Manifestazione nazionale unitaria , 2 giugno 2012
Mag 28th, 2012 | Di cc | Categoria: Sindacato
MENO TASSE PER LAVORATORI E PENSIONATI,
PIU’ RISORSE PER IL LAVORO
L’aggravarsi della situazione economica e sociale a livello europeo impone l’esigenza di una
svolta nella politica economica dell’Europa, concentrando l’attenzione sui temi della crescita e
dell’occupazione accanto alle politiche di controllo del debito. Per evitare che il “fiscal compact”si
traduca esclusivamente in una riduzione della capacità di investimento dei singoli Stati,
alimentando l’attuale situazione di stagnazione e recessione economica, è necessaria una nuova
politica europea che liberi risorse per finanziare investimenti a sostegno dell’occupazione,
dell’innovazione e dello sviluppo. Al tempo stesso, occorre contrastare più efficacemente i rischi
legati alla speculazione finanziaria, in particolare sui titoli del debito sovrano, alleviando gli oneri
a carico della finanza pubblica che insistono oggi sui singoli Stati. C’è, quindi, bisogno di una
svolta nel Governo europeo orientata a promuovere la crescita, attraverso l’emissione degli
Eurobond, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie e l’adozione di investimenti
pubblici selettivi da non ricomprendere nel Patto di Stabilità. In Italia la grave situazione
economica e l’emergenza finanziaria sono state affrontate senza una politica di crescita,
attraverso drastiche, quanto ingiuste, misure sul sistema pensionistico, volte solo a fare cassa, e
attraverso l’ulteriore aumento dell’imposizione fiscale, soprattutto sui redditi fissi (IMU sulla casa
di abitazione, addizionali IRPEF regionali e comunali, aumenti IVA e dell’accise sulla benzina,
blocco della rivalutazione delle pensioni sopra tre volte il minimo). Così facendo, il conto è stato
ancora una volta pagato soprattutto dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Anche in Italia
la politica economica è chiamata a svolgere un ruolo centrale e la politica fiscale, che di essa fa
parte, è determinante per portare il Paese fuori dalla crisi. Bisogna infatti, da un lato assicurare
la tenuta dei conti pubblici e, dall’altro, liberare risorse per lo sviluppo, la crescita del Paese, a
partire da quelle per incrementare la domanda dei consumi e gli investimenti. Viceversa,
l’attuale Governo, con la nuova delega fiscale, ha perso l’occasione di interventi in questa
direzione. Fermo restando le esigenze di riforma strutturale del fisco (revisione delle aliquote,
unificazione della “no tax area” fra lavoratori e pensionati, introduzione di una patrimoniale
ordinaria di tipo mobiliare e immobiliare, strutturalità della detassazione del premio di risultato
e suo allargamento al Settore pubblico, previsione di forme di contrasto di interesse tra
acquirente e venditore, dare rilevanza costituzionale allo Statuto del Contribuente ed al divieto
di ricorrere a condoni fiscali), delle politiche di sviluppo (innovazione e conoscenza, politica
industriale e dei diversi settori produttivi), di riduzione degli sprechi e dei privilegi del sistema di
funzionamento istituzionale e amministrativo, occorrono azioni immediate che cambino la
politica economica del Governo.
Ridurre subito le tasse a lavoratori e pensionati
CGIL, CISL e UIL chiedono al Governo e al Parlamento nell’immediato di:
1. aumentare di 400 euro annui pro-capite le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente
e da pensione, compresi entro l’attuale limite di 55.000 euro.
2. abolire l’IMU sulla abitazione principale per gli immobili non di pregio esclusivamente per
chi possieda un solo immobile nel medesimo nucleo famigliare.
3. varare il decreto attuativo per rendere applicabile il meccanismo di detassazione dei
premi di risultato, erogati tramite la contrattazione collettiva aziendale o territoriale
Una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale
I recenti dati sulle dichiarazioni dei redditi 2011 hanno confermato che le tasse nel nostro Paese le
pagano prevalentemente i lavoratori e i pensionati ed evidenziano il perdurare di un elevato
livello di evasione fiscale. Nessuna economia, soprattutto nella nuova fase di competizione
globale, può sopportare una così alta evasione.
