Le piccole e medie impresesono soffocate da banche e imposte

Apr 21st, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Sulle piccole e medie imprese italiane gravano tempi di attesa dei pagamenti che sono tre volte più lunghi di quelli delle aziende tedesche. Questi ritardi non soltanto riducono le disponibilità di cassa, ma costringono gli imprenditori ad approvvigionarsi al nostro sistema bancario, che purtroppo concede liquidità a tassi sempre superiori rispetto ai concorrenti europei. Da qui il motivo per cui la situazione finanziaria delle imprese italiane viene definita, senza mezzi termini,  “pericolosa” dall’Ocse, l’organismo mondiale per la cooperazione e lo sviluppo che raccoglie i Paesi più sviluppati.

 

La stretta al credito diventa così un problema drammatico per l’Italia, riconosciuto su scala mondiale. Tanto che ancora la stessa organizzazione, l’Ocse, assegna al nostro Paese il record poco ambito dei fallimenti delle aziende familiari e di minori dimensioni. E tutto ciò accade in un quadro economico sempre più incerto.

 

Stiamo infatti attraversando una fase di recessione profonda del mercato interno, mentre l’Unione Europea non riesce a risolvere il problema degli attacchi speculativi contro la moneta comune e quindi anche contro i titoli del debito sovrano. Proprio ieri, in vista delle elezioni nazionali, la Francia ha visto balzare pericolosamente in avanti lo “spread” che misura il rapporto tra i titoli di Stato francesi e quelli tedeschi.

Intanto il nostro “spread” torna a danzare attorno a quota 400 mentre tutti gridano: “Liberiamo le imprese dai lacci e lacciuoli della burocrazia”, oppure “Subito un accordo per sbloccare almeno i pagamenti della pubblica amministrazione”. Sono le parole di sempre e il fatto che ancora oggi riecheggino uguali ci fa capire che il Governo dei tecnici ha ecceduto in promesse ma non ha prodotto i fatti concreti necessari per la ripresa e per lo sviluppo dell’economia.

 

Ha ragione il nostro movimento, il Pdl, quando si pone come argine tutto politico, in rappresentanza degli elettori, contro le tasse e a favore di una riapertura immediata del credito a famiglie e imprese. Non abbiamo scoperto oggi che la burocrazia “scoraggia l’intrapresa” ma e’ stato proprio questo l’obiettivo di una lunga battaglia, durata anni, tra mille intralci e ostacoli, per rinnovare il Paese, una battaglia interrotta purtroppo da una crisi globale superiore a quella del 1929 ma non certo abbandonata

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento