Nord e Sud uniti da una scossa. L’attentato di Brindisi e il terremoto in Emilia.
Mag 30th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Domenica 20 maggio in Emilia ma anche in Lombardia la terra ha tremato per una scossa di terremoto. Sabato 19 Maggio, in seguito a tre bombe collocate fuori l’istituto professionale “Morvillo-Falcone”, anche a Brindisi la terra ha tremato e ha stroncato la vita di una sedicenne piena di sogni, Melissa Bassi.
La terra trema per ragioni e regioni diverse e unisce l’Italia intera. E’ necessario passare per il dolore, la morte, la distruzione per sentirsi italiani. E’ necessario che qualcuno ci rimetta la vita, per far sì che gli italiani si sveglino e si mettano insieme per cercare il cambiamento, per suscitare in loro quella che i greci chiamavano la sympatheia ovvero il soffrire insieme.
Eppure così non va bene. “Maledetta la terra che ha bisogno di eroi”, scriveva Brecht. Per concretizzare il sogno di un mondo all’insegna della legalità e della giustizia, è proprio necessario attraversare una strada così irta, spinosa e difficile?
«Io ero lì esattamente 10 minuti dopo la strage perché la mia scuola si trova a venti metri circa dal luogo maledetto. Oggi (sabato 19 maggio, ndr) alle 18 tutti noi Brindisini scenderemo in piazza, ma non basta. Vogliamo che da tutt’Italia giunga il grido di forza di un popolo che si è stancato e che vuole ritrovare se stesso. Vogliamo che si dia appoggio alla gioventù e soprattutto a noi giovani del meridione che abbiamo il sole nel cuore ed il mare che ci palpita nell’anima. E non abbiamo paura», scrive una ragazza della scuola brindisina colpita dall’attentato. Le parole della ragazza di Brindisi sintetizzano perfettamente ciò che ora deve accadere: bisogna svegliarsi, indignarsi, sporcarsi le mani, gettarsi nella mischia per costruire un paese diverso.
Per questo sabato 26 maggio c’è stata a Brindisi una manifestazione studentesca nazionale, ‘Io non ho paura’. Così l’hanno chiamata nel loro appello gli studenti brindisini: “ Non si può morire entrando a scuola. Queste parole continuano a rimbalzare nella testa di ciascuno di noi nelle ultime ore. Finora nessuno si era mai permesso di toccare la scuola in questo modo, con un atto che - oltre ad essere assassino e criminale- è vigliacco e vergognoso. Colpire la scuola vuol dire colpire il futuro di un paese, la speranza di costruirne uno migliore. Colpire la scuola vuol dire colpire la democrazia, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui da anni lottiamo contro le mafie e ci scontriamo contro la mancanza di lavoro. Le scuole, soprattutto nella nostra terra, rappresentano uno dei pochi luoghi di aggregazione e di partecipazione”.
Non basta più lamentarsi perché l’Italia va a rotoli, ci hanno ricordato gli studenti. L’Italia ha bisogno di cittadini che la amino e che per essa siano pronti a mettersi in gioco. Riprendendo antifrasticamente le parole di Ligabue, «Buongiorno, Italia! » perché davvero per la nostra nazione possa essere un nuovo giorno. Passata la tempesta.
Chiara Selleri