Crisi: ora anche il governo scopre che non esiste la bacchetta magica

Apr 17th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Non c’è nessuna “ideona” unica, geniale ed esclusiva per rimettere in moto la crescita della nostra economia, non esiste la ricetta miracolosa, nessuno ha la bacchetta magica. Dopo cinque mesi, il Governo dei tecnici prende atto, in maniera ufficiale, di quella realtà indiscutibile che il Governo di centrodestra aveva enunciato tante volte ma che nessuno, tra i grandi “media” e i grandi analisti, aveva mai voluto accettare.

E così anche il ministro per lo Sviluppo Economico dal quale tutti si aspettavano mirabilie, idee nuove come piovesse, anche lui ha dovuto ammettere che il Paese si deve per ora rimboccare le maniche, in attesa di un taglio della altissima pressione fiscale e di una riapertura del rubinetto del credito alle piccole e alle medie imprese. Altre strade non ve ne sono, meno che mai scorciatoie.

Davanti alla continua, quasi quotidiana insistenza del Popolo della Libertà e del segretario Alfano a favore delle nostre famiglie e delle nostre aziende strozzate dalla mancanza di liquidità, il Governo è uscito almeno dall’ambiguità e questo è un dato positivo. Ma crolla il mito, alimentato per mesi dai giornali sempre schierati a sostegno dei professori, che nel cassetto ci sia la ricetta del professor Stranamore. Ora ci viene detto che l’“idea unica” non c’è ma potrà essere sostituita da una miriade di idee positive. Ma questa è proprio la strada concreta che aveva imboccato il nostro Governo, con l’obiettivo di favorire l’iniziativa dei giovani e delle donne, con gli incentivi alle cooperative e alle nuove attività nelle aree meno sviluppate, con la politica fiscale tesa ad aggregare consorzi di piccole imprese nel nome del risparmio. Su questa strada stretta, e non più sulle vaste e sconfinate praterie dell’immaginazione, si dovrà muovere anche il nuovo Governo, una strada lastricata di misure quotidiane, delle molte attenzioni necessarie verso quelle aziende che rischiano di essere messe al tappeto dalla cura da cavallo nel nome del rigore europeo e dalla eccessiva stretta di tasse, imposte e balzelli sul piano interno.

Il guaio è che fino a questo momento il gruppo dei tecnici non ha tirato fuori dal cassetto neanche una di quelle misure “di emergenza” che il Pdl da tempo reclama, in diretto contatto con le categorie produttive. Per esempio, il pagamento in tempi accettabili delle fatture emesse e non saldate ancora dalla pubblica amministrazione. E nell’incontro di domani con il presidente del Consiglio, il segretario del Popolo della Libertà Alfano certamente si farà interprete di tutti questi problemi scottanti che le categorie produttive, spaventate dal crollo verticale della produzione in marzo, ribadiscono ogni giorno. I provvedimenti, anche graduali, per mettere riparo proprio a questi problemi sono ormai indifferibili se il Governo vuole evitare rischi di nuove tensioni sociali.

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento