I cittadini non hanno più fiducia calano i consumi, la crescita è lontana
Apr 18th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
Ci vorranno cinque anni. Occorrerà aspettare il 2017 prima che il nostro Paese raggiunga l’agognato pareggio di bilancio. La notizia arriva dal Fondo Monetario Internazionale, fonte sicura, e subito si apre il dibattito: come mai non ce la faremo prima, nonostante la cura da cavallo? E ancora: con tanto rigore da portare avanti, dove troveremo i mezzi necessari per avviare la crescita economica?
Intanto però tra i cittadini serpeggiano la preoccupazione e l’incertezza: cosa ci aspetta dietro l’angolo? In questa fase dominata dalla mancanza di fiducia nel futuro, dalla mancanza di obiettivi ben definiti, rallentano tutti i consumi, si spende meno e si alimenta così il circuito negativo che deprime la produzione. Se a questo si aggiunge la frustrazione delle famiglie e delle imprese, sopratutto quelle medie e piccole, nei confronti del sistema bancario che ha ridotto al minimo il rubinetto del credito, si capisce perché, nonostante le rassicurazioni del Governo dei tecnici, la sfiducia tende a crescere quasi ogni giorno.
Le cifre fornite dal Fondo Monetario confermano questa tendenza. I consumi delle famiglie italiane caleranno dell’1,7 per cento quest’anno prima di segnare un modesto aumento nei prossimi dodici mesi. E dovremo aspettare fino al 2014 prima che la disoccupazione scenda al di sotto del livello attuale del 9 per cento. Intanto saliranno di oltre sei miliardi di euro gli interessi da versare a chi acquista titoli del nostro debito sovrano, in seguito ai maggiori costi causati dalla speculazione. La pressione fiscale, secondo i dati ufficiali, sta attorno al 45 per cento del reddito medio dei cittadini. E la ricchezza italiana, espressa dal Pil, il prodotto interno lordo, scenderà dell’1,9 per cento alla fine dell’anno e poi ancora di un altro 0,3 per cento alla fine del 2013.
Ma qualche speranza, in questo quadro fosco, viene dall’Italia meno considerata dai “media”, quella che lavora in silenzio. Lo dimostra il mondo del mobile, dell’arredo, del design che in questi giorni celebra la sua mostra evento. Neanche una stanza disponibile negli alberghi milanesi fino alla più lontana periferia, aerei e treni carichi di compratori dall’estero. È questo il Paese che merita rispetto e con il quale le forze politiche come il Popolo della Libertà debbono fare i conti, fornendo ai produttori quella rappresentanza necessaria di fronte a un Governo puramente tecnico. Dimostrando anche, in questo modo, la necessità della politica e la sua impossibilità di essere sostituita.