Il Governo e il Parlamento devono consolidare e rafforzare i provvedimenti per segnare una
svolta epocale nella lotta all’evasione, affermando una forte volontà politica per il ripristino della
legalità fiscale. Non c’è vera democrazia senza democrazia fiscale.
Adesso bisogna accelerare prevedendo il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività di
amministrazione tributaria.
In particolare CGIL, CISL e UIL chiedono:
- Una riorganizzazione dell’apparato statale rafforzando ed estendendo le strutture dedicate in
via esclusiva ai controlli e all’accertamento, destinandovi maggiori risorse umane.
- L’incrocio tra le banche dati dell’Amministrazione finanziaria, Enti locali e servizi pubblici,
anche nel quadro dell’integrazione operativa delle Agenzie, e prevedendo benefici economici per
gli Enti locali sulla base delle somme recuperate.
- La modifica del sistema sanzionatorio, a partire da quello penale, al fine di rendere effettiva
l’applicazione della pena anche a seguito di una ridefinizione delle soglie penalmente rilevanti.
- La revisione degli Studi di settore che dovrebbero trasformarsi in uno strumento di reale
accertamento.
Gli intollerabili attentati alle sedi di Equitalia e gli attacchi al suo ruolo devono essere
decisamente condannati e respinti.
Sono la crisi e le politiche sbagliate per affrontarla che rompono la coesione sociale, allargano le
disuguaglianze e peggiorano le condizioni materiali dei cittadini.
La fedeltà fiscale, da conquistare anche con i controlli e le sanzioni, è una condizione
imprescindibile per costruire un Paese più civile, più giusto e più competitivo.
Questo deve pretendere un Fisco esigente ma anche semplice e trasparente. Per questo occorre,
in primo luogo, rafforzare la esigibilità dello Statuto del contribuente per garantire diritti
considerati fondamentali e non derogabili e istituire una “carta dei servizi fiscali”, allo scopo di
favorire forme di tutoraggio e di fornire annualmente al contribuente uno schema semplificato
degli adempimenti fiscali.
Intereventi straordinari per l’ occupazione e lo sviluppo
La difficile situazione occupazionale rende necessario mettere all’ordine del giorno l’attuazione di
di politiche per la creazione di lavoro, a partire dall’emergenza della disoccupazione giovanile e
femminile, particolarmente accentuata nel Mezzogiorno e dalla necessità di reimpiegare le
centinaia di migliaia di lavoratori ancora coinvolti dagli ammortizzatori sociali.
Per questo vanno create tutte le condizioni necessarie per rilanciare, con l’impegno di tutti i livelli
Istituzionali e nei tempi più solleciti, gli investimenti infrastrutturali, materiali ed immateriali, nei
trasporti, nelle reti energetiche, nella manutenzione e difesa del suolo, nella innovazione e nella
ricerca, utilizzando a questo fine tutte le risorse pubbliche disponibili, coinvolgendo le imprese e i
capitali privati, sbloccando il Patto di Stabilità negli Enti Locali per gli investimenti ed
ottimizzando l’utilizzo dei Fondi nazionali ed Europei per il Mezzogiorno.
Come finanziare le richieste di CGIL, CISL e UIL
Si propone di:
1. Utilizzare una quota significativa delle risorse recuperate nel 2012 dalla lotta all’evasione
fiscale.
2. Istituire una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze.
3. Accelerare, in attesa di una più complessiva armonizzazione europea, un accordo con la
Svizzera per la tassazione dei capitali esportati.
4. Rendere più efficiente e meno costoso il “sistema politico”, razionalizzando i costi di
gestione della Pubblica Amministrazione e semplificando i processi decisionali. I meccanismi di
“revisione della spesa” in corso di esame del Governo devono eliminare le componenti
improduttive, valorizzando e responsabilizzando il lavoro pubblico come “risorsa” essenziale per il
miglioramento dei servizi erogati ai cittadini.
Occorre riformare il sistema degli appalti della Pubblica Amministrazione per eliminare clientele,
sprechi ed inefficienze oggi fortemente diffuse (stimate della Corte dei Conti in oltre 60 miliardi
di euro).
E’ necessario prevedere interventi immediati di riduzione dei costi di funzionamento del sistema
pubblico, quali il blocco per due anni di tutte le consulenze e la riduzione del 20% degli
emolumenti di tutti i 24.000 componenti i consigli di amministrazione di aziende, società ed enti
strumentali delle pubbliche amministrazioni.