto dalla road map stabilità in dicembre dalla Conferenza di Garowe, si possa chiudere l’attuale fase transitoria e ciò dovrebbe avvenire il 20 agosto prossimo. L’Italia è anche “pronta a partecipare” al ‘joint financial management board’, un nuovo meccanismo che dovrà assicurare maggiore trasparenza nella gestione delle entrate e degli aiuti internazionali”. La Farnesina sta finanziando iniziative di “institution building” e in ambito Onu c’è un progetto per la formazione di giudici provenienti dal Governo federale transitorio e dalle altre amministrazioni somale. La Cooperazione Italiana, negli ultimi 10 anni, ha effettuato interventi a dono per 118 milioni di euro.