Crisi: il vero nodo è nel rapportotra Palazzo Chigi e Bruxelles

Apr 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Ora che risulta evidente a tutti che la causa della crisi non era  certo il governo Berlusconi, ma le  politiche dominanti in Europa, tutti i mezzi di comunicazione cominciano a porre il problema della necessità della crescita e di una iniziativa politica in Europa finalizzata a cambiare l’approccio alla crisi stessa della Germania del cancelliere Merkel. Tuttavia, ciò avviene ancora con molte ambiguità, incertezze e mancanza di chiara volontà politica.

 

Il Governo dei tecnici intanto, continua a dichiarare che il rigore è propedeutico alla crescita e che è contrario a politiche pro-deficit. Ma le due tesi peccano entrambe: in primo luogo nessuno propugna politiche pro-deficit, né ora né all’epoca del ministro Tremonti che anzi si è opposto ad alimentare la domanda come risposta alla crisi; in secondo luogo, la tesi del rigore come condizione per preparare le condizioni della crescita è smentita dall’esperienza, la quale ci insegna che le strette imposte dalla Germania in tempo di crisi conducono alla recessione economica.

 

La realtà è che il governo ha scelto la strada di aumentare la tassazione, soprattutto sulla casa, per affrontare una situazione che deriva dalla mancanza di strumenti di gestione della crisi e della moneta da parte dell’Europa.

 

In questo modo si è peggiorata la situazione, innescando una grave recessione che quest’anno comporterà una mancata crescita di circa il 2% e, di conseguenza, il rischio di non raggiungere il pareggio di bilancio previsto per il 2013.

 

L’esperienza del governo Monti insegna che c’è bisogno di più politica per affrontare la crisi, nel senso di idee nuove e di una volontà di sciogliere quei nodi -  fra cui quello della Banca centrale europea - dai quali dipende la possibilità di uscire definitivamente dalla crisi.

 

Il Popolo della Libertà sta facendo la sua parte. Da un lato, sostiene lealmente il governo, dall’altra cerca di correggere impostazioni e posizioni che, come nel caso della riforma del mercato del lavoro, tradiscono gli impegni presi con l’Europa e soprattutto verso le imprese e verso i giovani. Così, giorno dopo giorno, il nostro movimento sta riacquistando la propria fisionomia di forza politica che propone le soluzioni giuste per governare questo Paese.

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