È la protesta contro tasse e sacrifici

Mag 7th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Dalla Francia alla Grecia, alla stessa Germania, il voto europeo ha una vera costante: la protesta, perfino la rivolta, contro questa Europa tutta tasse, rigore e sacrifici, una Europa che nella percezione comune e nel parere di illustri premi Nobel conviene solo alla Germania. Se da una parte prevalgono i socialisti, e dall’altra i nazionalisti e perfino i neonazisti, è evidente che la protesta non ha un colore preciso, ma premia chi promette di non sottostare supinamente alle ricette di Angela Merkel; e perfino chi evoca l’uscita dall’euro.

 

Questo è il risultato di come l’Europa, ed in particolare l’asse Merkel-Sarkozy, ha gestito una crisi che invece è stata quasi superata altrove, dagli Usa al Giappone. Solo tasse, tutto rigore, niente crescita, ancora meno lavoro: è la ricetta tedesca, che infatti è andata a beneficio esclusivo di Berlino.

 

Noi del Pdl lo diciamo da mesi a Mario Monti. Abbiamo accettato per senso di responsabilità di sostenere il suo governo in Parlamento, ma non ci si può limitare a prendere ordini dalla Cancelliera o di chiedere un posto a tavola in un direttorio europeo che nel frattempo si sbriciolava. Abbiamo segnalato fin da subito come il fiscal compact, il nuovo patto, fosse composto esclusivamente di vincoli di bilancio, e nessuna misura di sviluppo. Ed abbiamo detto come tutto ciò facesse l’interesse della Germania che in questo modo finanziava a costo zero il proprio debito.

 

Il premier italiano ha reagito in ritardo. Adesso promette di concordare con l’Europa, con la Merkel e naturalmente con il nuovo presidente francese, una svolta per lo sviluppo: infrastrutture pubbliche fuori dal conteggio del debito; bond europei mirati a progetti comuni (primo passo verso gli eurobond), obbligo per le pubbliche amministrazione di pagare i debiti verso i fornitori privati. È quanto diciamo da tempo, al contrario di altri leader politici italiani (Casini in testa) che hanno finora approvato acriticamente qualsiasi cosa Monti facesse e dicesse.

 

Se l’Italia di Monti si muove davvero con decisione verso un minor rigore - ben altra cosa dalle mani bucate che predica la sinistra - il nostro paese potrà trarre benefici da questo chiarissimo segnale dei cittadini europei. Diversamente una eurocrazia senza anima e senza meta, che considera l’austerità e le tasse un fine e non un mezzo per tornare a crescere, verrà travolta ancora più clamorosamente nelle prossime tornate elettorali e nei prossimi referendum.

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