Profondo rosso

Mag 5th, 2012 | Di cc | Categoria: Motori

Nuovo mese, nuovo crollo a testimoniare una tendenza apparentemente irreversibile.A scandire questo rovinoso declino, i numeri più significativi diffusi sono demoralizzanti, chiaro sintomo di una inversione di tendenza che si sta consolidando, e che affonda le sue radici nello stravolto scenario economico-sociale degli ultimi mesi.

Lo scorso mese di aprile il mercato auto nuove ha registrato una significativa flessione del 17,99% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con una perdita netta di 28.450 unità. In calo del 18,94% anche i trasferimenti di proprietà relativi alle auto usate. Nel periodo gennaio-aprile si sono perse complessivamente 80.661 vetture rispetto al 2011. In numeri assoluti il mercato si è sbilanciato nettamente in favore delle auto usate riconoscendo loro una quota del 71,63% contro un 28,37% riservato alle auto nuove.

”Un livello di mercato di questo tipo, afferma Romano Valente, direttore generale dell’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia - rappresenta una flessione del 18% rispetto allo scorso anno e addirittura del 27% rispetto al 2010, che fu il primo degli anni 2000 al di sotto dei 2 milioni. Con la riduzione della mobilita’, il probabile aumento delle alienazioni di vetture e la conseguente diminuzione del parco circolante, il 2012 potrebbe essere ricordato come il primo anno, dopo l’inizio della diffusione di massa dell’auto, in cui assisteremo ad un processo di demotorizzazione”.
Le vendite alle famiglie saranno le piu’ colpite. La crisi economica e la conseguente riduzione sostanziale del risparmio e del reddito disponibile, infatti, determineranno una flessione dei consumi interni e, in particolare, degli acquisti di autovetture. Il Centro Studi Unrae stima per la fine dell’anno un volume di immatricolazioni a privati di poco superiore a 900.000 unita’ e una quota vicina al 63%. Cio’ rappresentera’ un ulteriore record negativo, persino rispetto a quello registrato lo scorso anno (66,5%). Il noleggio, di conseguenza, crescera’ in quota rispetto al 2011, ma si attestera’ su volumi intorno alle 250.000 unita’, non sufficienti ad assicurare il rinnovo dei parchi aziendali nei consueti tempi che, quindi, tenderanno ad allungarsi (fonte Ansa).


Al di là degli sterili numeri, quali possono essere le ragioni di un cambiamento così radicale. E’ oggettivamente ipotizzabile che tutto questo sia stato determinato da un impoverimento generale la cui portata è epocale, tale da scoraggiare qualsiasi tipo di spese frivola, destinando le risorse disponibili ai beni di prima necessità. Ma è ancora più probabile che in conseguenza di questo si sia registrato un cambiamento di approccio al prodotto auto e che si siano completamente ridefinite le motivazioni di acquisto.


Il fenomeno di demotorizzazione di cui parla il Dott. Valente è ormai fatto noto poichè amplificato dalla fuga di vetture verso i paesi stranieri. Prima limitato alle auto di grossa cilindrata e di lusso, perché i proprietari evidentemente evasori potessero ridurre la loro esposizione visiva ad eventuali fermi da parte della GdF, poi tramutatosi in una forma di capitalizzazione per i vecchi proprietari spinti dalla necessità di ridurre gli impegni economici delle proprie famiglie (non dimentichiamo che anche a fronte di un tale tracollo il Governo continua ad aumentare in maniera irragionevole la tassazione sulle autovetture, ridurre i coefficienti di detrazione e deducibilità, incrementare le accise sui carburanti e tacitamente approvare l’indiscriminato aumento delle polizze assicurative), questa transumanza di veicoli (prevalentemente verso i paesi dell’est) ha avuto ancora effetti più catastrofici. All’esponenziale aumento dell’offerta non è ovviamente seguita una proporzionale richiesta. In ragione di questo i valori residui delle auto usate sono crollati in maniera così veloce da sconsigliarne la sostituzione, per scongiurare il rischio di una ulteriore perdita economica da registrare negli anni a venire.


Il fatto stesso che poi l’attenzione dei pochi acquirenti sia sempre maggiormente diretta verso il prodotto di seconda mano, è anch’esso un fenomeno che traccia in maniera inequivocabile l’esigenza dell’utente medio. OggiAggiungi un appuntamento per oggi una sostituzione del proprio veicolo pare esclusivo appannaggio di chi è costretto per necessità, ma con un occhio maggiormente attento alla spesa. Un cambio pressoché definitivo, o comunque di lunga durata per sostituire un veicolo ormai deteriorato nelle sue normali condizioni di utilizzo. Quindi nessuna o poca attenzione all’aspetto ludico dell’acquisto, ma una scelta razionale e ponderata, dettata da criteri di scelta puramente funzionali. Ed è proprio in questa ottica che va letta l’inversione di tendenza.


Il mercato è cambiato in maniera radicale, maturando e di fatto restituendo ahimè all’auto il suo solo unico scopo funzionale. L’auto torna ad essere un mezzo di trasporto, esclusivamente quello per la maggior parte dell’utenza. Ed una industria che invece ha puntato tutto o quasi sull’immagine e sull’apparire corre seriamente il rischio di naufragare, perché obsoleta in termini assoluti, e significativamente lontana dalle esigenze dell’utenza.


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