Casini si convinca, divisi si perde

Mag 10th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Il Popolo della Libertà si è dato come obiettivo strategico di riunire i moderati alle prossime elezioni politiche. Diversamente si consegna l’Italia alla sinistra, con tutte le conseguenze greche del caso. Questo è un dato di fatto, al di là di dietrologie e ricostruzioni giornalistiche. La realtà parla da sola: divisi si perde, uniti si vince perché la sinistra era e resta minoritaria.

All’unità dei moderati, a quelli che si riconoscono nel Partito popolare europeo ma anche in generale a tutti coloro che non vogliono al governo la sinistra delle tasse e della patrimoniale, la sinistra che ha già fallito due volte con l’Ulivo e con l’Unione, Angelino Alfano lavora fin dalla sua elezione a segretario. Ma adesso anche Pier Ferdinando Casini sta definitivamente seppellendo quel terzo polo che aveva costruito come baricentro della politica e di ogni alleanza di governo. Il leader dell’Udc ha preso onestamente atto che non sarà l’asse con Fini e Rutelli a rappresentare il futuro dell’Italia né tanto meno a sgombrare il capo dalle “macerie” (parole sue) sotto le quali i moderati rischiano di finire. Ancora di più, dicono i suoi, si è visto che il Terzo polo era una alchimia tutta politica, fatta a tavolino.

Benissimo. Non nel nostro interesse, che queste cose le diciamo da sempre, ma nell’interesse dell’Italia. I moderati e il centrodestra rinasceranno, e rivinceranno, tra la gente e dalla gente: siamo la maggioranza degli elettori. Che senso ha presentarci divisi? Che senso hanno gli esperimenti buoni per i convegni e con le fondazioni dello “zero virgola” (non ci riferiamo all’Udc), quando la sinistra si appresta a marciare compatta come nel ‘94? Quando Massimo D’Alema proclama “l’Italia ha bisogno di una massiccia iniezione di sinistra“, e Walter Veltroni aggiunge “Casini ha tutt’altro disegno strategico rispetto al nostro“? È evidente che, come 18 anni fa, la sinistra ex comunista sente nuovamente profumo di potere. E ha già pronto anche il programma: altre tasse, più spesa pubblica, patrimoniale. Per loro Monti è stato un taxi per giungere a destinazione. Ora forse anche Casini, che di Mario Monti è stato il più acritico supporter, se ne rende conto. Noi abbiamo tutt’altra idea sia del futuro dell’Italia, sia del governo dei tecnici. Garantiamo il sostegno a Monti per senso di responsabilità - le tensioni perduranti sui mercati ci danno ragione, non è il momento del “liberi tutti” - ma a condizione che ci ascolti, faccia il suo lavoro con efficacia ed equità. Quanto al dopo, la nostra ricetta è quella di tutta Europa e di tutto il mondo: i moderati da una parte, la sinistra dall’altra. Ognuno con il suo programma, perché è sui programmi e sulle persone che gli elettori giudicano. Dagli Usa alla Francia, dalla Germania all’Inghilterra, è così. Noi siamo una cosa, la sinistra un’altra. Tanto più ora che Pd e compagni rincorrono gli estremismi di Grillo, Di Pietro e Vendola; e si sentono rinfrancati dalla vittoria di Hollande (dovuta invece alla ribellione allo strapotere tedesco), come lo furono con Zapatero. Film già visti, film di vent’anni fa. Se Casini fa sul serio, bentornato. Noi tiriamo dritti sulla nostra strada.

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