Crisi, i silenzi dei “media” e le mancanze del governo
Apr 25th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
Le misure per la crescita dell’economia dove sono? Sempre annunciate, a più riprese non vengono mai concretizzate.
Il guaio è che i media, così pronti un tempo a criticare quelli che consideravano la politica degli annunci del precedente esecutivo di centrodestra, quegli stessi media oggi accettano con benevolenza ogni annuncio del Governo dei professori, senza mai prendersi la briga di verificarne l’effettiva consistenza.
Eppure, appena dieci giorni fa era stato detto e ripetuto da parte del Governo in carica, che già si intravvedeva la luce alla fine del tunnel della crisi, salvo poi rovesciare le carte in tavola di fronte alle previsioni scure del Fondo Monetario Internazionale e dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo. Il Prodotto interno lordo cambiava così segno da un lieve negativo a un crollo, o quasi. Sopravveniva poi la tempesta della speculazione contro l’euro e i titoli del debito sovrano e si vedeva lo “spread”, l’indice che misura la differenza con i titoli di stato della Germania federale, balzare oltre quota “400”.
Ma gli stessi giornali che avrebbero gridato all’allarme rosso contro le presunte incertezze e le presunte colpe del Governo di centrodestra e del suo leader, adesso dirottano le responsabilità verso il risultato deludente del presidente Sarkozy nel primo turno delle elezioni francesi oppure verso la caduta in Parlamento del governo olandese di centrodestra. Perché tanta benevolenza adesso e tanta acrimonia in precedenza? A chi giova il buonismo attuale dei media? Non si era detto che era terminata la fase classica della luna di miele con i tecnici?
Stupisce il fatto che i media rifuggano in tutto questo periodo dal ricercare le colpe del sistema bancario che pure risulta duramente punito dagli investitori su tutte le borse valori ed in particolare a Milano. Stupisce anche la mancanza di inchieste sulla stretta creditizia nei confronti delle famiglie e delle piccole e media imprese che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo italiano. Perché non ci si chiede come mai queste banche che hanno ampiamente attinto ai fondi concessi dalla Banca centrale europea, per 140 miliardi di euro l’ultima volta, poche settimane fa non rimettono in circolo tutta questa liquidità, ottenuta per di più a tassi di assoluto favore?
E’ vero che il direttore generale di Bankitalia sostiene che in realtà si sta invertendo la tendenza alla riduzione del credito, ma basta chiedere ai piccoli e medi imprenditori, anche e soprattutto a quelli di tipo familiare, per ricevere la risposta che già sappiamo: scarseggia il denaro per gli investimenti produttivi, quindi scarseggia il carburante per la ripresa dell’economia reale. Su questo dato di fatto continua la propria battaglia il Popolo della libertà con il suo segretario Alfano che continua a chiedere ai tecnici un intervento proprio per favorire il credito.