La crisi: l’Europa paralizzata dal feticcio tedesco sul rigore
Mag 18th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
Che fare? È la domanda che i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea si rivolgono ogni volta che parlano insieme. E anche stavolta, di fronte alla ennesima crisi globale scatenata dal possibile fallimento della Grecia, si sono detti: dobbiamo coniugare rigore e crescita. Già, ma quante volte è stata pronunciata questa formula e in quanti vertici, senza poi essere riempita di fatti, di contenuti concreti? In realtà le misure per lo sviluppo, quelle uniche misure che possono rimettere in moto nuovi investimenti e quindi nuovi posti di lavoro e nuove occasioni di consumo, sono state rinviate alla prossima occasione. E mentre l’inglese Cameron e il presidente Obama chiedono letteralmente di “aggredire la crisi”, l’Europa è paralizzata dalla Merkel e dal feticcio tedesco del rigore.
Rigore sì, certo. Ma un tale eccesso di rigore, è quasi banale dirlo, provoca un crollo della produzione e della ricchezza, un calo drammatico della occupazione e dei consumi in quasi tutto il vecchio continente, sopratutto nei Paesi della sponda sud, con il rischio di nuove tensioni sociali. Le ripercussioni di questa crisi si fanno sentire in tutto il mondo ed ora è l’Asia a preoccuparsi per le vicende dell’euro, dopo le paure espresse più volte dagli Stati Uniti, con conseguenti crolli delle Borse Valori in tutto l’Oriente.
La posizione italiana appare anch’essa decisa a parole ma incerta nei fatti, senza mostrare mai quello scatto di indipendenza nei confronti della Germania che ormai risulta indispensabile. Il Governo dei tecnici non può limitarsi a una posizione tutta e soltanto tecnica che porta inevitabilmente al rigore e alla paralisi del nostro sistema economico.
Il rischio maggiore, un rischio gravissimo, è quello di disperdere la coesione sociale che tutti ci invidiano. E le pressioni sulla Germania tanto invocate dagli esponenti del Popolo della Libertà devono essere davvero esercitate, altrimenti il Cancelliere Merkel e i Paesi che l’appoggiano all’interno della UE torneranno tranquilli e sereni anche dal prossimo vertice del G8 senza avere mollato di un millimetro sulla propria linea di intransigenza assoluta. Ecco perché il Pdl insiste per una concreta politica di crescita e di sviluppo a livello europeo, ecco perché si susseguono ogni giorno le dichiarazioni, i suggerimenti, gli inviti alla Camera e al Senato, nei dibattiti e nelle apparizioni in televisione. Occorre fare in fretta, prima che i mercati finanziari siano spazzati da una nuova tempesta planetaria e non è neanche detto che sia la tempesta finale.