Con un parterre d’eccezione si presenta lunedì 13 alle 18 nella sala Lauro della sede compartimentale dell’Ipsema di Napoli – via San Nicola alla Dogana 9 – il libro edito da Colonnese La Camera sul Porto di Lidio Aramu. Un’occasione speciale per riportare al centro del dibattito politico e culturale il porto di Napoli: “un’importante risorsa economica – dice Aramu – che, se sfruttata al meglio, eleverebbe la città a trait d’union tra l’Unione europea e la riva nord dello scudo africano (Mostra d’Oltremare – agorà del Mediterraneo)”.
Ricostruita grazie a un attento studio documentaristico e bibliografico, la storia del “porto” per Aramu vuole essere un grande racconto storico (ambientanto tra il 1860 e il 1940) scritto tra in prima persona dagli operatori economici, dai lavoratori e dai portuali napoletani che hanno vissuto sempre nell’ombra di una progettualità mai sfociata nella definizione di una gestione strategica, capace di capitalizzare i crescenti flussi turistici e sfruttare l’intima posizione che occupa appunto, il porto, nella città.
Coordinati da Eugenio Sacco parteciperanno all’incontro il presidente di Confitarma Nicola Coccia, il Comandante Capitaneria di Porto di Napoli Domenico Picone, il presidente della Mostra d’Oltremare Raffaele Cercola, l’assessore regionale Mariano D’Antonio, il presidente dell’Autorità Portuale Luciano Dassatti, il presidente dell’Ipsema Antonio Parlato. Inoltre, saranno presenti l’autore, l’editore Edgar Colonnese, il dirigente della Sede Compartimentale di Napoli Alessandra Baffa.
A fare da sfondo ci saranno le suggestive gigantografie di Paolo Bosso. Containers, gru, navi, operai e banchine sono i protagonisti dei cinque scatti del fotografo – già esposti nella Picagallery di via Vetreria a Napoli in occasione della personale “Viaggio nel… porto di Napoli” conclusasi il 9 luglio scorso – il cui obiettivo è stato quello di riprendere e fermare fuori dal tempo l’anonimo e nascosto microcosmo che regge buona parte dell’economia della città . “Una testimonianza, della bellezza, anche un po’ effimera – dichiara Bosso – di un mondo concreto e pragmatico com’è la realtà del porto”.
La Camera sul Porto Napoli 1860-1940
di Lidio Aramu
Presentazione di Andrea Cozzolino - Prefazione di Antonio Parlato
L‘annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte è cosa fatta. Napoli, passa traumaticamente dalla privilegiata posizione di baricentro degli affari del Regno, all‘isolamento economico determinato dai pregiudizi e dalla burocrazia savoiarda. Per rispondere alle legittime attese di riscatto dall‘atavica miseria del popolo napoletano, la politica – nazionale e locale – enfatizzava ad libitum ed in un crescendo di vuota retorica, il destino di Porto dell‘Oriente tracciato per Napoli dall‘apertura del Canale di Suez. Principiava così l‘impari lotta della Camera di Commercio napoletana contro le lungaggini e le contraddizioni dell‘apparato statale ed i pregiudizi di consistenti settori del Parlamento italiano per ottenere l‘ammodernamento strutturale e tecnologico del Porto di Napoli, unica risorsa economica della città. Sviluppo che fu fortemente osteggiato dalle difficoltà dei bilanci dello Stato unitario, dalle grandi rivoluzioni tecnologiche, dal dramma dell‘epidemia colerica, dai moti popolari, dalla guerra coloniale di Libia e dalla Prima Guerra Mondiale. Con l‘avvento del Fascismo, Napoli viene elevata al rango di Regina del Mediterraneo. In questa nuova dimensione, quindi, quello che avrebbe dovuto essere il Porto dell‘Oriente si avviava a diventare il Porto dell‘Impero. L‘ambizioso progetto, tuttavia, malgrado la ferrea volontà politica del Governo ed il risoluto impegno della Camera di Commercio di Napoli, naufragava drammaticamente nella tempesta della Seconda Guerra Mondiale sotto l‘azione devastante dei guastatori tedeschi e quella terrificante dei bombardamenti delle «Fortezze volanti» anglo-americane.