Lega Nord: via a ”pulizie di primavera”. Ma Rosi Mauro non si dimette

Apr 10th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Non e’ solo il giorno dell’addio ufficiale di Renzo Bossi dal ruolo di consigliere regionale della Lombardia. Mentre i riflettori sono puntati sul raduno bergamasco dell”’orgoglio padano”, anche Maurilio Canton lascia il suo incarico. Un passo indietro significativo, quello del segretario provinciale fedelissimo di Bossi, eletto il 9 ottobre scorso per acclamazione nel feudo di Varese, per scongiurare il rischio di vedersi sfiduciato dalla maggioranza del direttivo insubrico, schierata con l’ex Ministro dell’Interno. Non arrivano, invece, le attese dimissioni di Rosi Mauro dalla vicepresidenza del Senato. Ma il cosiddetto ‘Cerchio Magico’ continua comunque a perdere pezzi. Renzo Bossi affida la sua difesa a una lettera destinata ai 13 mila elettori bresciani che, con la loro preferenza, gli avevano permesso di essere eletto al consiglio del Pirellone. Il ‘Trota’ denuncia l’esistenza di un ”attacco incrociato” contro la Lega Nord e critica la ”caccia alle streghe” che a suo giudizio si e’ aperta all’interno del Carroccio. E assicura: ”Non ho mai cercato poltrone, non ho mai mirato al potere”. Per il figlio del ‘Capo’ - che si presenta al Pirellone a formalizzare il suo passo indietro a bordo della sua Bmw X5 e se ne va nascondendosi nell’auto della fidanzata - ”la politica deve essere al servizio delle persone, dei piu’ deboli e del territorio. Quando diventa fabbriceria di posti o spartizione del potere, non ha piu’ senso”. Rosi Mauro sceglie invece il salotto di ‘Porta a Porta’ per la sua arringa difensiva. ”Non mi dimetto”, mette in chiaro la dirigente leghista puntando il dito contro l”’attacco mediatico senza precedenti” che a suo dire sta investendo la Lega Nord. La vicepresidente di Palazzo Madama respinge ogni accusa (”non ho mai preso un soldo”) e preannuncia un suo intervento chiarificatore davanti alla stessa Aula del Senato. Ma Roberto Maroni sembra poter esultare: le dimissioni di Renzo Bossi, scrive l’ex Ministro dell’Interno sulla sua pagina Facebook, sono ”il primo atto delle pulizie di primavera”. Tutto questo, pero’, ”non basta di certo” a Maroni, che sollecita con un ”avanti tutta” la cosiddetta corrente dei ‘barbari sognanti’. I piu’ informati giurano che sara’ proprio lui a prendere il posto di Umberto Bossi alla segreteria federale del partito. Irene Pivetti, leghista della prima ora ed ex presidente della Camera durante il primo governo Berlusconi, lo dice apertamente: ”Maroni e’ l’unico che ha una leadership, anche se parziale”. Anche se per la successione ufficiale bisognera’ aspettare il prossimo congresso (ancora da convocare), una prima acclamazione per l’ex Ministro dell’Interno e’ attesa gia’ questa sera dalla maggior parte dei militanti padani che si riunira’ alla Fiera Nuova di Bergamo. Ma, scope in mano a simboleggiare l’esigenza di ‘fare pulizia’ all’interno del partito, l’ala maroniana - sempre da quanto si apprende - sarebbe anche pronta a chiedere l’espulsione dal partito di Belsito, del ‘Trota’ e di Rosi Mauro, per sferrare cosi’ il colpo del ko al ‘Cerchio Magico’. Nel primo pomeriggio le indiscrezioni che filtrano dalla riunione del cosiddetto ‘Triumvirato’ in Via Bellerio prospettano un intervento del solo Maroni. Invece sul palco della nuova fiera di Bergamo, insieme all’ex titolare del Viminale, salira’ anche Bossi. Il rischio di contestazioni e’ concreto. Per il momento, e’ sempre la Pivetti a schierarsi platealmente contro il ‘patron’ del Carroccio: ”E’ impensabile - sostiene l’ex presidente della Camera - che Bossi non sapesse, lui ha sempre saputo e se ha delegato, sapeva a chi e per farci cosa. Questa tesi del non sapevo non regge. Il pentapartito e Craxi furono fatti cadere per molto meno. Non si capisce perche’ in un partito verticistico come la Lega, il vertice non sapesse niente”. Nel frattempo, si allarga il fronte giudiziario. Dopo Milano, Napoli e Reggio Calabria, anche le Procure di Genova e Bologna aprono due fascicoli di indagine. Il reato ipotizzato e’ presunta creazione di fondi neri. Sale cosi’ a 5 il numero di inchieste avviate da altrettante Procure nei confronti del Carroccio. Oggi gli inquirenti milanesi hanno ascoltato come testimone l’ex autista di Renzo Bossi e acquisito presso la sede di Rcs il video sul passaggio di denaro al ‘Trota’. Soldi che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero stati distratti dai rimborsi elettorali destinati alla Lega Nord per sostenere, tra l’altro, le spese del figlio dell’ex segretario federale.

notizia ASCA

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